Il sangue che doniamo

Il sangue è un liquido che rappresenta il 75 del peso del nostro corpo. E’ responsabile delle più importanti funzioni vitali.  In Italia necessitano 2.700.000 unità di sangue l’anno e 800.000 unità di plasma  e ne vengono raccolti 2.100.00 unità sangue intero e 400.000 di plasma. Come vedete siamo ben lontani dall’autosufficienza, di sangue non c’è ne mai abbastanza. Il problema si aggrava durante l’estate, perché diminuiscono i donatori per le ferie estive. Tutti voi potete donare sangue, basta essere di età tra 18 ai 65 anni, peso corporeo non inferiore ai 50kg Al momento della donazione devono essere a norma:

La temperatura corporea,  la  pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, l’emoglobina. Vengono prelevati 450 millilitri di sangue per ogni donazione. Per le donne in età fertile solo 2 volte all’anno, ogni sei mesi.

Per gli uomini max 4 volte all’anno, ogni tre mesi (dopo ogni 90 giorni).

Il sangue di costituisce dopo poche ore. Non esiste nessun rischio di contrarre infezioni donando sangue perché il materiale impiegato è sterile e usato una sola volta. I controlli sui donatori sono molto accurati e l’unico sistema per evitare la speculazione ed i rischi di contagio è quello di aumentare il numero di donatori periodici

Perché non tutti, ma almeno voi donate sangue, non costa niente ma fa sentire grandi

Favria   10.06.2012                      Giorgio Cortese

 

La donazione del sangue è una cultura

Nel gennaio del 1988 si costituisce ufficialmente il Gruppo Donatori di Sangue di Favria Canavese. Nel lontano 1937 il Prof. Dogliotti ebbe il permesso di dar vita a un Centro Trasfusionale delle Molinette, ai Medici venne impartita questa direttiva: “se vi sono malati bisognosi di trasfusione chiedete che siano per primi i parenti a farsi avanti”. Poi a coloro che aderivano veniva fatta richiesta se erano disposti a tornare. Fu così che nacquero i Volontari del Sangue. Alcuni nostri concittadini donavano già numerosi al Gruppo fratello di Rivarolo, fondato nel lontano 1947. Nel 1988 visto il buon numero di donatori favriesi fu fondato il Gruppo Comunale di Favria, il gruppo iniziò il primo anno con 42 donatori e 149 sacche raccolte, ora dopo 24 anni siamo circa 425 iscritti di cui 330 donatori attivi e 540 sacche raccolte

Dalla fondazione dell'associazione sono state  oltre  raccolte n. 5.500 sacche di sangue, molto più dei cittadini di Favria . Insomma in questi 24 anni abbiamo donato un fiume di solidarietà. Solidarietà che ci ha permesso di dare sostegno indistintamente all'intero tessuto sociale Favriese. Di sangue non c’è né mai abbastanza. Servono 40.000 unità di sangue intero per ogni milione di abitanti, pertanto sono necessarie circa 2.300.000 unità di sangue intero perché il nostro paese disponga dell’autosufficienza. Ma mi viene da domandare che cos’è la donazione, a quali valori si ispira e quali sono i motivi che spingono a donare?

