Aveva proprio ragione Fedro quando affermava   che:”Quando i potenti non vanno d’accordo, ci vanno di mezzo i poveri.” Adesso per rendera attuale l’aforisma si potrebbe dire che quando litigano nel Palazzo ci rimettono i cittadini!

 La fretta.

Tempo fa avevo letto il libro  di Gernot Candolini,  dal titolo: “Scoprire se stessi nel labirinto” edizioni Queriniana. Da quelle pagine ho estratto il seguente pensiero: “La strada più diretta verso una meta sembra spesso breve e diritta. Ma tutto quanto è prezioso non è né facile né veloce da raggiungere… Chi è in cammino troppo in fretta, spesso supera la meta senza accorgersene.”. Mi sembra che  questo pensiero smonta molto bene  una delle leggi capitali della società contemporanea, la fretta. Tutto e subito: è questo il motto dell'odierna frenesia. E invece è legge della natura e della saggezza che «tutto quanto è prezioso» debba essere conquistato con pazienza e laboriosità. Certa gente che vuole fare le cose troppo di frette dovrebbe pensare  ai nove mesi per il fiorire pieno di una creatura umana, ai ritmi stagionali, alla vera poesia che dev'essere “distillata in casta cera”, come fanno le api, per usare un'immagine di Clemente Rebora. Chi è frettoloso, poi, ignora le vere mete e continua ad agitarsi senza tregua, ottenendo così di vivere insoddisfatto. L’invito che rivolgo a chi mi legge  e anche a me stesso in primis, è quello di sostare  almeno alcuni minuti durante la frenesia della vita quotidiana, per contemplare,  come sotto un microscopio,  la complessità della vita e della realtà che spesso sono simili a un labirinto, esercitando e conservando pacatezza e serenità.  Personalmente sono convinto che quando all'inizio di un cammino c'è un sorriso, lo ritroverò anche alla fine e nel  paziente girare intorno al centro, molte volte trovo maggiore  saggezza che in un singolo rapido successo.

Favria  17.05.2012               Giorgio Cortese