Nellimpossibilità di farlo personalmente, ringraziano a
nome dei miei famigliari quanti hanno partecipato esprimere affetto e vicinanza in questo
doloroso momento al lmioo dolore per la scomparsa di mio papà. Grazie
Riflessione
Martedì sera 27 maggio è mancato
mio papà, pensavo di essere una persona razionale e fredda, ma in quei momenti langoscia
ha il sopravvento su tutto. Nella notte a mente fredda riflettevo sulla vita terrena
di mio papà classe 1921 a luglio avrebbe compiuto 93 anni. La morte di un genitore
lascia un grande vuoto che viene colmato subito dal dolore e poi colmato nellanimo
dal ricordo dei suoi insegnamenti e del suo esempio. Mio papà è passato dal sonno alla
morte, ecco la vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui
l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme e questo mi fa meditare sulla
fine e sul fine della vita. Mi fa pensare e mettere a fuoco la mia umana esistenza,
nella consapevolezza che ogni evento della mia storia personale è un po' come un
atomo o una cellula: estremamente minuscola, eppure capace di rivelarsi un microcosmo. Non
mi stanco di ripeterlo che si vive un periodo storico che grazie ad internet si sa tutto e
di tutti in tempo quasi reale ma viviamo anche un tempo in cui si sorvola su tutto, si
banalizza tutto, si archivia subito tutto nel retrobottega della dimenticanza. E invece ci
sono fatti che possono cambiare non solo la direzione di una vita, ma anche il significato
di tutto ciò che si è finora compiuto. A maggior ragione l'ultimo atto, quello che
suggella l'intero arco dell'esistenza. In questi momenti di lutto il pensiero della morte
è un disturbatore necessario mi da una scala diversa dei valori, mi libera da
paure inutili e da meschinità, mi fortifica nell'agire in modo giusto, degno e pieno
Favria Giorgio Cortese
Durante la giornata la determinazione crea la differenza tra
essere pigro e essere colpito dalla forza fulminante di un impegno. Se mi spingo
stancamente non supererò mai il quotidiano ostacolo, ma con la determinazione lo salto
con scioltezza.
Tra gufi, sciacalli. e coyote
Riflettendo sui fatti avvenuti allo stadio Olimpico per la finale
di coppa Italia, la contestazione becera a Fassino e la sua elegante
risposta, il caso Aldovrandi o quello di Magherini, mi viene da pensare che nel
Patrio Stivale se in politica ci sono i gufi, gli sciacalli ed i grilli, noi forse stiamo
diventando tutti degli squallidi coyote,e chiedo scusa al canide a quattro zampe che non
merita sicuramente il paragone, ma è stato utilizzato per rimare nellitalico
bestiario è lunico animale che mi è venuto in mente, e forse ho poca fantasia.
Forse dobbiamo fermarci un attimo e pensare che il male della nostra società attuale si
cura solo e sempre con il bene. Per ridare vitalità al debole tessuto sociale e ridare la
giusta autorevolezza alle Istituzione e alla dignità di noi cittadini bisogna riannodare
il filo della memoria. La memoria dolente e giustamente indignata, che può e deve aiutare
lintera nostra Comunità Nazionale e le Istituzioni coinvolte, Forze dellOrdine,
Magistratura, la sana Politica a riannodare i fili di una prossimità
buona e felice tra tutori dellordine e cittadini e di una confidenza sicura nella
giusta forza posta al servizio della convivenza civile con politici che perseguano
sinceramente il Bene Comune. Perché non si possono chiudere gli occhi, e il male si cura
solo col bene, cioè vincendolo e riparando, per quanto umanamente possibile, al danno e
al dolore che ha provocato. E qui, aggiungo, emergono due concetti da tenere sempre in
alto nellanimo di tutti noi, legalità e la certezza della pena. Una pena non
deve essere particolarmente severa nè, tantomeno, 'esemplare', ma deve essere certa! Ed
è proprio questo che manca in Italia e favorisce ogni tipo di delinquenza, quante volte
leggo di delitti commessi da pluripregiudicati? Ritornando al filo della memoria, è il
tessuto del ricordo indelebile degli uomini e delle donne che lhanno affermata e
difesa, delle vittime dei fuorilegge, delle sconfitte subite e delle vittorie conquistate,
che si costruisce una salda legalità. Lo ripeto, ancora una volta, nel modo spero più
semplice e diretto: la legge non è, e non può mai diventare, il manganello che
intimidisce e addirittura prevarica, è, deve sempre essere, larma
disciplinata, e perciò davvero pacifica, che difende le persone normali e ancor di più
le persone deboli dallarbitrio di chi, in molti modi, pratica la prepotenza:
criminali, speculatori, arroganti delinquenti ultras che con le scritte sulle loro
magliette ci infangano il nostro italico onore nel mondo intero. Certo queste
categorie posso anche annidarsi anche tra le fila dei difensori della legge, perché dove
cè il bene là cerca sempre di annidarsi il male. Ma non ha ragione e non
può averla. E la legalità si afferma non solo con la forza e il coraggio della giustizia
che commina delle pene, non esemplari ma, certe, ma anche e soprattutto con lesemplarità
dei comportamenti che certo non sempre portano applausi a scena aperta, ma sono
gli unici a meritarli. Ricordo che per la violenza negli stadi molte Nazioni
europee hanno convissuto con questa piaga, ma con sforzi e determinazione sono riusciti a
risolvere questo problema. Basti pensare allInghilterra con i sui hooligans, allora
quando la situazione divenne insostenibile, molti anni fa, lInghilterra si
autoescluse dalle competizioni europee per qualche anno e modernizzo gli impianti sportivi
per renderli più a misura duomo. Si adoperò inoltre per snellire la giustizia e
portare davanti al giudice il teppista di turno, che veniva immediatamente condannato e
bandito il coyote di turno dagli stadi di calcio
Favria 31.05.2014 Giorgio Cortese