Alborada nella splendida valle
Alba dal provenzale alva che deriva dal
latino albus, bianca, sottinteso di lux, luce. Laggettivo latino albus, da cui
deriva il lemma Alba, significa "biondo,bianco". Variante del nome: Albina e
Dawn, Sant'Alba è celebrata il 16 dicembre e il 17 gennaio. LAlba è quel
breve spazio di tempo tra il mattino ed il levare del sole, chiamato appunto alba perché
il cielo si imbianca quando il sole si approssima allorizzonte e già prima della
levata del sole sullorizzonte si manifesta uno stato di luminosità via via in
aumento, il crepuscolo mattutino, variabile secondo le località. Pensate che questo primo
chiarore del mattino avverrebbe in brevissimo tempo se non avessimo latmosfera che
crea leffetto della rifrazione e della diffusione dei raggi solari
nellatmosfera e che mi permette di ammirare quando riesco con lo stesso immutato
stupore lAlba con la sua impenetrabile grandezza dove i sogni della notte si
congiungono ai primi luminosi pensieri della giornata. Perché se voglio che ogni giorno
sia migliore del precedente devo prima passare per il buio sentiero della notte, ogni
giorno è diverso dallaltro, ogni alba porta con se il suo speciale prodigio, il suo
istante incantato, per iniziare con il nuovo giorno con un sorriso perché
altrimenti è un giorno perso. LAlborada è un componimento poetico-musicale, in
francese Aube ed in tedesco Tagelied, tipico della poesia dei trovatori, un canto che
annunciava laurora, che è divenuto in seguito lesortazione al congedo rivolta
a una coppia dinnamorati. IAlbirada ha origine in Galizia, Spagna, gli
strumenti caratteristici erano caratteristici la dulzaina, una specie di oboe rustico ed
il tamboril, piccolo tamburo. Era ed è una musica, nella versione popolare, da
eseguirsi all'alba con ritmo vivace. Sono ispirati allAlbordada anche altri tipi di
componimenti, come lAlbata, sinonimo di mattinata come canto mattutino alla propria
bella, e come tipo di composizione vocale e strumentale. LAubade francese e
lAlborada spagnola, sono state usate dal 19° secolo come titolo di composizioni
strumentali come lAlborada del grazioso di . Ravel del 1912 e lAubade per
pianoforte e 18 strumenti di F. Poulenc del 1929. Questanno levento in
questa splendida valle coincide, per la prima volta, con il solstizio d'estate, ed
è stato scelto il colore bianco per dare rilievo come l'alba, oltre a
descrivere il primo chiarore del giorno, segna la fine della notte, sia intesa
anche come inizio, principio della vita. Se penso allalba rammento ad una mattina
dinverno quando era mancata per un improvviso black out la luce in casa che quella
pubblica. Mi ricordo della Luna, come fosse adesso, piena, grossa e rotonda, che
cercava di fare capolino dal cielo nuvoloso per illuminare, di tanto in tanto, con
la sua luce riflessa la strada e il parco monumentale. Le venerande piante, sembrano
simili a sentinelle che con la loro presenza hanno assistito allevolversi della vita
della Comunità, patriarchi silenziosi ma attenti bioindicatori delle
variazioni del passato prossimo che superano la cosi detta memoria generazionale.Ripenso
al buio che tutto avvolge ed ecco che allora il retaggio delluomo paleolitico delle
caverne riemerge dalla mia memoria genetica: La vecchia paura del buio che è
paura della conoscenza, e di quello che attende al fondo della conoscenza, la scoperta
della morte. Penso a cosa hanno ricamato attorno alla paura del buio gli psicologi. Penso
che è certo unesperienza che tormenta non solo il bambino ma anche ogni
adulto, e solo con il buio che si sente ramificarsi nelle ossa un
brivido, una sensazione di disagio che si prova solo quando si trova solo in una strada o
in una stanza oscura. Cè indubbiamente loscurità che nasce dalla
profondità del mistero: non per nulla nei testi sacri indiani delle Upanisad
si afferma che gli dèi amano loscuro e detestano levidente. In
quel momento per esorcizzare la cupa atmosfera precedente al sorgere del sole ho cercato
nellanimo una parola magica! Un bel vocabolo luminoso da sostituire alla parola
Buio, che già da sola mette inquietudine. Penso che ci vorrebbe anche un nuovo modo per
definire quell'oscurità che cambia tutte le cose e tutte le fa più paurose. Per trovarla
ci vorrà un bel po' di fantasia e l'aiuto dellimmaginazione, magari,
chissa?
.Ma poi il lemma era davanti ai miei occhi, la bianca e luminosa Alba che di bianco
e di speranza tinge il cielo e tutto lumanità ancora addormentata. Purtroppo non
siamo più abituati alla notte senza linquinamento della luce
artificiale. La notte, nei centri abitati, a differenza di quella meravigliosa valle. non
sono mai buie, le luci sempre accese sono tante, fin troppe. Utili, di sicuro, quando
garantiscono la percorribilità delle strade, inutili quando lampeggiano sulle vetrine,
sui cartelloni pubblicitari, sulle insegne di negozi e locali notturni. In pianura,
densamente popolata le luci accendono le strade e spengono il cielo, dicono astronomi e
astrofili che le stelle scompaiono messe in ombra,dalla luminosità artificiale. Se il
cielo fosse sereno avrei l'occasione godere di uno degli spettacoli naturali più belli
che ci siano: il firmamento. Uno spettacolo che, per di più, è gratis! E è
proprio nel buio che s'accendono le stelle e risplende la luna ed è dal grembo della
notte che fiorisce l'alba. Anche noi, perciò, siamo "tenebrosi, pur col
candore della nostra pelle; su di noi si stende il sudario oscuro della quotidianità
faticosa e pesante. Ma pure per noi sono aperte nel cielo le stelle della speranza e si
schiude l'aurora della vita, e allora godetevi questa Alborada in questa magnifica valle
con laugurio sincero che il sole che sorge ogni giorno sia un sole sempre nuovo, che
viviamo bene la nostra vita perché la meraviglia del creato non sprechi con noi
miseri esseri bipedi le sue stupende meraviglie.
Favria, 21.06.2014 Giorgio Cortese