A partire da questi quesiti vorrei sviluppare una piccola riflessione che intende far conoscere,  promuovere ed incentivare la “cultura della donazione”. Alla base della donazione c’è il dna della nostra storia culturale, come cittadini come risposta di senso civico ai bisogni della collettività e come cristiani come atto d’amore fraterno verso il prossimo come nella parabola del Buon Samaritano. Nella vita di tutti i giorni una improvvisa malattia, un infortunio sul lavoro o di gioco, un incidente stradale, possono rendere necessaria una trasfusione di sangue. Il continuo fabbisogno di sangue e di plasma viene acquistato da altre nazioni. Ecco quindi la necessità di aumentare il numero dei donatori. Il dono del sangue è un dovere sociale ed un atto di umana solidarietà nei confronti di chi soffre. La paura e l'egoismo devono scomparire e far posto a quel sentimento di fratellanza che deve esistere fra gli uomini. Il sangue è l'intermediario indispensabile tra le cellule del nostro corpo e l'ambiente che ci circonda, ambiente in cui si trova anche il nostro nutrimento. Esso infatti reca alle cellule le sostanze alimentari e l'ossigeno ed inoltre elimina le sostanze di rifiuto prodottesi nell'organismo. La scoperta della circolazione del sangue va attribuita ad un italiano, Andrea Cesalpino di Arezzo. Nel 1593 egli diede una completa descrizione della circolazione del sangue nelle arterie e nelle vene, dimostrando il loro collegamento con i capillari. In conclusione il mio pensiero va a tutti Voi donatori ed ai diversi presidenti che si sono alternati in questi 24 anni.  Colgo l’occassione per ricordare due dei più insigni presidenti a cui è dedicato il Gruppo Comunale. Domenico Chiarabaglio, emerito presidente onorario e Tarizzo Lorenzo presidente del gruppo sino alle soglie del 2000, quest’ultimo. E’ riuscito con la semplicità che lo contraddistingueva a creare un gruppo di collaboratori motivato e compatto, creando tra tutti dei legami d’amicizia fraterni, ha rappresentato e continuerà a rappresentare il prototipo del donatore che compie il suo gesto volontariamente, periodicamente, gratuitamente, anonimamente e responsabilmente. Ricordando questi due nomi  si intende onorare tutti i soci che nel tempo e silenziosamente hanno contribuito a far prosperare la nostra Associazione.

Il dono del sangue  è….una goccia di solidarietà nell’indifferenza quotidiana. Il dono del sangue è….un atto di altruismo. Il dono del sangue è …vita.

Favria   10.06.2012                Giorgio Cortese

 

Cogli l’attimo! Diventa donatore di sangue

Considerazioni sulle festa sociale Gruppo Comunale Fidas Favria,

 domenica 10 giugno 2012.

Questa sera, alla fine della festa, che si è svolta splendidamente con 147 partecipanti al pranzo tiro le somme sull’essere volontario. La festa è iniziata nella mattinata con una bella sfilata di testimonianza per le vie del paese sul valore del dono del sangue con le bandiere di 10 gruppi fratelli, ed ora mi spingo alla considerazione sopra esposta.

Questo mi fa pensare a cogliere ogni giorno l’attimo, come quello della festa odierna,  come ogni istante della mia vita quotidiana deve essere gustato fino in fondo. Penso che la vita di ognuno vale la pena di essere vissuta assaporandone sino all'ultimo goccia della sua essenza, gustando sia la gioia che i giorni amari. Solo cosi ne comprendo giorno dopo giorno la sua splendida importanza. Pensavo appunto all’importanza del volontariato, un impegno che ci rende sempre protagonisti della propria vita rifiutando il quotidiano conformismo ed evitando di  farsi omogeneizzare dalla società come scialbe amebe.

E’ vero che certi giorni il sogno di avere un mondo migliore viene soffocato con il duro confronto della realtà quotidiana simile ad un angusta stanza con una finestra seminascosta, ma sono sempre ottimista e penso che devo sforzarmi ad imparare per trovare la finestra di quella stretta stanza che mi immetta fuori dalla stanza in una nuova, travolgente dimensione. Ritengo che la finestra è l’impegno costante nel  volontariato come donatore di sangue, sono fermamente convinto che in questo modo la vita sarà luminosa e straordinaria, penso alla soddisfazione dei donatori nel portare al donatori nel gruppo convincendoli con il loro esempio, la gioia nei loro occhi nel donare, la genuina volontà, espressami anche oggi, nel convincere dei conoscenti a diventare donatori di sangue.

Queste emozioni sono indescrivibili, sia il sottoscritto che i componenti del Direttivo abbiamo chiuso la festa rinati e con il cuore traboccante di speranza ed entusiasmo.

Un sentito grazie a tutti membri del Direttivo che hanno alacremente lavorato per la buona riuscita ed ai signori commercianti che ci hanno omaggiato di regali che abbiamo messo nella lotteria che si è tenuta durante la festa ed un grazie di cuore al Presidente e personale del  circolo Vecchio Mulino di Rivara per l’accoglienza ed il magnifico pranzo.Grazie di cuore a tutti!

