Sono carnivoro, ma non me ne vanto
Recentemente ho letto con attenzione un libro, che non è
proprio una guida gastronomica per vegetariani, ma una scuola di vita per la non violenza.
Come onnivoro chiedo scusa anche come carnivoro, mi sono piaciute le divertenti ricette
morali sui vari animali, contenute in questo libro, che invece di essere mangiati sono
stati dallautore osservati con occhio attento da cacciatore di immagini e di
sensazioni. Insomma questo saggio mi ha fatto riflettere sulla coerenza morale e sulla
tolleranza, infatti non biasima noi onnivori-carnivori ma con arguta ironia mi fai pensare
che forse cè un altro modo di alimentarci e di rispetto verso gli esseri
umani . La non-violenza e la benevolenza non si mostrano soltanto a tavola, tanto per fare
tendenza, come purtroppo crede la maggioranza delle persone, ma a qualunque ora, ogni
giorno, in tutta la vita, e verso tutti gli esseri viventi, solo a quel punto la scelta
vegetariana è un gesto coerente e nobile. Coerenza morale e tolleranza: questo il senso
del messaggio del libro. Ritengo che se si mostra sensibilità e amore verso gli
animali, lo si deve fare nello stesso con gli esseri umani. Mi viene da pensare che certe
persone trattano bene gli animali solo per lavarsi la coscienza per essere delle
persone aggressive che trattano male i propri simili. La visione della vita
vegetariana dellautore, mi ha fatto pensare che la sua scelta morale è coerente,
infatti nel libro mi hai fatto riflettere di come può una persona allevare unanimale
per poi ucciderla e mangiarsela. Rimango un incallito carnivoro, e non me ne vanto,
ma nel mio animo alligna una domanda: La nostra etica, la nostra morale hanno
a che fare anche con quello che mangiamo? Leggendo il libro sono affiorati nel mio
animo dei ricordi della fanciullezza, quando da bambino, il primo giorno di tempo buono
dopo un mese di pioggia e di nebbia la nonna liberava tutti gli abitanti del pollaio,
questi appena giunti nel cortile, si fermavano alla vista del sole come per ringraziare di
rivederlo, finalmente. Con loro avevo stabilito una confidenza a lungo attesa e quando le
mattine destate mi vedevano che accompagnavo mia nonna per lapertura della
porta borbottavano una specie di gratitudine, ma avevano fretta di raggiungere lo spiazzo
dedicato alla pastura. Il pollaio si chiudeva alla sera, perché li non esisteva nessun
Wto in cui si ritiene normale e democratica la libera competizione tra faine e galline..
La prima considerazione che volevo fare è che nessuno osi affermare Sei scemo come
una gallina, perché quando vivono bene, pasti naturali e libertà, si riesce
perfino a dialogare con loro, oltre al regalo che ci fanno di quel prezioso contenuto
negli involucri bianchi di calcio ricchi di sodio, potassio, fosforo, vitamina A che sono
le uova.. E non mi dite che non sono costretto come la volpe a cibarmi di galline, perché
non è una risposta esauriente. Ritornado al libro il menù che mi è piaciuto di
più è quello del tacchino racchino ripieno a pagina 16 con il torsolo della mela,
ricetta provata da bambino, con il pomposo tacchino tutto rigonfio ed impettito dai rossi
bargigli, che faceva la ruota, rovesciando il capo all'indietro, strascicando le ali
a terra e gridando confusamente sembrava dirmi: Povero mammifero bipede, questo
mondo in cui vivi, non lo hai ereditato dai Tuoi progenitori, ma preso in prestito
dai Tuoi futuri figli! Libro che è degno essere letto e meditato: Prendere una
lepre editore Lavieri di Biagio Bagini et finemente illustrato da Giuseppe Palombo
Euro 9,50, leggerlo ne vale la pena
Favria, 9.07.2014 Giorgio Cortese
Al mattino presto mi viene da pensare che la mia breve
giornata fra speranza e affanni, fra timori e rabbia, e' sempre diversa ma potrebbe anche
essere la mia ultima e ' allora mi sforzo di cucire l'alba e intera giornata come fosse.
