Da piccola colonna a Colonnello.
Il termine "Colonnello" deriva dal latino
"columnella" che significa "piccola colonna". Tuttavia, non è mai
stato usato come rango nelle armate dell'Impero Romano. Per designare una postazione
militare, il termine è nato alla fine del XVI secolo, in Italia, dove è indicato
l'ufficiale responsabile di una "colonna", nel senso di una marcia militare in
formazione colonna. Il termine è nato come "Colonnello" probabilmente
abbreviazione di "Capitano Colonnello", vale a dire il capitano di una colonna.
Nell'antico Piemonte del 1400/1500, quando l'Esercito non era sempre costituito ma si
formava all'esigenza, attorno al nucleo di unità mercenarie sempre presenti, le regioni
amministrative del Piemonte erano denominate Colonnellati, ed in guerra fornivano il
personale per unità mobilitate della forza approssimativa di un reggimento. Il
lemma "Colonnello" potrebbe derivare dal termine spagnolo
"coronel", coronato. La parola indicava lo stendardo reggimentale in uso presso
le unità spagnole ornato della corona reale.Per tornare all'antico Piemonte, nel 1566 con
la parola "Colonnello" si indicava anche un'unità formata da sei compagnie
composte di più centurie e squadre armate di alabarda, picche, archibugi. In Francia il
termine "Colonnello" si alternò a quello di Maestro di Campo. Questo ruolo è
praticamente presente da sempre nella struttura gerarchia italiana, è stato forse il
grado più stabile fra quelli della piramide gerarchica identificandosi da subito con il
comando di un reggimento, cosa che permane ancora oggi nell'Esercito attuale
Favria 4.04.2014
Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del
birraio o del fornaio ...che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi
hanno cura del loro interesse. Noi non ci rivolgiamo alla loro umanità ma al loro
egoismo e con loro non parliamo mai delle nostre necessità, ma dei loro vantaggi.
Adam Smith, da La ricchezza delle nazioni
Lentusiasmo quotidiano
Certo senza entusiasmo, non si è mai compiuto niente di grande.
Con lentusiasmo non si costruisce una casa, né si scrive un libro, né si ara un
campo, né si gioca a calcio. Ma lentusiasmo è il più grande patrimonio che come
essere umano possiedo, è lenergia vitale che stimola le idee, è la
forza che mi fa rialzare ogni volta che cado. Il quotidiano entusiasmo rappresenta il
pilastro portante attorno alla quale posso muovermi con libertà e creatività
Favria, 5.04.2014 Giorgio Cortese
Lentusiasmo è eccitazione con ispirazione, motivazione
ed un pizzico di creatività
Ribaldo maramaldo.
Nella vita di ogni giorno incontriamo decine di persone, alcune
ci aiutano altre passano senza lasciare traccia, infine, fanno male come i ribaldi
maramaldi. Ribaldo deriva dallantico provenzale ribaud che deriva a sua volta
dal gotico hriba, che aveva come significato originario prostituta. Certo che con dei
natali così la parola era già sulla cattiva strada, nel 1200 in Francia delle milizie
leggere medievali, erano così chiamati i soldati, di umile condizione, ai quali era
affidato il compito di dare inizio alla battaglia, o che andavano saccheggiando al seguito
dei cavalieri, e anche i servi, i predatori, la folla e tutti i non combattenti che,
seguendo le milizie, riuscivano a entrare negli accampamenti.. Oggi con questo lemma si
designa chi vive alla giornata, di ruberie, imbrogli e altre attività disoneste. Ed
i novelli ribaldi sono le persone che mentono. Già la menzogna è un concetto
che da sempre se da una parte ci affascina, quando la leggo nei libri, al tempo
stesso quando la sperimento sulla mia pelle mi ferisce. Di fronte alla menzogna abbiamo
solo due mosse, o restare fedeli alla realtà o costruire intorno a se stessi un castello
di inutili bugie. Ma, quello che mi fa poi scegliere nella scelta è leducazione e
la maturità, ma vedo molte persone che cadono con frequenza a questa tentazione.
Oggigiorno, lattuale società, sembra quasi che premi chi mente, sapendo di mentire
e anche chi tace la verità. Spesso mi chiedo quale sia la causa della sfiducia che mina i
rapporti e le relazioni di oggi,e anche con le istituzioni, ma a questo punto
mi sembra evidente: la precedente certezza che mentire è sbagliato è stata
accantonata e al suo posto sono sorti i se e i ma che portano,
quasi inconsciamente, ad accettare una menzogna. La fiducia non ha più una base di
verità su cui essere costruita, ecco perché crolla tutto. Adesso sembra quasi che il
giudizio sul mentire non è più sentito dai molte persone come negativo in modo
assoluto, bensì è definito dallo scopo delle bugie, si distinguono quindi in buoniste,
quelle dette a fin di bene, e ormai accettate da tutti, e quelle cattive, che chiamo
maramaldo, dal nome di Fabrizio Maramaldo, capitano di ventura, il quale nella
battaglia di Gavinana del 1530 uccise crudelmente il condottiero avversario Francesco
Ferrucci, già gravemente ferito, insomma delle bugie dannose, che rischiano di uccidere
degli animi già provati Ma tornando alla suddivisione delle bugie la ritengo davvero
pericolosa, mi domando qual è il confine netto tra bugia buonista ed
una maramalda? Ma fino a che punto è accettabile che si menta e quando
diventa una faccenda da sanzionare? Senza dimenticare che prima o poi tutti incontriamo
dei mentitori patologici, persone che mentono per raggiungere uno scopo, senza
curarsi delle conseguenze. Ed è per questo che il linguaggio politico è concepito
in modo che le menzogne suonino sincere e l'omicidio rispettabile, e per dare una parvenza
di solidità all'aria certi politici sotto le elezioni sono simili al pastore
che cerca sempre di convincere il gregge che l'interesse delle pecore ed il proprio
siano gli stessi. Ma attenzione, nessuno può a lungo avere una faccia per sé stesso e
un'altra per il popolo, senza rischiare di non sapere più quale sia quella vera. Se non
si corre ai ripari e duratura su cui poter procedere raccontando la verità, la Nostra
Patria rischia di diventare sempre di più il paese della menzogna, dove la verità viene
considerata una malattia
Favria, 6.04.2014 Giorgio Cortese
Le persone senza entusiamo sono nate vecchie e pure
senza esperienza!