Oggetto: La forza della parola - Cè razzismo e razzismo o è un solo razzismo! -Triste Trise- La faccia antica o attuale?- dal biroch e cartun-W le castagne brusatà della Pro Loco di Favria-La radice del problema-dalla Galizia a Tarro Boiro-La vita senza il cellular
Secondo voi un ragazzo che parte dalla Siria in fiamme si ferma nel suo intento perché da noi cè la Bossi- Fini? La tragedia del mare di Lampedusa ci ha fatto capire che non è possibile fermare il bisogno di libertà perché cè una legge?
La forza della parola.
Leggo su di un giornale del 15.10.2013 che in
Malaysia, si quella descritta da Salgari nelle avventure di Sandokan, viene vietato per
legge luso della parola Allah. Voglio solo precisare che Allah non
è una invenzione di Maometto e tanto meno una divinità specifica dei
musulmani , anche se i musulmani di oggi, quando traducono il Corano nelle
lingue europee, rifiutino di tradurre la parola Allah con Dio,Dieu,
God. Nel cristianesimo il Nome divino è stato reso diversamente
nelle varie lingue. God, Dieu, Dios,Theos, Jumala e altre traduzioni ancora indicano tutte
il Dio uno e trino predicato dalla Parola. Il Nuovo Testamento spesso si riferisce a Dio
con il termine Signore, dal greco kurios. Una novità introdotta da Gesù: Dio è
anzitutto Padre, abbà in aramaico. Luso di mantenere
Favria, 23.10.2013
Certe persone dal piccolo cervello rimango sempre schiavi
degli innumerevoli errori finché non smettono di combinare stupidaggini e di
nascondersi sempre dietro gli altri.
Cè razzismo e razzismo o è un solo razzismo!
Ho letto sulla quotidiano La Stampa del 16.10.2013 che in
una scuola uninsegnante prende a schiaffi un bimbo e viene denunciata dai genitori.
E fino a qui la notizia non sarebbe neanche da pubblicare ma solo da rimproverare latto
in se, anche se certi pacati buffetti sono per conto mio formativi, da ragazzo ne ho
presi diversi e mai i miei genitori hanno denunciato linsegnate, anzi ho preso il
gemello del ceffone a casa. Certo le scuole di pensiero più evolute
affermano che l'uso della violenza, fatta salva quella esercitata in stato di legittima
difesa ed in stato di necessità, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa, od in
presenza di attentato alle Istituzioni democratiche, e sempre nei limiti delle Convenzioni
Internazionali, che escludono ad esempio la tortura ed in genere i trattamenti contrari al
senso dell'umanità, affermano che non è MAI educativa e che certe punizioni corporali
come le e mani od altro mezzo di coercizione debbano essere utilizzati sui
minori nè sui proprii figli, perché andiamo nellambito della Giustizia penale.
Forse la migliore punizione è quella di privare il minore di una certa libertà di
movimento, il minore, anche dellutilizzo dei mezzi informatici e dandogli per
consegna la lettura di un buon libro formativo che vale molto di più di una sberla data
in un momento di nervosismo, la sberla passa ma non usare internet o vedere la televisione
per un certo periodi tempo ritengo che educhi di più. Ma non essendo un insegnate non
posso dire di più, la cosa che mi lascia perplesso e che i genitori, uno dei due non è
italiano hanno visto il fenomeno come gesto razzista, perché tra tutti i vivaci ragazzi
hanno preso di mira proprio lui? Tradizionalmente, con il termine razzismo si riconduceva
alla composizione di razza, dal latino, sempre loro gli antichi romani, generatio
oppure ratio, con il significato di natura, qualità e ismo, suffisso latino -ismus dal
greco -ismòs, con il significato di "classificazione" o
"categorizzazione", Nella lingua italiana il lemma razza , così
come gli equivalenti nelle altre lingue neolatine pare che derivi dallantico
francese haraz o haras, allevamento di cavalli; per falsa divisione del termine
unito all'articolo, l'haraz diventa così
Favria, 24.10.2013
Ogni giorno è l'anniversario della mia vita da affrontare sempre con entusiasmo, nella vita lentusiasmo è contagioso.
Serve un patto di solidarietà per salvaguardare la dignità di
ogni persona e alzare un argine contro
Triste Trise.
