Pesce d’Aprile

Eccolo è arrivato, occhio alle spalle, il primo aprile, il giorno degli scherzi e delle notizie incredibili: i pesci d’aprile sono in agguato ovunque, a casa come in ufficio ma anche su internet, sui giornali ed in tv. Creduloni e non di tutto il mondo state attenti, siete avvisati. Ma come nasce questa strana “festa” che tanto abbiamo temuto soprattutto ai tempi della scuola? Il pesce d’aprile, “poisson d’avril” in Francia, “pescado de abril” in Spagna, conosciuto anche come “April Fool’s day” (che in inglese significa “giorno dei buffoni di aprile”) è una festa dedicata agli scherzi che si celebra, per così dire, oltre che in Italia, anche in Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Brasile fino ad arrivare in Giappone. Le burle consistono in false e ridicole commissioni o in richieste di oggetti impossibili, chimerici e inesistenti, quali la corda del vento  in Portogallo, il lievito per le salsicce  in Francia, la neve disseccata in Germania, il rasoio per tosare le uova in Belgio, la pietra per affilare i capelli ad Andorra, e via dicendo. Varie le spiegazioni dell'origine dell'uso. Chi ne attribuisce l'invenzione al popolo di Firenze, dal fatto che in quella città si solevano spedire il primo d'aprile i semplicioni a comperare, in una speciale piazza, del pesce che vi era solo in effigie, altri dicono che fa riferimento ad  un decreto pontificio, che proibiva di consumare il pesce in quel giorno, per ricordo del miracolo della spina, avvenuto in Aquileia al tempo del patriarca Bertrando; chi, invece, alla fuga di un principe lorenese, che, all'epoca di Luigi XIII, avrebbe attraversato a nuoto la Meurthe. L’ipotesi più convicente pare sia quella che l’idea di accostare gli scherzi a questa data abbia preso corda durante il regno di Carlo IX di Francia. Verso la metà del XVI secolo, in tutta la Francia le celebrazioni del nuovo anno cominciavano il 25 marzo e finivano una settimana dopo, il 1 aprile appunto. Nel 1564, attraverso il decreto di Roussillon, il re decretò l’adozione del calendario gregoriano facendo diventare così il primo giorno dell’anno il 1 gennaio. La leggenda vuole che molti francesi o contrari a questo cambiamento o che semplicemente se ne dimenticarono, continuarono a scambiarsi regali, festeggiando durante la settimana che terminava con il 1 aprile. Dei burloni però decisero di ridicolizzarli, consegnando regali assurdi, organizzando feste inesistenti, facendo nascere così la tradizione di fare scherzi il primo giorno di aprile. E poi il nome “Pesce d’aprile“, che si rivolge alla vittima degli scherzi, potrebbe derivare dallo zodiaco: qualsiasi evento accaduto in quella data era relazionato con il fatto che il Sole lasciava la costellazione dei Pesci. Da qui l’usanza di “festeggiare in modo insolito” il primo aprile si è diffusa in tutto il mondo, assumendo connotazioni particolari nei vari paesi. Ad esempio, come in parte già vi abbiamo raccontato, i nostri cugini francesi utlizzano simbolicamente l’immagine del sole, nel suo passaggio dal segno dei Pesci a quello dell’Ariete. Gli anglosassoni invece connotano questa giornata con l’espressione “april’s fool day“, letteralmente il giorno dello sciocco di aprile, utilizzando la parola fool che secondo qualcuno dovrebbe indicare un folletto di origini medievali. Nella Scozia delle highlands invece, il pesce d’aprile ha una curiosa appendice nel taily day, ovvero giorno delle natiche, durante il quale, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati, sciocchi o gawls,  un cartello con la scritta kick me, dammi un calcio. Insomma, un po’ ovunque in Europa e nel mondo quella del “pesce d’aprile” è una leggera evasione, un modo per sdrammatizzare gli eventi e “prendere la vita” con più leggerezza.

Favria 1.04.2014     Giorgio Cortese

 

Da piccola colonna a Colonnello.

Il termine "Colonnello" deriva dal latino "columnella" che significa "piccola colonna". Tuttavia, non è mai stato usato come rango nelle armate dell'Impero Romano. Per designare una postazione militare, il termine è nato alla fine del XVI secolo, in Italia, dove è indicato l'ufficiale responsabile di una "colonna", nel senso di una marcia militare in formazione colonna. Il termine è nato come "Colonnello" probabilmente abbreviazione di "Capitano Colonnello", vale a dire il capitano di una colonna. Nell'antico Piemonte del 1400/1500, quando l'Esercito non era sempre costituito ma si formava all'esigenza, attorno al nucleo di unità mercenarie sempre presenti, le regioni amministrative del Piemonte erano denominate Colonnellati, ed in guerra fornivano il personale per unità mobilitate della forza approssimativa di un reggimento.  Il lemma  "Colonnello" potrebbe derivare dal termine spagnolo "coronel", coronato. La parola indicava lo stendardo reggimentale in uso presso le unità spagnole ornato della corona reale.Per tornare all'antico Piemonte, nel 1566 con la parola "Colonnello" si indicava anche un'unità formata da sei compagnie composte di più centurie e squadre armate di alabarda, picche, archibugi. In Francia il termine "Colonnello" si alternò a quello di Maestro di Campo. Questo ruolo è praticamente presente da sempre nella struttura gerarchia italiana, è stato forse il grado più stabile fra quelli della piramide gerarchica identificandosi da subito con il comando di un reggimento, cosa che permane ancora oggi nell'Esercito attuale

