Secondo una massima attribuita a Chuang Tzu,
saggio cinese; Ruba un pezzo di legno e ti chiamano ladro; ruba un regno e ti
chiamano Duca. Allora mi viene da dire che adesso li mettono a governare!
Elargizione emolumenti Sindaco per metà anno 2011 euro
6.000,00
Mittente Cortese
Giorgio Domenico Via Lenin Sormano 4
10083 Favria To
Spett.le
Amministrazione Comunale
Alla cortese attenzione del Segretario Comunale
Alla cortese attenzione Responsabile servizio
Ragioneria
Piazza della Repubblica
10083 FAVRIA TO
Spett.le
Comitato S.Isidoro
c.o Sezione Coldiretti Favria
Presidente. Abbà Flavio
Borgata Chiarabaglia 54
10083 FAVRIA
Alla Dirigente
Istituto Comprensivo
Icardi Dott. Maria Teresa
Piazza della Repubblica
10083 FAVRIA TO
Al Reverendo Parroco
Don Giovanni
Sabia
Corso Matteotti 7
10083 FAVRIA
Favria, 2.5.2012
Destinazione degli emolumenti 2012 e
liquidazione di fine mandato
Carica Sindaco pro-tempore (Rif. nota del
Comune prot. n. 2892 del 27 febbraio u.s e mia R.R. del 6 marzo c.a.).
Con la
presente Vi confermo che in data 2 maggio u.s. ho provveduto a bonificare per la
somma di Euro 6.000,00 diconsi Euro seimila/00 rispettivamente:
2.000,00 diconsi Euro
duemila/00 alle Scuole Elementari
2.000,00 diconsi Euro
duemila/00 alla Parrocchia SS. Pietro e Paolo
2.000,00 diconsi Euro
duemila/00 al Comitato Fiera S. Isidoro.
Che provvedo ad inviarVi in allegato le
fotocopie dei bonifici effettuati.
Per
quanto riguarda gli emolumenti maturati e maturandi per l'anno 2012, e tutta la
liquidazione dei cinque anni, confermo la rinuncia formale agli stessi chiedendo
che la Giunta e gli Uffici Comunali, per quanto di rispettiva competenza, si attivino a
destinare tale somma al fondo di cui alla precedente mia.
Ringrazio
per la sollecita risposta e per quanto verrà fatto in modo che le somme del 2012 e
tutta la liquidazione di Sindaco, intendendo per questa tutta la liquidazione di cinque
anni al servizio della Comunità Favriese, siano integralmente adoperate per la finalità
già individuata nelle mie precedenti lettere.
Con
viva cordialità
Firmato in originale Giorgio Cortese
All, to fotocopie 3 bonifici
Fermiamo la nuova piaga
sociale, la dipendenza del gioco dazzardo
Ieri mattina sono entrato in una
tabaccheria per acquistare delle marche da bollo. Sono rimasto perpelesso nel vedere
davanti a me una signora, sulla sessantina che comparata una schedina, la grattava allistante
e poi fissava il foglio, con sguardo malevolo come un nemico che lha tradita. Questo
mi fa riflettere su un fenomeno di costume che acquista dimensioni sempre più grandi: le
famigerate lotterie Sono dappertutto e di diversi tipi, per ogni borsa, per ogni gusto.
Lotterie annuali, mensili, settimanali, giornaliere, orarie, ma pensate perfino
istantanee. Lanno scorso sono stati spesi in scommesse 60 miliardi di euro, questanno
la previsione va sugli 80. Il grande incremento è dovuto ai giochi on-line, ma anche alla
rete delle ricevitorie, sempre più capillare. Ormai sono nelle tabaccherie, nei bar,
nelle cartolerie, negli autogrill, nelle edicole. Nei bar vedo sempre più numerosi quelli
che oltre a brioche e cappuccino prendono la schedina. Una volta si diceva: sono un
fenomeno del Sud, il Sud punta sul gioco, pensa che la ricchezza venga da lì. Si diceva
anche: nelle lotterie nazionali vince sempre il Sud, il Sud sa come si vince. Ma non era
vero: il Sud vinceva molto perché scommetteva molto. Nella cultura del Sud ogni numero da
estrarre nelle lotterie è collegato a un simbolo, il simbolo a un sogno, in base ai sogni
puoi giocare una combinazione o laltra. Ma se giochi una certa combinazione, da
quella si può dedurre quali sogni hai fatto, e non è bene che la gente conosca i tuoi
sogni, te ne potresti vergognare. Che il sogno sia linconscio che viene a galla lo
sa anche il popolino che non ha letto Freud, e tanto meno ha fatto qualche seduta di
psicanalisi. E allora come fanno, gli scommettitori, a giocare secondo i sogni, senza
rivelare i propri sogni ai paesani? Semplice: vanno a giocare in un altro paese. Ma quelli
che giocano non sanno quante poche probabilità hanno di vincere e per questo scommettono.
Pensano che le probabilità siano alte, e che chi non vince sia sfortunato. Nella mente
del cittadino medio cè il concetto che lui merita più di quel che ha, dunque è in
credito con la vita. Non riscuote questo credito perché chi può versarglielo è
disonesto, non ha riguardo né per la famiglia numerosa né per letà del padre o
della madre, chi distribuisce il denaro cerca gli altri, e allora in chi si può sperare?
In un datore di denaro che sia cieco, la Fortuna. La Fortuna è una dea bendata che
vola sulla Patria, scende a caso in questa casa o quella, entra e regala, la vita di chi
riceve il regalo cambia da così a così. Nello scommettitore cè unidea
maligna della distribuzione della ricchezza, unidea anti-statale. Lo Stato dovrebbe
garantire un giusto rapporto tra merito e premio, la Lotteria è tutto il contrario, dà
come càpita: poiché ormai siamo un popolo di scommettitori, diciamo subito che un popolo
di scommettitori rinnega lo Stato. Il gioco, lo aveva capito già Dostoievski, crea
dipendenza, perché immerge il giocatore in unattesa mistica: tra il momento in cui
ha comprato la schedina e il momento dellestrazione, lui è un potenziale vincitore,
la mancata vincita lo precipita nella crisi di astinenza, combatte la crisi rigiocando
immediatamente. I giocatori del Win for Life, che si estrae ogni ora, praticamente sono
sempre in crisi, 24 ore su 24. Questa è la dipendenza. Ieri lo Stato lucrava sulla
dipendenza dal fumo, oggi lucra sulla dipendenza dal gioco e nto con grande amarezza di
come profilicano sempre di più anche nella mia Comunità. Ma allora non mi pare che ci
sia molta differenza come dipendenza e bisognerebbe che qualcuno glielo facesse notare.
Favria 18.05.2012
Giorgio
Cortese