Favria  11.06.2012         Giorgio Cortese

Arpagone dovrebbe rammentarsi che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità

Scusatemi…

Chiedere scusa capita prima poi a tutti. Personalmente al sottoscritto spesso. Penso forse colpa del mio carattere ma non voglio nascondermi dietro ad un dito ed ad un facile alibi. Certo il chiedere scusa in modo banale quando non costa niente è facile ed inutile. E poi con il cognome che porto è cortese ed educato, insomma nomen omen. Passato l’attimo di contrizione, tutto passa e l’episodio è già bello che dimenticato. Ma quando mi decido a chiedere scusa, sinceramente, come in questo caso, credetemi mi fa “ male dentro”. Preferirei dire in questi casi il classico “ho sbagliato”, fa fine e non impegna. Poi si dice, che non si fa, non è da uomini, e neanche da donne, se è per questo. Perché chi sbaglia paga e io non voglio avere debiti con nessuno. La società, oggigiorno, ci vuole aggressivi e sicuri. gli errori dei miseri effetti collaterali da addossare sempre agli altri. Certo oggigiorno chi si scusa può sembrare un debole, qualcuno che non ha il coraggio delle proprie azioni, insomma un indeciso. Un ragionamento superficiale mi suggerisce di mettere la maschera accomodante per chiedere perdono solo per quieto vivere al fine di ottenere qualcosa. E poi nell’animo l’ego mi suggerisce di non ammettere mai nessuna colpa. Insomma mi sembra di  indossare la candida veste che non ammette mai nessun errore o colpe sempre pronto a condonare ogni mio umano errore. Se lascio libero nell’animo questo pensiero sono contemporaneamente, imputato, avvocato, e giudice della mia vita con sempre l’assoluzione perché il fatto non sussiste. E poi diciamolo le scuse   sono argomenti da timorosi, da gente senza personalità. E cosi se continuo su questa china penso di avere sempre ragione, persino quando ho torto.

Ma scusa, se ci penso bene è una parole breve e delicata, forse molto più importante di “grazie” e quando la pronuncio, respiro profondamente, prendo coraggio ed accetto cosi di vincere la quotidiana paura dei miei simili. Vinco la paura di sbagliare, solo chi non lavora non sbaglia mai, recita un vecchio proverbio. Scusa, sono solo cinque semplici lettere, ma se pronunciate sinceramente ad alta voce, guardando la persona a cui devo porgerle, mi fa risalire i pendii nell’animo, mi fa superare con fiducia le mie umane cadute e mi libera dai rimorsi che generano solo rimpianti.  Chiedo scusa, allora, se cito questa frase senza sapere chi è l’auotore: “Copiare da un altro autore è un reato di plagio. Copiare da più autori è, invece, un’opera meritevole e viene chiamata:ricerca”. La frase mi serve per introdurre il discorso che intendo fare e allora la “copio” per proporla a chi mi legge. Mi rendo conto che ogni giorno leggendo molto mi ricordo molto bene delle frasi o spezzoni di brano che mi  hanno colpito e le riporto in questi brevi pensieri, omettendo di citare la fonte e di questo ne chiedo scusa, ma da adesso sarò molto più attento, pregandovi di segnalare alla mia mail(corteseg@tiscali.it) eventuali inesattezze della citazione. Purtroppo ho un vasto archivio di appunti e chiedo scusa ma non di tutti ho la fonte di riferimento e l’autore. Non è che con la parola scusa mi considero un perdente  ma sono consapevole che la quotidiana partita si gioca fino alla fine, credendoci sempre. Nella vita non devo lasciarmi prendere dal gregge che protesta sempre contro l’arbitro. Certo molte volte vengo steso platealmente in area, con gli estremi per un penalty ma non per questo devo portare livore. Nella vita quotidiana l’arida ed arrogante boria di certi personaggi, sembra essere premiata sul momento e nell’intimo dell’animo di molti germoglia la segreta tentazione di imitarli.. Ma sono persone che si sciolgono al primo lieve temporale, dietro la loro arroganza c’ è il nulla, una vita vuota, e sbraitano solo perché non hanno mai ragione.

Pazienza, mi dispiace per loro che non sanno che cosa vuole dire scusarsi  sinceramente e non assaporeranno  mai una parte bella della vita quotidiana

Favria  12.06.2012                     Giorgio Cortese

 

Il ricevere un sorriso sincero certi giorni mi fa accettare anche i momenti dell’amarezza quotidiana. E poi ogni giorno, come scriveva Orazio, dovrei sforzarmi  di credere che il sorgere del sole sia l’ultimo, per vivere meglio con me stesso e con gli altri.