La vita non è vivere, ma vivere in buona salute.
I pensionati qui convenuti, che questa sera degusteranno le squisite vivande sono loro stessi diversamente giovani la miglior spremuta della vita per le future generazioni. Gli iscritti del Centro Incontro Pensionati con poche parole, ma chiare rendono forte e sicuro il mio quotidiano passo. Voi diversamente giovani siete il comune passato, le radici da cui attingere per il futuro perché senza di Voi, senza passato, le nuove generazioni non possono mai costruire un buon futuro. Nei Vostri visi che hanno visto tantissime stagioni risplende il sole che brilla, con pochi raggi di luce che mi trasmettono calore e felicità.
Favria, 12.10.2013
È difficile nella vita volare come delle aquile quando ti
confronti ogni giorno con dei tacchini!.
Aggiornamento di una piccola goccia di sangue
Donazione di sangue e pensioni: approvato l'emendamento.
È stato approvato ieri pomeriggio dal Senato l'emendamento con
cui la definizione di "prestazione effettiva di lavoro" viene estesa anche alle
astensioni per
Lo
16 ottobre San Gallo abate. Sa fa bel a Dan Gal a riva fina a
Natal. Sa pieuv per San Gal sent dì, sessa fall
Il potere del fare ..niente
Si sente spesso in questi ultimi tempi lo slogan del Governo del fare, ma poi a bocce ferme non si vede fatto niente. E pensare che di cose concrete nel Bel Paese di cose da fare cè ne sarebbero moltissime. In Italia secondo un indagine effettuata a livello nazionale i terremoti dal 21 giugno al 4 settembre sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel 2013 abbiamo avuto 7116 scosse, circa cento al giorno, insomma in Italia non trema solo il Governo e leconomia ma anche il patrio suolo che calpestiamo ogni giorno. Questo mi fa pensare che siamo sempre in ritardo, se penso che in altre zone del Pianeta dove a causa di fenomeni naturali, intere regioni rischiano di essere sommerse dalla acque dei mari, si costruiscono dighe e altre opere idrauliche. Se il fenomeno esiste è giusto prevenire in quanto non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere quando avverranno i fenomenici maturali. Eppure qui nel Bel Paese continuiamo a dormire e ci disinteressiamo dei gravi problemi ambientali fino alla prossima inondazione, terremoto o a qualche altro disastro. Certo per la messa in sicurezza del Paese servono tantissimi soldi, soldi pubblici, i nostri soldi, ma sarebbero soldi ben spesi perché daremmo finalmente del lavoro, ma forse la soluzione è troppo semplice come abrogare almeno lattuale legge elettorale. E allora che cosa si fa per fare ripartire leconomia, si cementifica sempre di più il territorio, inasprendo i problemi dello stesso di fronte agli eventi meteo-climatici, si condonano gli evasori del gioco dazzardo e si vende pezzi del demanio pubblico. Pensare che attuando un serio piano di intervenendo in tutto il territorio si risolverebbero molti problemi delle Comunità e noi cittadini vivremmo con una maggiore sicurezza. Ma certo è più semplice ed ottuso bloccare con un patto di stabilità la capacità di un Comune di poter fare degli investimenti, impedirgli di usare i propri soldi, più che patto di stabilità lo chiamerei pinza di stabilità. Se il Governo dovesse intervenire con una politica di messa in sicurezza del territorio, un nostrano New Deal, un nuovo corso , come quello promosso dal presidente americano Franklin Delano Roosvelt fra il 1933-1937 per risollevare il nostro paese, in una realtà come quella che vivo si dovrebbe rifare, ad esempio, lintera rete della roggia che passa nel centro abitato, ormai vetusta e che ritengo in certi punti troppo piena di rena e di rifiuti trasportati dallacqua e sedimentatesi. Una roggia di difficile manutenzione in alcuni punti del centro abitato e che con un suo rifacimento completo nel centro abitato. metterebbe in sicurezza anche tutti i concittadini da eventuali esondazioni, magari con una canale scolmatore allingresso della roggia in Favria e un rinforzamento delle sponde vicino al sedime stradale in tutto il territorio agricolo. . Le mie sono solo delle supposizioni da profano, ma ritengo che ogni Comunità ha i suoi punti deboli, con movimenti franosi o zone che rischiano esondazioni delle acque in caso di forti pioggi ed un intervento su tutto il territorio con un'unica cabina di regia darebbe come conseguenza una ripresa effettiva del lavoro e la messa in sicurezza di chi abita in quelle zone. Essendo un inguaribile ottimista nutro la speranza che tra gli eletti al Governo del paese ci siano ancora delle persone dotate di buon senso e non degli squallidi parolai che scaldano i banchi delle due camere senza concludere nulla ma solo vendendo dellinutile fumo, ma questo non è forse proibito?
