Una goccia di sangue da
Nella vita non si deve mai tornare indietro, neanche per
prendere la rincorsa
Ritornare ad avere cuore
Osservando un recente quadro fatto da una madre, bravissima
pittrice, quadro che rappresenta un cuore pulsante, per il compleanno, quaranta anni del
figlio mi viene da riflettere che il cuore non è solo un organo vitale per la
nostra vita è anche la dimora dellanimo. Secondo gli Egizi il cuore era il
produttore incessante di ogni conoscenza, per i greci e dopo per i romani il cuore era il
centro della vita dei poeti lirici, non solo di allora ma anche per poeti più
recenti come di Baudelaire, che gli attribuiva lessenza della passione e della
poesia. Il cuore immaginato come elemento per fare regnare larmonia dei diversi
spiriti, e di condurre questa armonia alla purezza del vuoto secondo il taoismo
il
cuore non solo organo che pompa il sangue e ci mantiene vivi ma molto di più. Mi
ritornano alla mente le parole del grande ed immenso scrittore russo Tolstoj, lautore
di:Guerra e pace o Anna Karenina: Un uomo può ignorare di avere un
cuore; ma senza cuore, come senza religione, un uomo non può vivere. Questa frase
ha una sua dimostrazione nelle vicende di vari personaggi che o sono senza cuore, gretti
come l'avvocato Karenin, il marito di Anna, o depravati e disonesti come i nobili Kuragin,
oppure sono puri, generosi e fedeli come la Natascia di Guerra e pace o il semplice
soldato-contadino Platon Karataev dello stesso romanzo. Og
Favria, 4.08.2014
Enduvinej:
Un sèn brich, laut ès aut, sarriso ij dent un cun laut, cò lè?
Uno su di un cucuzzolo, laltro sullaltro, si digrignano i denti luno con laltro, cosè?
Pare ten, mare sciapa, fija scapa, cò lè?
Padre tiene, madre spacca, figlia scappa, cosè?
Ritengo che rispettare gli avversari paga sempre, può darsi che questo atteggiamento nuoccia alla loro reputazione.
Il prode ettore
Non parlo delleroe omerico, il mio preferito, ma di un
simpatico cane conosciuto aieri ad un pranzo. Si ad un pranzo perché era accompagnato dal
suo padrone, parlo di un piccolo Schnauzer nano, cosi ho pensato che fosse di questa
razza, perfetto sia per vivere in casa, anche in piccoli appartamenti, sia come cane
da guardia in spazi aperti. Di origine tedesca, venne utilizzato da molti come cacciatore
di topi. È proprio il suo simpatico muso, incorniciato da barba e baffi, schnause,
ad aver dato nome alla sua razza, che venne riconosciuta nel 1895. Alcuni alcuni esemplari
compaiono anche in dipinti di Rembrandt e allora era già presente dal XVI secolo. In
passato, al cane venivano tagliate le orecchie e la coda, ma questa pratica è caduto in
disuso in tempi recenti. Lo schnauzer è un cane da utilità antico, infatti era
utilizzato per scortare nei boschi le carrozze di cavalli, anticipandole al trotto, e
vigilare sul cammino di queste segnalando ogni tentativo di incursione e aggressione.
Questa attitudine fa sì che, ancora oggi, lo schnauzer ed i cavalli si trovino
naturalmente e reciprocamente a proprio agio. Ed è allora ben giustificato il nome ettore
a questo intelligente e simpatico cane che come leroe omerico era il domatore
di cavalli per eccellenza. Pensando al cane, ed ai cani di compagnia mi viene in mente
quanto scriveva il romanziere ottocentesco francese Victor Hugo: A chi è
solo, Dio dona un cane. Il cane è la virtù che, non potendo farsi uomo, si è fatta
animale, un idea è curiosa e gradevole.Nell'anonimato delle città, ma ormai
anche nell'indifferenza dei paesi, si hanno folle di solitudini che non s'incrociano mai.
E così l'unico dialogo possibile, l'unico affetto da donare e ricevere è concentrato su
un cane o un gatto. Certo, per queste persone essi sono un dono di Dio, ma forse potremmo
donare loro anche un po' di calore umano, di parola e di amicizia. La mia ignoranza sulle
razze canine è immensa, prova ne è che ol cane ettore non è uno Schnauzer nano ma bens,
come comunicatomi dalla madre del proprietario che lo ha immortalato in un bellissimo
quadro un Jack Russel. Lorigine di questa splendida razza risale allInghilterra
del 1795, e più precisamente Darthmout nel Devon. Jack Russell trascorse la maggior parte
della sua vita come pastore della parrocchia di Swymbridge. Cavaliere emerito e grande
cacciatore si dedicò appassionatamene allallevamento e alla selezione dei terrier.