L'ultima! Buona giornata a tutti
La Fronda 10 luglio 1648
La Fronda fu un movimento di opposizione alla politica del
Cardinale Mazzarino che nacque clandestino e che si manifestò poi apertamente. Il
nome deriva dal termine francese fronde che significa fionda, dall'arma utilizzata dal
popolo parigino per distruggere le finestre degli appartamenti del cardinale nei moti di
protesta. Il movimento ebbe inizio ufficiale il 10 luglio 1648 con la Dichiarazione
dei 27 articoli da parte del Parlamento di Parigi che enunciavano la limitazione dei
poteri del sovrano preparando di fatto la trasformazione del regime in una monarchia
parlòamentare ed ebbe termine il 3 agosto 1653 con la Sottomissione di Bordeaux
Favria 10.07.2014
Non si conosce a fondo una persona finché non si pranza assieme
SPQR, senza prevenzione quante rovine!
Da sempre i fenomeni atmosferici e le conseguenti inondazioni
sono considerate eventi di forza maggiore cui è impossibile resistere, perché quando
avvengono è praticamente impossibile per noi poveri bipedi opporsi. Ma fino alla metà
del novecento, nonostante questa consapevolezza, e senza la tecnologia odierna non si
mancava di intervenire sulla prevenzione usando maggiore buonsenso, non solo con
interventi di organizzazione territoriale su larga scala, ma anche spronando nei privati
una vera e propria presa di coscienza collettiva, così da mettere ogni abitante in
condizione di cooperare per quanto possibile allinteresse generale. Senza voler a
tutti i costi idealizzare la società dei nostri nonni, è importante imparare sul punto
la lezione che ci hanno lasciato e che tendiamo spesso a disimparare perché prima della
gestione dellemergenza, è basilare la prevenzione che impone lelaborazione
e limposizione ai privati da parte della pubblica autorità di semplici e razionali
regole di rispetto, in modo che ciascuno sia messo in condizione di operare nel suo
piccolo per far fonte in comune ad un problema di portata generale.
Favria, 11.07.2014 Giorgio Cortese
Nella vita di ogni giorno bisogna fare iL proprio dOvere senza
strepiti o altisonati affermazioni ma con umile e costante tenacia, la ricompensa ci
sarà alla sera dalla mia personale coscienza il giudice infallibile!
Perché cè bisogno di sangue in Estate
In coincidenza con larrivo della stagione estiva, scatta lemergenza
sangue.
A causare questanno lallarme è la combinazione di
alcuni fattori: La riduzione alle donazioni che puntualmente avviene in questo periodo,
anche i donatori vanno in vacanza. Lincremento della richiesta di sangue legato allaumento
degli incidenti stradali e agli interventi di pronto soccorso. Laumento dei
trapianti di organi che richiedono grossi quantitativi di sangue, in conseguenza di un
maggior numero di incidenti mortali aumenta la possibilità di avere organi da
trapiantare. I politrasfusi, leucemici, talassemici, emodializzati,
epatopatici, anemici, cioè quelle persone che anche nel periodo estivo, come nel resto
dellanno, per sopravvivere necessitano di sangue e dei suoi derivati La presenza di
molti turisti. Ricordo che il sangue è un farmaco salvavita; è
necessario che sia sempre disponibile. Senza sangue non si fanno trapianti, terapie
specifiche e soprattutto non si fa emergenza! Prima di partire per il meritato riposo e
svago ricordiamoci di donare il sangue, il nostro gesto non sarà certamente
inutile! Cè bisogno di sangue, anche del tuo!
