La colpa!
Nel processo che lo vede come unico imputato il comandante
della nave Concordia, nome omen, peccato che non sia stato un buon presagio, da la colpa
al timoniere. Se mi guardo dentro, molti giorni ho un timoniere a cui dare la colpa e al
quale addosso con disnvoltura i miei quotdiani errori..
Nella mia fine è il mio principio
La frase sopra riportata è di Thomas S. Eliot, questo
pensiero mi fa riflettere che il futuro non è una replica del presente, nè
tanto meno la difesa ad oltranza di un passato ritenuto immobile. Ritengo che
fino ad oggi hanno funzionato nella vita sociale due pensieri che sono entrambi perdenti,
il nuovo sempre nuovo e la difesa ottusa del passato come mitica età
delloro. Credo invece che per rispondere alla crisi socio-economica del presente,
che sembra rendere incerto e minaccioso il futuro, si possa trovare una strada nuova,
che aspetta di essere percorsa anche se non è ancora stata tracciata, con tanto
buon senso, qualità di cui oggigiorno siamo carenti. La linea del tempo, infatti,
non è solo una progressione lineare, esiste un paradosso del tempo, quello di ragionare
che si deve mettere in comunione lesperienza di chi ha vissuto una vita con lesuberanza
giovanile che è il futuro. Per sintetizzarlo meglio, intendo dire, che si deve passare il
testimone alle nuove generazioni lasciandogli leredità dellesperienza
per farla germogliare per il futuro, e qui mi viene in mente un detto del poeta W.
Wordsworth., letto diverso tempo fa, che ho annotato tra i miei appunti:Il bambino
è il padre delluomo. Nella vita quotidiana, penso che si tenda a barcamenarsi
tra due concetti che non fanno crescere e non portano da nessuna parte. Tra un presente
dove evapora subito la memoria degli avvenimenti, basta pensare a quante persone si
ricordano dei proclami elettorali-propagandistici dei vari leader ad ogni livello e, listante
fortemente vissuto, dove si deve vivere a prescindere, sempre di cose nuove o meglio come
nuove, perché laggettivo nuovo, che deriva da una voce indoeuropea newo,
sanscrito navah, antico slavo novu, greco neos,
celtico novjis, pare già da sempre renda le cose e le azioni dotate di un
valore aggiunto, si debba poi necessariamente dimenticare di quello che
abbiamo detto e fatto, anche solo il giorno prima, come per le promesse e gli impegni ed a
volte persino nelle gioie e delusioni; il secondo deleterio concetto è lostinato
attaccamento del passato come fosse una sorta di età delloro perduta, che ci
ostiniamo a voler rifare, e che certe persone ottusamente pensano di difendere,
ritenendosi indispensabili, un conservatorismo antiquato che in realtà uccide leredità
viva del passato e la sua freschezza nel parlare al presente. Forse abbiamo bisogno di
occhiali giusti per vedere cosa sta succedendo adesso, avendo delle lenti bifocali da
presbite e da miope. Per capire la crisi occorre vederla bene da vicino, ma bisogna stare
attenti che se i governanti non curano la loro grande miopia che porta spesso a veder male
o non vedere affatto i grandi cambiamenti epocali di lungo periodo da cui discendono
questi di breve. Non dobbiamo farci frenare e rimare ipnotizzati dallo spread e dai
relativi numeri, che sono soldini e ricchezza che giorno per giorno si sta erodendo,
ma riprendere liniziativa con un urgente bisogno di investire in educazione
economico-finanziaria, perché lunico modo per ridurre il peso e linvadenza
delleconomia e della finanza nelle vita quotidiana e magari per poterla
addomesticare e forse governare è di conoscerla bene o almeno meglio. Ritengo che si
dovrebbe inserire la conoscenza delleconomia e della finanza nelle scuole di
ogni ordine e grado, e trasformare profondamente quei rami di corso universitario, dove si
studia troppo business, ma non vengono dati adeguati strumenti per potersi orientare
nelleconomia, che si è evoluta rispetto a quella degli anni ottanta.
In questi ultimi anni non sono le nazioni potenti militarmente che decidono ma è il
mercato che fissa le nuove regole. Ed allora continuare a leggere gli avvenimenti
che ci sono nel mondo, senza capire il peso che ha ora leconomia, è sbagliato
e produce delle giudizi con conseguenti terapie scorrette. Leconomia non è una cosa
astratta ma riempie la mia giornata dalla prima colazione per poi essere sommerso
durante il giorno da un fiume di informazioni e supposizioni che riempiono la mia mio
quotidiano cammino. Certo per governare leconomia addomesticandola alluomo
avremmo bisogno di grandi statisti e mi viene in mente la famosa frase di De Gasperi:
Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni
Senza cadere nel ricordare il passato dorato e con mestizia i grandi statisti, come Cavour
o De Gasperi, oggi mi sento come un passeggero su di una nave che sta
affriontando una grande tempesta e tutto paurosamente dondola, e mi auguro con tutto
il cuore, che il capitano ci sappia fare. Io personalmente sogno non un grande
statista ma una nuova classe dirigente che ad ogni livello non pensi a mantenere ed auto
celebrare se stessa ma ai giovani che devono ancora nascere al loro futuro lasciandogli in
eredità una Patria migliore con tutto il patrimonio culturale ed artistico come dote e
con il desiderio che lo possano sempre rigenerare, rinnovando, quanto di buono hanno
ereditato.
Favria, 30.12.2013 Giorgio Cortese
La luce del Nuovo Anno porti la speranza
Si allunga nella sera il nero manto dellultimo
giorno del 2013.
Questo è un tempo di bilanci e di ricordi e lanno
che sta scivolando via si porta dietro ogni cosa, e tutto diventa un ciò che resta dei
365 giorni passati.
Ogni giorno vissuto nel 2013 bello o brutto è
stato inciso profondamente nel nostro animo.
Il ritmo della memoria oscilla sui giorni
trascorsi.
Ancora un saluto al vecchio anno ed un sorriso di
speranza al nuovo giro di boa, che ogni anno si ripete con nel cuore un augurio di
speranza per tutti, perché in fondo al tunnel della lunga notte spunti sempre la radiosa alba.
Personalmente auguro che per il 2014 ritornino il
sorriso e la felicità affinché chi ne è senza ne abbia ancora in abbondanza, ed auguro
sinceramente la speranza rigogliosa perché non possa mai morire e a quelli che
hanno perso la fiducia di ritrovare la speranza, la ritrovino traboccante.
Di auguri ne avrei molti da fare a Voi tutti e
allora e dal profondo del mio cuore auguro un buon anno a tutti quanti.
Sinceri auguri al Direttivo, soci e
simpatizzanti
Centro Incontro
Pensionati di Favria, Pro Loco di Favria
Favria, 31.12.2013
Giorgio
Cortese
Il ballo dellanno!
È notte,nelle case tutti sono intenti a consumare il cenone e
nel parco delle sparute foglie ballano nel silenzio, sono simili a ghirande
improvvisate che fremono nel valzer! Dal campanile lorologio batte mezzanotte
Se
per Cenerentola questa era la fine di un ballo, per noi favriesi, iniziano le danze di un
intero anno.
Buon anno a tutti!
Favria, 31.12.2013 Giorgio Cortese