Selezionò un tipo di cane capace di correre con il Foxhound e di andare poi
sotto terra per stanare le volpi o gli animali che allora veivano. Ritornado
Favria 5.08.2014
Mi rendo sempre più conto che la storia offre più
esempi della fedeltà dei cani di quella degli amici, certo i cani non sono tutto
nella vita, ma riempiono degli spazi della nostra esistenza. Alla notte quando sento un
abbaiare lontano di un cane, il pensiero mi riporta a luoghi cari e ben noti e mi
fornisce la più bella prova dellimmortalità dellanima.
E Tu di che menta sei?
La profumata menta principessa dellestate Ma questa pianta
profumata ha una sua origine mitologica singolare. Sino dai tempi remoti si hanno notizie
della sua coltivazione da parte dei cinesi che ne vantavano le proprietà calmanti e
le sue virtù antispasmodiche. Inoltre sembra che gli antichi Egizi la coltivassero già
1000 anni Avanti Cristo; fu molta utilizzata dagli antichi romani, venne usata da Galeno
come pianta medicinale e dai Greci che nella loro mitologia, le attribuirono un'origine
curiosa. Secondo
Favria, 6.08.2014
Enduvinej:
Tré ch van, trè che veno, tre cga fan la tricotrà,
trè cha fan la tricotrena, trè cha sbato la quajà, trè cha pesco,
tre cha lesco, tre cgai fan la barba
Indovinello piemontese che trovo difficoltà nel tradurre perché molti termini della fantasia popolare sono abbinati, per indicare un movimento frenetico
Javie, le api
Dòi lusent, doi pognent, doe lavasse, quat pson a na ramassa, cò lè?
Due cose che luccicano, due che pungono, due foglie grandi, quattro pistoni ed una scopa, cosè?
La vaca, la mucca, in gergo le orecchie, specie quelle grandi vengono chiamate lavasse e la lavassa è anche il nome della foglia
Un uomo forte fa un popolo debole, ma un
popolo forte non ha bisogno di un uomo forte e solo al comando.
Il timido codirosso.
In questi giorni di luglio, sono riuscito a togliere, finalmente
le patate, approfittando di una pausa del continuo maltempo, e asciugandomi il sudore
della fronte che cadeva copioso, non è il mio mestiere, nella pause sono rimasto attratto
da un piccolo uccello, visto nei libri ma mai osservato dal vero, il timido codirosso. Un
piccolo passeriforme appartenente alla famiglia dei turdidi. La livrea nuziale del maschio
è tra le più colorate tra gli uccelli migratori e il suo piumaggio è inconfondibile, il
colore rosso-ruggine della coda e del groppone, comune sia al maschio che alla femmina ne
hanno decretato il nome comune con cui viene chiamato. Il suo richiamo risulta molto
gradevole, a differenza del canto, possiede però molta attitudine a imitare il canto
degli altri uccelli, come lo stornello. Si ciba di insetti, soprattutto di mosche e
farfalle, che ghermisce
Con amicizia
Favria, 7.08.2014
Quello che abbiamo bisogno è di un
Governo saggio e semplice che deve impedire ai suoi cittadini di farsi del male a
vicenda, ma lasciarli comunque liberi per la loro personale ricerca di operosità e di
miglioramento. Insomma il governo non deve togliere di bocca a chi lavora il pane
che si guadagna in tasse e balzelli vari. Questo è un buon governo
Res Gestae favriesi da portatori di luce a Tarello
In Italia ci sono circa 260 persone che portano questo cognome di cui un centinaio sono in Piemonte, il cognome Tarello è il 13 605° più diffuso in Italia. Secondo laraldica pare che sia originario di Oneglia, in Liguria, donde si diramarono a Genova, per decreto di cittadinanza a favore di Andrea Garello nel 1491, Se ne trovano tracce nel 1528 e nel 1626 e poi per un errore di trascrizione strenne divenuto Tarello. Secondo una seconda fonte il cognome Tarello tipico del biellese e di Viverone in particolare, dovrebbe trattarsi dell'aferesi di nomi o di cognomi come Bertarello, secondo altri deriverebbero invece da soprannomi dialettali originati dal vocabolo tarell, randello, bastone. Ma il cognome Bertarello da cui proviene per elisione iniziale della radice deriva dal nome gotico berta, luminoso e da quello celtico, bert, portatore, insomma portatore di luce
Favria, 8.8. 2014