Favria   4.04.2014

 

“Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio ...che ci aspettiamo il nostro pranzo,  ma dal fatto che essi hanno cura del loro interesse. Noi non ci  rivolgiamo alla loro umanità ma al loro egoismo e con loro non parliamo  mai delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi.” Adam Smith, da La ricchezza delle nazioni

 

L’entusiasmo quotidiano

Certo senza entusiasmo, non si è mai compiuto niente di grande. Con l’entusiasmo non si costruisce una casa, né si scrive un libro, né si ara un campo, né si gioca a calcio. Ma l’entusiasmo è il più grande patrimonio che come essere umano possiedo,  è l’energia vitale che stimola le idee,  è la forza che mi fa rialzare ogni volta che cado. Il quotidiano entusiasmo rappresenta il pilastro portante attorno alla quale posso muovermi con libertà e creatività

Favria,  5.04.2014    Giorgio Cortese

 

L’entusiasmo è eccitazione con ispirazione, motivazione ed un pizzico di creatività

 

Ribaldo maramaldo.

Nella vita di ogni giorno incontriamo decine di persone, alcune ci aiutano altre passano senza lasciare traccia, infine, fanno male come i ribaldi maramaldi. Ribaldo  deriva dall’antico provenzale ribaud che deriva a sua volta dal gotico hriba, che aveva come significato originario prostituta. Certo che con dei natali così la parola era già sulla cattiva strada, nel 1200 in Francia delle milizie leggere medievali, erano così chiamati i soldati, di umile condizione, ai quali era affidato il compito di dare inizio alla battaglia, o che andavano saccheggiando al seguito dei cavalieri, e anche i servi, i predatori, la folla e tutti i non combattenti che, seguendo le milizie, riuscivano a entrare negli accampamenti.. Oggi con questo lemma si designa chi  vive alla giornata, di ruberie, imbrogli e altre attività disoneste. Ed i novelli ribaldi  sono le persone che mentono. Già la menzogna è un  concetto che da sempre se da una parte ci affascina, quando la leggo nei libri,  al tempo stesso quando la sperimento sulla mia pelle mi ferisce. Di fronte alla menzogna abbiamo solo due mosse, o restare fedeli alla realtà o costruire intorno a se stessi un castello di inutili bugie. Ma, quello che mi fa poi scegliere nella scelta è l’educazione e la maturità, ma vedo molte persone che cadono con frequenza a questa tentazione. Oggigiorno, l’attuale società, sembra quasi che premi chi mente, sapendo di mentire e anche chi tace la verità. Spesso mi chiedo quale sia la causa della sfiducia che mina i rapporti e le relazioni di oggi,e anche con le  istituzioni,  ma a questo punto mi sembra evidente: la precedente certezza che “mentire è sbagliato” è stata accantonata e al suo posto sono sorti i “se” e i “ma” che portano, quasi inconsciamente, ad accettare una menzogna. La fiducia non ha più una base di verità su cui essere costruita, ecco perché crolla tutto. Adesso sembra quasi che il   giudizio sul mentire non è più sentito dai molte persone come negativo in modo assoluto, bensì è definito dallo scopo delle bugie, si distinguono quindi in “buoniste”, quelle dette a fin di bene, e ormai accettate da tutti, e quelle cattive, che chiamo maramaldo, dal nome  di Fabrizio Maramaldo, capitano di ventura, il quale nella battaglia di Gavinana del 1530 uccise crudelmente il condottiero avversario Francesco Ferrucci, già gravemente ferito, insomma delle bugie dannose, che rischiano di uccidere degli animi già provati Ma tornando alla suddivisione delle bugie la ritengo davvero pericolosa, mi domando qual è il confine netto  tra bugia “buonista” ed una “maramalda? Ma fino a che  punto è accettabile che si menta e quando diventa una faccenda da sanzionare? Senza dimenticare che prima o poi tutti incontriamo dei mentitori  patologici, persone che mentono per  raggiungere uno scopo, senza  curarsi delle conseguenze. Ed è per questo che il linguaggio politico è concepito in modo che le menzogne suonino sincere e l'omicidio rispettabile, e per dare una parvenza di solidità all'aria certi politici  sotto le elezioni sono simili al pastore   che cerca sempre di convincere il gregge che l'interesse delle pecore ed il proprio siano gli stessi. Ma attenzione, nessuno può a lungo avere una faccia per sé stesso e un'altra per il popolo, senza rischiare di non sapere più quale sia quella vera. Se non si corre ai ripari e duratura su cui poter procedere raccontando la verità, la Nostra Patria rischia di diventare sempre di più il paese della menzogna, dove la verità viene considerata una malattia

Favria, 6.04.2014    Giorgio Cortese

 

Le persone senza entusimo sono nate vecchie pure senza esperienza!