Favria, 16.10.2013
I fotografi usano la macchina fotografica come strumento per
esplorare, per rivelare realtà inaccessibili allo sguardo quotidiano distratto. Il
fotografo prova con la sua arte a cambiare il mondo e le loro immagini mi dimostrano ogni
giorno quanto la fotografia oggia sia importante, oggi più che mai
Res gestae favriesi, dal rame a Cipriano
Cipriano o la sua variante meno diffusa Cipriani
deriva dal cognomen romano Cyprianus, che significa "proveniente da
Cipro. Questo cognome è diffuso nel centro-nord Italia, in particolare in Toscana e Lazio
con piccoli ceppi nelle altre regioni. Cipriano è anche un nome proprio, esiste un San
Cipriano vescovo di Cartagine e padre della Chiesa , Cartagine 205 circa - ivi
258. Il lemma Cipro deriva dal greco "Kypros" cioè abitante, oriundo
dell'isola di Cipro. Letimologia della parola greca Kypros è sconosciuta. Le
ipotesi più probabili sono il nome greco del cipresso, Cupressus semprevirens, in
greco kypárissos. Oppure il nome greco della pianta dellhennè, Lawsonia
Favria, 17.10.2013
La fotografia è unarma contro ciò che non funziona
perché documenta sempre la verità!
Un mare dinchiostro per leggere e riflettere
In questi giorni un mio amico, incontrato davanti alledicola, commentava, quanto aveva sentito per radio prima di arrivarealledicola, il motivo del commento era che da un indagine fatta le nuove generazioni leggono poco e sono molto ignoranti sugli autori dei libri. Il mio pensiero va a questa massima. Se il mare fosse inchiostro per scrivere le parole del Signore, si esaurirebbe il mare prima che si esauriscano le parole del Signore, se anche portassimo un mare nuovo ancora in aiuto. Questo passo del Corano che con molta enfasi dai colori accesi e molto emotivo. Così accade anche a questo passo del Corano (XVIII, 109), destinato a celebrare linfinita grandezza del Signore. Certo è che le parole divine, proprio perché scaturiscono da una sapienza perfetta e piena, hanno illimitate sfumature e iridescenze, richiedono continuo scavo e approfondimento. Ma vorrei riprendere solo la metafora del "mare di inchiostro" per riesumare un atteggiamento verso la lettura esulle grandi capacità del nostro cervello, così complesso in cui un centinaio di miliardi di neuroni sono collegati tra loro da un milione di miliardi di connessioni, le "sinapsi", capaci di 100300 combinazioni interattive! Il filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) lesse molto, vista la lunghezza della sua vita, però la sua riflessione era molto maggiore delle sue letture. Soleva dire che se avesse letto tanto quanto gli altri uomini, non avrebbe saputo niente più di loro. M'imbatto in questa curiosa notizia offerta da una delle Vite brevi di John Aubrey: protagonista in questo caso è il filosofo inglese Hobbes, che morì ultranovantenne in un tempo in cui la vita media era attorno ai 50 anni. Essendo un pensatore, si dedicò ovviamente alla riflessione, ma la sua battuta sulla lettura è decisamente gustosa. Non bisogna dirlo troppo forte qui in Italia, paese di non lettori, al punto tale che già Leopardi segnalava nel suo Zibaldone che da noi meno si legge di quanto si scriva, anche perché gli stessi scrittori non leggono i libri altrui. Tuttavia è indubbio che, da un lato, come già affermava il Qohelet biblico, «i libri si moltiplicano senza fine», e d'altro lato, si può effettivamente perdere tempo leggendo tanti cascami letterari, filosofici, storici e - perché no? - religiosi. A me è sempre piaciuto il detto di un altro filosofo inglese, Francesco Bacone, contemporaneo di Hobbes, che nei suoi Saggi ammoniva: «Alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti». Sì, perché un conto è l'erudizione, che tra l'altro può sempre esser battuta da un computer, e ben diversa è la sapienza che nasce appunto da assimilazione, elaborazione e riflessione. E allora: dedichiamoci alla lettura dei libri e non solo dei giornali, ma riserviamo anche spazio alla meditazione personale, alla creatività, alla ponderazione, al raccoglimento, al giudizio. Scienza senza coscienza, scriveva Rabelais nel suo Gargantua e Pantagruel, è la rovina dell'anima.
