Il giornaliero esercizio di riflessione è uno dei miei personali proponimenti per sentirmi libero, anche se questo vuole dire di rischiare persino di andare controcorrente, forse anche in mezzo al sarcasmo o alle beffe altrui.

 

N, perché siamo tutti Nasara!

N. dopo che questi pazzi hanno bruciato totalmente», assieme ai  mano­­scritti e alla biblioteca tutto le tracce cristiane di Mosul, dobbiamo essere tutti più convinti nazara. Infatti questi pazzi furiosi hanno scritto le N di nasara , che vuole dire cristiano sulle case dei cristiani.

N dopo che questi pazzi furiosi vogliono ritornate ai secoli bui del califfato ma nessuno dice niente, nessuno protesta ed alza la voce. No nessuno parla. Permettetemi di urlare  forte  che quella «N» per marchiare, per umiliare, per discriminare, per derubare legalmente.

N che viene imposta dai fondamentalisti musulmani sunniti dell’Isis a Mosul, in Iraq, si “N” come. “nasara”, cioè seguace del Nazareno, cioè Cristiano.

N come marchio di vergogna.

N per la vergogna per quanti la vogliono imporre e si  proclamano credenti in Dio, ma si dimostrano feroci portatori e servi di odio, sopraffazione e violenza.

N, allora questa N la porto anche io, con disarmato e dolente orgoglio, con consapevole partecipazione alla sorte delle donne e degli uomini cristiani di Mosul e di ogni altro perseguitato nel Mondo per la propria fede.

N, perché questo è il giorno giusto per dirlo, e  spero non da solo.

N, perché questa N la porto anche  portiamo nell’animo, nel cuore, sulla pelle, e non come una cicatrice amara o una bandiera di guerra od un orgoglioso trofeo, ma come l’inizio di una parola di fraternità e di libertà.

N, si perché voglio che si sappia e  mi auguro che tante persone escano allo scoperto e lo gridino che quella N è tracciata anche davanti a casa mia e a quella dei miei amici e conoscenti e davanti alla chiese, davanti alle case di chi crede diversamente eppure è mio fratello e gli devo sempre rispetto..

N, incisa per infamare e per depredare, per umiliare e per esiliare può allora aiutare tutti, si proprio tutti ad aprire gli occhi, a ritrovare la voce, ad agire senza esitazioni, per umanità contro la prevaricazione e la persecuzione degli inermi.

N, si questa N che vuole essere  un sigillo dominio e di morte, ma può essere convertita nel principio di una frase antica e nuova, quella che nessuno deve mai aggredire il fratello, che nessuno su di lui commetta ingiustizia, perché siamo tutti Nasara!

N a Favria, 30.07.2014         Giorgio Cortese

 

La fragranza di un profumo è un gesto, una sensazione. Il   profumo, è la porta aperta sulla meraviglia dell’animo, insomma  una   questione di pelle, di contatto, di emozione. La magia in diretta ma ricordandomi sempre come scriveva Marziale che non ha buon odore chi è sempre profumato

 

Da Vera Cruz a Brasil

Il nome di braxil, brasil, viene applicato negli ultimi secoli dell'età medievale a piante dell'Asia tropicale, che colorano l’acqua si rosso, nome dato poi a isole dell'Atlantico nuovamente scoperte o riscoperte, le quali presentavano precisamente alberi caratteristici per la tinta rossastra del loro legno, fu, fin dai primi anni del Cinquecento, esteso alla zona più orientale dell'America Meridionale. Secondo Jonathas Serrano, il nome Brasil, applicato per la prima volta al territorio brasiliano dal Roteiro di Gonneville del 1503, perché in quel territorio i Portoghesi trovarono molti alberi dal legno rossastro da essi creduti identici a quelli dell’Asia. Prima l’odierno territorio del Brasile, almeno le sue coste esplorate veniva chiamato Vera Cruz, nome dato da  Alvares Cabral  e dai  suoi compagni, dopo che le sue coste erano state tuttavia già toccate l'anno precedente da una spedizione guidata dal fiorentino Vespucci. Ancora oggi col nome di "legno brasile", pau brazil, Brazil wood, Cesalpinia brasiliensis,  si indicano in commercio varie specie di piante tintorie appartenenti al genere Cesalpinia, ordine delle Leguminose, il cui legno ha la proprietà di colorare l'acqua in rosso, e anticamente chiamato verzino, lemma che deriva dall’arabo warsì, nome di una pianta araba adoperata per tingere

Favria   31.07.2014     Giorgio Cortese..

 

Molti giorni mi domando che senso abbia parlare di buon senso visto che le persone, purtroppo, non hanno un sesto senso

 

AGOST

 

Enduvinej:

J’è doe  seuri binale che se soren dapres e se ciapen mai,  cò l’è?

Da vivv le boele ‘nt el corp, da morte l cor pent le boele, cò l’è?

 

Un donatore di sangue lo sa. L’estate non significa solo vacanza. Donare sangue, una scelta per gli altri, una scelta per se stessi. Ti aspettiamo oggi a Favria, TO, venerdì 1 agosto ore 8-11,00 Prelievo straordinario. Puoi donare se se i nuovo donatore o se dall’ultima donazione sono passati 90 giorni di calendario. Grazie del dono e…passa parola