Come sudditi dellex-paese dei balocchi ecco un nuovo
balzello la triste Trise, con le stime che indicano una forte randellata ai
già magri bilanci familiari di circa di 345/366 euro a famiglia, secondo ii sindacati,
contro leffimero aumento netto, per i meno sfortunati di un massimo, dal taglio del
cuneo fiscale, fino di 14 euro al mese. Le ricadute della Trise per una famiglia di 3
persone, che vive in un appartamento di
riyengo questo tributo inadattabile, perché prima, diverse
famiglie, grazie alle detrazioni sulla prima casa, non pagavano l'Imu, ora tutti
pagheranno
Favria, 25.10.2013
Nella vita bisogna studiare il passato se si vuole cercare di capire il futuro lasciando da parte la spocchia di sapere tutto!
Se vogliamo un mondo migliore dobbiamo tutti noi contribuire a
realizzarlo anche con piccoli gesti quotidiani.
Otòber
L meis cas buta a l vin n tel sòber;
la mòntagna a lè cuerta , la scula a lè duerta. A studiè,
brave masnà, che listà a lè già passà
La faccia antica o attuale?
Secondo degli studiosi la più antica faccia comparsa sulla Terra appartiene ad un pesce vissuto circa 419 milioni di anni fa. Somigliava al muso di uno squalo ed era tutt'altro che rassicurante. A questa conclusione sono pervenuti gli scienziati dopo aver ricostruito dei resti fossili, scoperti in Cina e descritti sulla rivista Nature. I resti trovati sono una mandibola mobile, molto simile a quella degli animali "moderni". Questi fossili, eccezionalmente ben conservati, appartengono a un pesce chiamato 'Atelognathus primordialis', che conquista il primato del vertebrato più primitivo ad avere un tipo di mascella molto più simile a quella di un moderno pesce. Questo animale marino appartiene al gr I La scoperta può offrire una nuova prospettiva sulla prima evoluzione di questo tipo di creature. La trasformazione delle mascelle è uno degli episodi chiave per comprendere l'evoluzione dei vertebrati, ma il divario tra vertebrati con la mascella e quelli senza è così grande che è difficile capire le singole fasi di transizione. Finora si era pensato che il più recente antenato comune di vertebrato con mascella somigliasse nella sua struttura ai moderni squali. La scoperta del nuovo fossile ci porta a dedurre che, già molto tempo prima, anche la sua faccia fosse simile. Ma gli squali attuali della politica allora non si sono mai evoluti?
Favria, 26.10.2013
Se la vita certi giorni mi sembra un cammino senza una mappa! Il pregio di alcuni giorni è che arrivano velocemente al termine.
Res gestae favriesi, dal biroch e cartun fino allauto e al furgone
Un a volta, prima dellavvento dellauto ci si spostava a piedi, a cavallo o sopra un carro. Ecco che il carro a seconda di come era fatto aveva diversi nomi ed alcuni di questi lemmi sono stati trasmessi poi ai mezzi di locomozione con il motore a scoppio. Il baroccio o biroccio, pare che abbia una suo origine dal latino medievale, infatti nel tardo latino birotium o bi- roteus, a due ruote, è un veicolo a due ruote, utilizzato principalmente per trasportare oggetti. Si tratta, infatti, di un classico veicolo a trazione animale per il trasporto di cose, che trovò largo impiego fino ai primi del Novecento, quando prese il sopravvento la locomozione meccanica. Il biroccio o barroccio era utilizzato a Favria soprattutto in ambito agricolo, ed il termine con cui esso era designato è declinato anche nelle lingua tedesca birutsche. In canavesano si denominava biroc , un carretto, con due grandi ruote più leggero del "cartun", serviva anche per trasportare diverse persone, il conducente del cartun era denominato cartonè, carrettiere ed il carico del carro detto cartonà. In italiano, questo lemma è entrato nella lingua italiana attraverso il francese broutte, a sua volta arrivato tramite il provenzale baratte. L'evoluzione di tale mezzo di trasporto è il calesse. Il calesse è un veicolo a due ruote per il trasporto di persone, generalmente trainato da un solo animale da tiro, evoluzione in veste lussuosa del biroccio, dal quale deriva. Il termine calesse trae origine da kolesa che in diverse lingue slave significa "ruote" o concetti analoghi. D'uso comune fino alla prima metà del XX secolo, il calesse era il veicolo maggiormente utilizzato per gli spostamenti veloci con limitate quantità di bagagli o materiali. La presenza di due sole ruote comporta il necessario aggancio ai finimenti del cavallo, al fine di assicurare la stabilità longitudinale del veicolo che, in caso di inutilizzo, si inclina ruotando sull'asse trasversale, fino a poggiare sul terreno il traverso posteriore. In alcuni casi era dotato di copertura retraibile