Res gestae favriesi: Luv ravass butunè
Leggo dai media locali che nelle nostre valli del Canavese è
ritornato il lupo!
Questo mi fa ricordare che a Favria nel 1806, il 24 gennaio, il
Prefetto del Dipartimento della Dora, Dèpartements Conquis, Dipartimenti Conquistati,
segnala che le campagne di Feletto Favria, Rivarolo ed Oglianico sono
infestate dai lupi, denominati lupi della Svizzera. Il Prefetto Plancy agisce, non
dimentico del disposto del Direttorio Esecutivo del non lontanissimo anno 5 repubblicano
19 piovoso, 7 febbraio 1797 , nel 1806 era stato reintrodotto il calendario gregoriano,
con una battuta di caccia ai lupi avrà luogo il 1° del mese successivo nelle
campagne di Feletto, Rivarolo, Favria e Oglianico sotto la direzione di un certo
signor.Favre, Guardia Generale delle Foreste. Il ritrovo dei sindaci , dei cacciatori e
battitori è fissato alle 6 precise del mattino, presso il municipio di
Rivarolo, sito prescelto come luogo di raduno. Ogni sindaco portava con se 10 cacciatori
muniti di armi e munizioni adatte alla caccia dei lupi ed anche cani se adatti
a questo scopo, e 20 uomini abili e conoscitori dei posti per cercare nei boschi e
spingere i lupi verso i cacciatori. il problema della difficile convivenza tra gli
esseri umani e questo canide rimane anche con la Restaurazione, iniziata nel 1814,
infatti nel 1817, viene approvato in data 6 giugno, con un manifesto lUfficio
della Regia Intendenza della Città e Provincia di Torino aumenta il premio per luccisione
dei lupi feroci, pensate, per ogni lupa, lire nuove 500; per ogni lupo lire nuove 400; per
ogni lupicino lire nuove 200; i lupi vengono denominati di ingorda ferocia e detti
della Svizzera.Un episodio ancora più strano e quanto avvenne in Favria allinizio
del settecento, si narra infatti che un grosso lupo si nascondeva nel bosco della
favriasca, chiamato dai favriesi di quel tempo "luv ravass butunè.
Dal manoscritto letto era un lupo sempre famelico, feroce e abbottonato. Si abbottonato
perchè i cacciatori del settecento dicevano che nonostante fosse sottoposto al fuoco
delle carabine a pietra focaia poteva cambiare pelle, sbottonandosi quella sforacchiata
dai pallini, cambiando così pelle! Analoghe leggende con delle varianti ci sono in altri
luoghi del Piemonte.
Favria, Giorgio
Cortese