Favria, 18.10.2013
Per arrivare all'
La voce nel vento
Ho trovato in un libro che ho letto in questi giorni questa bella testimonianza degli Indiani Dakota, chiamati dai loro nemici Sioux che hanno popolato, con immagini spesso falsate, i film delladolescenza e non solo la mia: Grande Spirito la cui voce ascolto nel vento e il cui respiro fa vivere il mondo, ascoltami. Sono uno dei tuoi tanti figli e vengo a te. Sono piccolo e debole, ho bisogno della tua forza e della tua sapienza. Lasciami camminare tra le cose belle e fa che i miei occhi possano ammirare il tramonto rosso e doro. Fa che le mie mani possano rispettare ciò che hai creato e le mie orecchie sentire chiaramente il suono della tua voce Ora essi sopravvivono nelle riserve americane del Dakota, del Montana e del Nebraska, ma la loro cultura è stata valorizzata, proprio attraverso la loro attenzione verso la la "natura". Ecco è di pomeriggio che scrivo queste righe e contemplo il tramonto e mi viene in mente quello che dice più avanti il canto Indiano: Ciò che di segreto hai posto in ogni foglia e in ogni roccia Ma ci sono altri due motivi di riflessione che mi fanno riflettere nel prosieguo di quellinno. Non è necessario spiegarne i contenuti, basta solo ascoltarne la voce: Ti chiedo la forza non per primeggiare sugli altri ma per combattere il mio più grande nemico: me stesso. Fa che io sia sempre pronto a raggiungerti con mani pulite e occhi acuti, così che quando la vita se ne andrà come la luce al tramonto, il mio spirito possa senza vergogna venire a te
Favria, 19.10.2013
Il fotografo apre gli occhi della gente su tutte le cose straordinarie che non ne conoscono lesistenza.
Apprezzo
Apprezzo quelle persone che non si perdono d'animo, quelle che nonostante la vita gli renda le cose difficile non perdono la forza e il coraggio per andare avanti. Apprezzo chi giorno dopo giorno, da tutto anche per nulla. Apprezzo chi affronta la vita anche da realtà difficili, dure, angoscianti. Apprezzo, chi combatte e riesce a guardare avanti anche se oggi il suo presente è buio... chi riesce a camminare lungo il suo sentiero anche scalzo, sanguinante anche senza avere visuale, anche senza avere "mezzi di trasporto" a disposizione, affronta, combatte e senza giudicare ma giudicati guardano al domani con la semplicità di chi c'è la farà!
Favria, 20.10.2013
Stare in politica è come fare l'allenatore di calcio. Devi essere tanto furbo da capire il gioco e tanto fesso da pensare che sia importante
Res gestae favriesi, dalla Catalogna al Canavese, Mollo
Mollo, cognome pare che sia origine spagnola catalana; in origine era Mochi, deriva dal lemma latino mola, grosa pietra che con lutilizzo della forza dellacqua trita e riduce in polvere il frumento. questo lemma deriva dalla radice della parola indueuropea mol con il significato di separare, in provenzale monre. Ma molto probabilmente dalla Catalogna il lemma attraverso la Provenza, significativo al riguardo è il paese in Francia Prats-de-Mollo-la-Preste, situato nei Pirenei Orientali, nella regione della Linguadoca-Rossiglione, regione ricca di acque termali, e giunse nel medioevo nella penisola italiana. Nella pensisola italiana nel XIVI indicava agricoltori di terreni ricchi di acque risorgive, infatti in dialetto un terreno ricco dacqua viene chiamato moja, a mollo. In dialetto calabrese mollu, significa molle. Molto raro il cognome Molo. Dalla stessa radice si sarebbe anche sviluppato il cognome Molari e Molara
Favria, 21.10.2013
Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa 'brutta'! No. L'impegno politico è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità Giorgio La Pira
La pittura come poesia della memoria.
Sono stato a trovare i bravissimi
Favria, 22.10.2013