detta "mantice", il calesse era il mezzo preferito da chi voleva percorrere velocemente i lunghi tratti che collegavano i fondi agricoli ad altri fondi viciniori o alle comunità. Esistono delle varianti del calesse, che sono la calessa e il calessino. La calessa, tipica del sud Italia, consiste in un robusto calesse di generose dimensioni, usato per il trasporto di molti passeggeri. Il calessino è un piccolo calesse particolarmente leggero, adatto ad essere trainato da animali di piccola taglia, oppure concepito per raggiungere alte velocità, in questo caso generalmente assumendo la denominazione di "padovanella". La padovanella è un calessino a due ruote con uno o due posti, privo di coperture fisse o retraibili e di spazio posteriore per i bagagli. È l'antenato del moderno sulky, o sediolo, impiegato nelle corse di trotto. La denominazione di padovanella deriva dalla città di Padova dove questo tipo di calessino era stato concepito e realizzato prendendo ispirazione dalle bighe romane utilizzate per le tradizionali corse dei carri che si svolgevano a Padova in agosto e che erano in grande voga nel XVIII secolo. Ma esisteva anche il landò, un tipo di carrozza a quattro ruote e doppia copertura retraibile a mantice. Il sedile per il cocchiere era posto è posto, generalmente, davanti e la carrozza viene trainata da 2 o 4 cavalli. La parte destinata ad ospitare i passeggeri era fornita di sedili a panchetta con disposizione "vis à vis". La denominazione "landò" è mutuata, con identico significato, dal termine francese landau, a sua volta derivante dalla città landau in der Pfalz, nella quale era stata inventata questa tipologia di carrozza, destinata al servizio pubblico. Un altro mezzo di trasporto era la wagonette, un tipo di varozza e poi divenata un tipo di automobile. Sul finire del XIX secolo erano chiamate wagonette le carrozze a traino animale destinate al trasporto promiscuo di persone e materiali che oltre alla panca trasversale per il conduttore e una persona a fianco, possedevano anche due panche longitudinali ai margini del pianale, alle quali le sponde facevano da schienali, che potevano ospitare altri passeggeri in una posizione vis-à-vis.Tale architettura di carrozzeria fu trasposta, con identica denominazione, anche sui primi modelli di automobile e mantenuta fino ai tempi attuali su alcuni fuoristrada, soprattutto di tipo militare. E per finire la giardiniera, un tipo di carrozza dellinizio 900. Questa vettura a traino animale veniva utilizzata dai contadini prer portare la merce ai mercati di Rivarolo e Ciriè, era un tipo di carrozza scoperta a quattro ruote e dotata di sedili laterali, entrata in voga all'inizio del '900. Il termine poi è stato esteso anche alle carrozze ferroviarie e tranviarie aperte lateralmente e dotate di piattaforma a balcone. E se oggi con lavvento dellautomobile pronunciamo il lemma inglese spyder o spider ci viene subito da pensare ad unautomobile con carrozzeria decapottabile a due posti e di impronta sportiva. Ma il termine spider, che in inglese significa ragno, era utilizzato per identificare un particolare tipo di carrozza scoperta a due posti, di costruzione semplice e leggera e molto diffuso in Italia nel XIX secolo, così chiamata perché la minuscola carrozzeria restava sospesa tra quattro enormi ruote a raggi che ricordavano la figura del ragno. la curiosità è che nonostante l'origine inglese del lemma, in campo automobilistico con questo lemma vengono solo così indicate le auto. Molte volte questo vocabolo spider viene confuso con il lemma cabriolet, che è di norma una berlina con tetto apribile a 4 posti mentro lo spider ne ha solo due di posti.
Favria, 27.10.2013
W le castagne brusatà della Pro Loco di Favria!
Lorigine e la provenienza del castagno è abbastanza
controversa, lorigine di questa pianta potrebbe essere lAsia minore ed il
nome, greco, potrebbe derivare da quello della città asiatica KASTANIS. Pare che
Senofonte, nel suo racconto sulla campagna in Persia,
Favria, 28.10.2013
Chi ama gli animali, dovrebbe prima di tutto voler bene agli
uomini, altrimenti è solo una belva dalla sembianze umane.
Quando vedo passare dei pastori con le mucche, che ritornano
dalla montagna sento il desiderio di liberrami per un attimo di tutto quello che di
artificioso mi circonda, scendo in strada e mi viene la voglia nellanimo di partire
e di andare per strade nuove con la solida terra sotto i piedi e lampio ed immenso
cielo sopra la testa per respirare aria che sa di aria vera e vedere nuvole e vaste
distese di terra ed erbe e fiori e di nuovi paesaggi, questo è per me il fascino della
transumanza.