Ti aspettiamo mercoledì 16 luglio ore 8-11,00 cortile interno
del Comune a Favria per il prelievo, grazie del Tuo AIUTO e del Tuo DONO
Favria, 12.07.2014 Giorgio Cortese
Perdonare e liberare un prigioniero, e quel prigioniero
sono Io
Dare sempre la colpa
Se si ascoltano gli umori delle persone sarebbe facile dire che
la colpa delluscita dellItalietta è dellarbitraggio , insomma da Bayron
Moreno a Rodriguez, arbitri che hanno complottato contro di noi. Sarebbe facile dare
sempre la colpa del destino cinico e baro. Se lItalia vinceva tutti in strada a
festeggiare ma se perde, sono troppo ricchi, investiamo su altri sport. Questa sconfitta
calcistica mi fa ricordare che le parole sono immortali, possono essere dimenticate come
un anziano abbandonato in un ospizio e stupire il mondo rinascendo all'improvviso, possono
scuotere le coscienze dalle fondamenta e possono essere abusate come la più squallida
delle meretrici. Ma il loro significato resterà per sempre, non moriranno mai. Se si
segue il destino di una parola, si può capire molto del popolo a cui appartiene. Una
parola che da tempo in Italia è stata dimenticata è "dignità". In questi
ultimi decenni l'Italia ha perso molto di più delle migliaia di miliardi di debito
pubblico, della creatività culturale e della competitività industriale. Noi italiani
abbiamo perso il senso delle parole. Ci sono state rubate attraverso l'impoverimento della
cultura, del resto si sa, con la Divina Commedia non ci si fa un panino, ed
appiattendo il senso critico attraverso la massiccia anestesia del cicaleccio televisivo.
Il cervello umano è un organismo sbalorditivo, ma non può nulla contro ore di urla e
sovrapposizioni maleducate tra politici, non può nulla contro i telegiornali che mettono
sullo stesso piano i genocidi di popolazioni africane e le nuove mode sulla toelettatura
del barboncino a Hollywood, non può nulla contro gli interminabili e insensati monologhi
dei concorrenti dell'Isola, degli Amici e della Casa. Le parole dopo essere state
martoriate dai "mass media", le parole ci sono state restituite. Sfigurate e avvelenate.
Irriconoscibili. Infette. E più passava il tempo e più eravamo incapaci di dare un nome
a ciò che ci accadeva intorno. Siamo come dei viaggiatori muti affacciati alla balaustra
mentre il Titanic si schianta contro gli iceberg. Definire qualcuno come
"indegno", oggi, non va più di moda. Perché alla dignità non ci pensiamo
proprio. Valutiamo le persone per il loro appeal, per la loro fama, giungiamo anche a fare
complicate dietrologie con annessa lettura del pensiero, l'ha fatto perché pensa che...
ha detto questo ma in realtà non ci crede..., passiamo ore a commentare il modo in cui
veste, parla, si muove. Ma guai a valutare una persona in base a dei valori! In politica,
poi, i valori non vanno neanche citati. È da bigotti. È da bacchettoni. Conta il
risultato. E anche se i risultati non ci sono, conta quanto riesce a smuovere le mie
emozioni, proprio come una pubblicità. Per molti le cariche pubbliche, non solo
politiche, sono dei posti di lavoro come altri: lo spazzino vale quanto un docente,
il barbiere vale quanto il Ministro degli esteri. Certo, come persona ha la stessa
dignità e lo stesso valore. Ma come carica no. Alcune posizioni sociali sono strapagate
proprio perché non tutti possono ricoprirle. Bisogna meritarle. Esserne degni. Quanti
degli attuali uomini e donne di potere possono essere giudicati degni e meritevoli della
carica che ricoprono? Ma per fare questo discorso, si sa, bisognerebbe abbandonare la
logica mafiosa del nepotismo e delle scelte infantili dettate dall'emotività e
abbracciare la logica democratica del merito. No, troppo facile pensare subito che loro
devono abbandonare la logica mafiosa. Noi dobbiamo farlo. Noi tutti. L'alternativa?
Restare un popolo infantile e vigliacco e continuare a desiderare il Grande Padre, il
leader maximo, il dittatore di turno, per poterci scrollare dalle spalle la
responsabilità delle nostre azioni e delegare la nostra capacità di scelta a qualcun
altro. Personalmente, non è questo che voglio dalla mia vita e non è in questo tipo di
società nella quale voglio vivere.
Favria, 13.07.2014 Giorgio Cortese
Penso che nella vita quotidiana contino gli esempi, e sono
arrivato alla conclusione che non conta che cosa si dica, magari di malizioso
e di sbagliato, su di me, conta lesempio che in effetti devo dare. Conta come vivo,
perché la gente ha occhi, testa e cuore.