Res Gestae quotidiane del passato in Favria: la battaglia del grano
Quando venne lanciata la “Battaglia del Grano” annunciata il 14 giugno 1925, le importazioni dei cereali oscillavano tra i 22 e i 25.000.000 di quintali e incidevano nella misura di 4 miliardi di lire, circa la metà del deficit della bilancia commerciale italiana. L’obiettivo dell’autosufficienza granaria venne visto come un fattore di prestigio e dimostrazione dell’indipendenza della nazione di fronte all’ipotesi di una crisi nei rapporti tra l’Italia e il resto del mondo, dovuta sia a motivi economici, sia a possibili cause belliche. Si avviò attorno a questo tema una vasta propaganda condotta da governo, autorità locali, giornali, scuole, sindacati, tecnici agrari e persino parroci delle campagne. L’11 settembre del 1926, il Podestà di Favria, in merito alla “Battaglia del Grano”: Strade e Rogge Comunali, scriveva:
“Perchè la “Battaglia del Grano” possa avere anche a Favria tutta l’efficienza voluta dal Governo Nazionale, e mentre il sottoscritto sta concordando con la Commissione Garanzia per la Provincia di Torino tutte le misure necessarie ad ottenere lo scopo, è indispensabile che il Podestà sia a contatto diretto e rapido con gli agricoltori in modo che i medesimi possano fargli sentire in ogni momento i loro desiderati ed essendogli di aiuto, nel pubblico interesse, coi loro autorizzati consigli.
Con questo scopo
IL PODESTA’
Ha stabilito di nominare il ogni regione o frazione del Comune un suo fiduciario consulente, con i seguenti incarichi:
di tenerlo informato con la massima diligenza e sollecitudine di tutte le necessità o richieste dei cittadini che in esse abitano.
di consigliare quelle opere che credano necessarie ed utili.
di dirigere e sorvegliare i lavori dei cantonieri municipali quando sono occupati nella loro regione.
Nella prima domenica di ogni mese avrà luogo nel Municipio, alle ore 9, una riunione di tutti i fiduciari.
Sarà così costituito un consiglio di tecnici al quale il Podestà potrà ricorrere per tutto ciò che concerne e può favorire l’agricoltura e che entro la possibilità del bilancio e dei mezzi di cui dispone il Comune sarà sua cura compiere”.
Elenco dei fiduciari:
parte Nord: BORGIALLI Cav. Bartolomeo, parte centrale: CATTANEO Cav. Domenico, parte sud: LIORE Vincenzo Strada Favria Front Parte nord: COSTANTINO Giovanni fu Domenico Parte sud. SALVAIRE Antonio fu Giovanni Via Levata: Parte nord: Ten. Col. Cav. DAGASSO Giuseppe Parte sud verso Manesco: MARTINO AntonioVia Ghiareto: BERSANO Giuseppe Strada per la fraz. Annunziata: CATTANEO Giuseppe fu Giacomo Via Pasquarolo, Ceretti e Madonna TARIZZO Lodovico fu Matteo Via oltre il Cimitero: VAIRA Antonio Fu Martino
Inoltre, molti agricoltori favriesi piccoli proprietari, fecero domanda di cambio semente propria di grano, con semente selezionata (al fine di produrre più grano).
I contadini di Favria che fecero domanda furono:
COHA Martino fu Matteo, Via Busano, TARIZZO Lodovico fu Matteo, Via Piave, POMATTO Domenico fu Francesco, Casc. Serena, TARIZZO Giovanni fu Matteo, Via Cernaia
VAIRA Pietro fu Antonio, Via Lod. Tarizzo, COHA Giuseppe fu Alessandro, Via San Rocco
BEDA Vincenzo fu Bernardo, Corso Trieste, CATTANEO Gabriele fu Domenico, Via Monte Grappa, NIZZIA Giovanni fu Costantino, Via San Pietro, COSTANTINO Giovanni fu Domenico, Casc. Simondini, VOTA Giuseppe fu Lodovico, Corso Trieste, VAIRA Antonio fu Martino, Via Cernia, GENISIO Tomaso fu Michele, Via Cernia, MARTINO Antonio fu Domenico, Fraz. Manesco, BORGIALLI Pietro fu Domenico, Regione Braglia, POMATTO Antonio Via Umberto I
LIORE Giov. Battista fu Agostino, Case Grangia del Bosco, CHIARABAGLIO Bartolomeo fu Giacomo, Fraz. Chiarabaglia, PETRINI Gabriele fu Giacomo, cascina Pianeta, TARIZZO Pietro fu Battista, Grangia del Bosco, Nizzia Battista fu Michele, Fraz. Chiarabaglia, SALVAIRE Antonio fu Giovanni, Case Bragona, LIORE Domenico fu Giov. Maria, Casc. Liori, DAGASSO Ten. Col. Cav. Giuseppe, Casc. Rolanda, CATTANEO Domenico, Case Grangetto,