La radice del problema.
Leggevo su di una rivista una citazione di Sandro Pertini:
La moralità dell'uomo politico consiste nell'esercitare il potere che gli è stato
affidato al fine di perseguire il bene comune." Ma la domanda che sorge nel mio animo
è che certo non tutto è uguale, il bene è bene e il male è male. Ma anche dal male
può nascere un bene. E coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali,
coloro che esercitano i poteri cardine della democrazia italiana ad ogni livello hanno il
compito di lavorare per questo, pena altrimenti la sconfitta di tutti, pena un
drammatico inquinamento morale del tessuto dellintera Patria e un grave colpo al
futuro. Og
Favria, 29.10.2013
Nella vita importante non abbattere mai una palizzata prima di conoscere la ragione per cui fu costruita.
Res gestae favriesi, dalla Galizia a Tarro Boiro
I cognomi doppi e tripli hanno sempre suscitato e ancora
suscitano un diffuso interesse. E i portatori di questi nomi doppi o tripli hanno piacere
di ritrovare le loro radici attraverso la ricerca, resa ancora più interessante dallavere
più nomi, le loro radici. In Italia i cognomi doppi o tripli non sono molto numerosi a
differenza della Spagna e Portogallo, dove per una diversa tradizione sono molto numerosi.
Molti studiosi fanno risalire lorigine di un cognome doppio o triplo una certa
radice nobile, come lassociazione del cognome originario con il nome del feudo che
è stato poi incorporato come cognome, oppure a causa di matrimoni tra due grandi
casate. Ma possono essersi originate per la ricerca di un prestigio sociale di famiglie
non nobili ma benestanti.. La loro origine potrebbe essere laggiunta del
secondo nome come traccia del paese dorigine. Unaltra ipotesi è lerrata
trascrizione da parte del parroco o del rogatore, o dello scrivano, che nellultimo
Medio Evo e nel Rinascimento ha fissato in una scrittura anagrafica o ufficiale un
cognome. Poiché gli atti erano allora redatti in latino medievale, e questo era a volte
scarsamente conosciuto anche da parroci e dai rogatori dei notai, erano frequenti .Ma
forse lipotesi più verosimile nella formazione dei doppi o tripli cognomi era
la necessità di distinguere i gruppi familiari che avevano lo stesso cognome quando
questo era molto frequente nella stessa Comunità, perché allora non esisteva il
codice fiscale. il doppio cognome Tarro Boiro potrebbe essere di origini galiziana,
Spagna, Tarro nello spagnolo moderno significa recipiente, ma veniva anche usato
come sinonimo di testa, si dice infatti, un tarro de miel: un barattolo di
miele, ma anche a ver si te cabe en el tarro!, chissà che ti entri in quella
zucca! Boiro è un comune spagnolo di attuali 18.730 abitanti situato nella
comunità autonoma della Galizia. Boiro potrebbe derivare dalla deformazione del
cognome di origine spagnola Borgia che ha un legame etimologico con
Favria, 30.10.2013
Per apprendere e distingure nella vita non basta solo lintelligenza, linformazione e locchio vigile. Ritengo che sia necessario quellaincognita in più che è data dalla conoscenza per le cose del mondo che Mi circonda, che viene definita cultura. il luogo che abito con il mio pensiero e con i miei sentimenti aperto allascolto degli altri.
