Secondo Charles Dickens: “Più uno ingrassa, più diventa saggio. Pancia e saggezza crescono insieme.” Cribbio quanti saggi! Peccato che questa massima non sia sempre valida. Altrimenti le persone sagge dovrebbero essere sagge, ma io ne conosco una che invecchiando invece di migliorare come il vino diventa sempre di più aceto!

Temporeggiare per organizzarsi.

Dei recenti avvenimenti mi hanno fatto ricordare quanto mi aveva scritto un amico, con una mail, di un personaggio  storico passato divenuto famoso grazie alla sua strategia di temporeggiamento in battaglia: Michail Ilarionovic Kutuzov, 1745-1813, il generale russo vittorioso sull'Armata napoleonica del piccolo corso Della sua tattica parla il romanzo "Guerra e Pace" nelle cui pagine Tolstoij fa pronunciare al comandante in capo queste parole: "Prendere una fortezza non è difficile; difficile è vincere una campagna di guerra. E per questo non occorre prendere d'assalto, ma occorrono pazienza e tempo ... Faremo mangiare ai francesi carne di cavallo ... Non esiste una forza più grande di questi due guerrieri: la pazienza e il tempo. Quei due faranno tutto."  E più avanti: "Non possiamo che perdere prendendo l'offensiva. Pazienza e tempo: ecco i miei prodi. Non bisogna spiccare la mela quando è ancora acerba. Essa cadrà da sola quando sarà matura; ma se la cogli acerba guasti la mela e l'albero e ne hai un allegare di denti". Kutuzov, a differenza dello Zar Alessandro I, più propenso all''attacco diretto, mirava a far sì che i nemici si sconfiggessero con le loro stesse mani.  Istigava il popolo russo a muoversi verso l'interno del Paese  dopo aver fatto terra bruciata attorno agli invasori, abbandonando le città in fiamme in attesa dell'alleato Generale Inverno. Questa strategia, rivelatasi vincente, è costata certo pesanti sacrifici al popolo russo, ma probabilmente ha consensito di risparmiare molte vite umane.In certe  giornate mi sembra quasi di essere in guerra dai toni e dagli atteggiamenti che mi vengono proposti da un personaggoi che nutre nei miei confronti solo un sordo astio personale, poverino E allora nella difficile arte della guerra, come mi ha ricordato la mail inviatami, esiste anche chi è diventato famoso per la sua abilità nel tenersi in contatto con il contendente senza però ingaggiare battaglia, attendendo con pazienza e calma il momento migliore per iniziare le ostilità. Così Quinto Fabio Massimo, detto “Cunctator”, cioè il Temporeggiatore, tendeva a sfiancare il generale cartaginese Annibale senza accettare lo scontro. Ho trovato tra i miei appunti una frase davvero interessante   di un certo Amenemope che dice l’uomo davvero prudente, che si tiene in disparte, è come un albero che cresce in un giardino, fiorisce e moltiplica i suoi frutti… Il suo frutto è dolce, la sua ombra piacevole e trova la sua fine nel giardino.” In questi tempi frenetici e decisionisti mi permetto di citare questa affermazione letta diverso tempo fa’ su un libro che riferiva la vita dell’antico Egitto, che seppur romanzato traeva spunto da documenti storici, ed appunto quello della citazione è uno di questi. Questa massima  composta presumibilmente verso l'inizio del primo millennio a.C. è un avvertimento riguardante “l'uomo davvero prudente”.  Io, però, vorrei sottolineare nell'ammaestramento di Amenemope quella rifinitura che tratteggia l'uomo prudente come colui: “che si tiene in disparte”. È un profilo così raro nel mondo in cui ora viviamo: senza visibilità, neppure esisti. Per questo si fa di tutto per farsi notare, sgomitando e ostentandosi senza pudore. E poi la prudenza come diceva  Marco Tullio Cicerone è la capacità di distinguere le cose da fare da quelle da evitare. Insomma la discrezione e il riserbo per organizzare le pacate risposte a chi parla ed agisce solo a vanvera convinto che con la presa del Palazzo abbia vinto la guerra, il difficile inizia solo ora. Per dirla alla Giosuè Carducci:”… i cialtroni fioriscono e puzzano come i sambuchi” E poi, chissà che questo temporeggiamento non lo aiuti a riflettere e riconoscere gli errori.

Favria , 24.5.2012                    Giorgio Cortese