La vita senza il cellulare del tutto e subito
Quando ero giovane, e viaggiavo a piedi e con i mezzi pubblici non avevo il cellulare in tasca e anche se lavessi avuto forse non ci sarebbe stato campo. Allora non cerano i cellulari e se qualcuno li aveva già inventati, io non lo sapevo. Ho vissuto così per molti anni, viaggiando e camminando, uscendo di casa nella mia città senza scrivere messaggi e senza rispondere al telefono. Cerano i telefoni pubblici e i telefoni nelle case degli amici, se desideravo avvisare che avrei fatto tardi o che avevo perso un treno. Ma quando viaggiavo, quando camminavo o quando salivo sui tanti mezzi pubblici che ho sempre amato, non cera altro che il finestrino da guardare, e lo scorrere del paesaggio, e i visi delle persone attorno a me, senza nientaltro da fare che vedere e sentire. Un tempo, il viaggio, che durasse tutta la mattinata per andare al mare o solo pochi minuti per andare da Cuorgnè a Campore, una località vicina, per poi ritornare a casa a piedi con mia mamma era il mio spazio vuoto e io lo riempivo con la mia immaginazione. Cerano fili invisibili che legavano il mio animo alle persone a cui volevo bene, potevo parlare con loro anche solo pensandoli, vedendoli e sentendoli con il terzo occhio, quello che fa scorgere ciò che è nascosto oltre i muri, i boschi e anche le montagne. Poteva capitare anche che io pensassi a qualcuno e poi lo trovassi, senza averlo chiamato prima, senza avergli dato appuntamento. A volte non occorre andare troppo lontano per scoprire che le persone a cui vogliamo bene ci sono sempre vicine. Adesso dopo diversi anni che ho il cellulare, acquistato perché quando agli inizi del duemila è scoppiata la moda del cellulare, diverse persone chiedevano il mio numero e che per chiamarmi non volevano aspettare neppure un minuto. Ora il telefono fisso non suona quasi più e il cellulare suona anche mentre sono in strada, ma non sempre lo sento: è troppo forte il rumore dei clacson e delle auto che mi corrono accanto. Così, quando, dopo minuti o ore, scopro una chiamata o un messaggio inaspettato, sono sorpreso e sorrido.Laltro giorno una cliente aveva un braccialetto che raffigurava un serpente che si mangiava la coda. questo mi ha fatto ricordare che questo simbolo un tempo era il simbolo degli alchimisti, di coloro che volevano illuminare le persone, renderle luminose e radiose come loro. Non era facile, per giungere alloro occorreva passare attraverso la luce o la pesantezza di altri metalli, il piombo e largento per esempio. E se largento illuminava, il piombo rischiava di far piombare nella tristezza anche chi dei metalli conosceva ogni segreto. Ma quello che significava quel cerchio e quel serpente che si morde la coda, era ed è tuttora che niente va perduto e che niente deve restare fisso, ma che tutto può muoversi e cambiare. Così cerco sul cellulare i nomi che contiene la rubrica degli amici, i conoscenti, anche i nomi di coloro con cui non parlo da troppo tempo. È sufficiente per salutarli, per augurare loro Buona Vita, per sperare che, con il terzo occhio, anche loro mi stiano guardando. Potrei leggere la mia rubrica di carta, ma con il cellulare so che posso decidere anche allimprovviso di mandare un messaggio. Scrivere e leggere a volte è come viaggiare. Forse è per questo che mi piacciono così tanto le mail, quelle che contengono saluti o inviti inaspettati. Oggi il cellulare ha sostituito lantico postino, adesso per questo cè la mail su internet, anche dal cellulare e così mi chiedo se resisterò, riuscirò per sempre a non avere un cellulare con la posta elettronica e di aspettare ancora di tornare a casa per leggere al computer chi mi ha scritto, come facevo da bambino quando guardavo nella casella della posta per giorni, attendendo la lettera di qualcuno che viveva lontano e pensavo che il postino fosse il mio più grande amico? Personalmente mi piace anche ora come allora aspettare, immaginare, provare a leggere il pensiero di chi, come me, forse mi sta pensando. Mi piace vedere lo schermo illuminarsi dargento, di promesse, di speranze, ma mi piace anche il cielo plumbeo, quello del temporale e della luce doro del sole che si accende con una nuova speranza, quando le nuvole si sono allontanate. Largento si estrae dal piombo e la voce di un amico può essere argentina, se è stata attesa a lungo.
una volta quando non cera il cellulare, se lauto mi avesse lasciato in panne nella notte, il cellulare mi avrebbe salvato se lo avessi avuto? Cè chi dice di sì e forse ha ragione. Ma di quello spazio vuoto, di quel cerchio in cui potevo perdermi e ritrovarmi, anche per qualche ora, prima di raggiungere una cabina telefonica con i simpatici gettoni, ne sento spesso un po di nostalgia. Così quando posso spengo il telefonino e lo faccio inserendo la modalità duso 'aereo'. Mi sembra di essere ancora in viaggio anche se sto facendo solo un giro fino al parco, dove corrono i cani e dietro ai cani, i loro padroni.
Favria,31.10.2013
La settimana degli infingardi
Magna Gin perdù la roca, / Tut l lunes a la
sercala/ Martes seira a la trovala,/Mercò d neuit a la ramgiala,/Gioba
ai campa antòrn la rista, /Vener a la perdula d vista, Saba as grata
poc la testa/ E dòminica a fa la festa (tratto da un sussidiario dinizio
novecento recentemente acquistato