Il Podestà, faceva però presente:“In merito al cambio semente di grano, la Commissione Provinciale Granaia intende fornire loro altra semente selezionata di buona razza per un massimo di un quintale a testa. Per tale semente selezionata, gli agricoltori devono seminare in piano ed in fila, utilizzando la macchina e seguire tutte le norme di coltivazione razionale che saranno redatte dalla Commisione Provinciale. Poiché solo il Ten. Col. Dagasso possiede una macchina seminatrice, le semine in prato ed in file, per l’anno corrente, il cav. Dagasso dichiari di dare in prestito la sua macchina. Ma siccome non sarà possibile fornire i 25 quintali richiesti, gli esprimenti avverranno nella proprietà del Cav. Dagasso e del Sig. Bersano Giuseppe e di qualche altro che lo vorrebbe”. Il Ten. Col. Cav. Dagasso, infatti, iniziava la coltivazione sperimentale, come è dimostrato dal testo sotto descritto (e penso sia l’unico che ricevette le sementi selezionate)
La COMMISSIONE PER LA PROPAGANDA PER LA PROVINCIA DI TORINO PRESSO LA CATTEDRA AMBULANTE DI AGRICOLTURA, con sede in Piazza Castello n°12, pubblicava nel 1927 un opuscolo sulla “Battaglia del Grano nella Provincia di Torino”, Campagna 1925-26, dove comparivano i personaggi della provincia che si erano distinti per efficienza e professionalità.
Nel testo, si ricorda che i campi dimostrativi tendevano a dare agli agricoltori una tangibile prova della superiorità delle razionali pratiche di coltivazione, in confronto di quelle normalmente seguite dagli agricoltori della zona. Fu così possibile mettere in chiara evidenza i vantaggi dell’introduzione alla rotazione quadriennale con conseguente abolizione del ringrano, i vantaggi dovuti alla diffusione degli aratri, erpici e seminatrici moderne, nonché quelli per un più largo uso di sementi selezionate e di razze elette e di razionali concimazioni.
A Favria, esisteva un campo dimostrativo, alla Cascina Rolanda.:
COMUNE DI FAVRIA (tenuta la Rolanda)
AGRICOLTORE: Ten. Col. DAGASSO Cav. Giuseppe
TERRENO: Argillo-siliceo, in piano. Il frumento seguiva la meliga, razionalmente concimata
VARIETA’ DI GRANO: Gentil rosso 48, C. Strimpelli Ibr. Passerini
PREPARAZIONE DEL TERRENO: due arature con trattore Fordson e un’erpicatura
CONCIMAZIONE AUTUNNALE: Perfosfato q.li 6,5 – clor. Potassa q.li 1 per Ea (ettaro)
Semente disinfettata con Tillantina, semina a macchina in fila equidistanti cm. 15
CURE COLTURALI: un’erpicatura a metà marzo, una scerbatura ai primi di aprile
PRODOTTO: Campo dimostrativo (2 Ea)= q.li 21,5 per Ettaro
Produzione media locale: quintali 15,5. il campo dimostrativo ha dato, per ettaro, quintali 6 in più della media produzione della zona.
Inoltre il Ten. Col. DAGASSO Giuseppe, ricevette la Medaglia d’Argento (su un totale di 10 nella provincia di Torino) con la seguente motivazione:
“E’ volenteroso agricoltore, aperto alle più moderne innovazioni. Ha acquistato la trattrice Fordson con la quale esegue profonde arature. Somministra concimazioni abbondanti e complete, semina razze elette di frumento a macchina, disinfetta la semente con Tillantina; esegue erpicature e scerbature primaverili ed ha prodotto 132 quintali di grano, con una media di 16 quintali per ettaro, nonostante la stagione, (che ha prodotto danni rilevanti, abbassando la media locale ad 11 quintali ad ettaro)”.
Tratto dall’A.S.C. faldone 484, attaglia del grano, 1926-1942
Favria 27.06.2012 Giorgio Cortese

Carpe diem
“Non andar cercando quale sorte il destino ha asseganato a me, a te; non consultar i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi- non sapere; è meglio sopportare quel che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse quest' inverno, che le onde del Tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poichè breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.”.Tratto da Odi, I, 11 Orazio, non è la versione letterale è non mia!

Ricordatevi, chi abbandona il cane è la vera bestia!
Se è vero che il cane è il miglior amico dell'uomo, non sempre si può affermare che l'uomo sia il loro miglior amico, ne è la prova il gran numero di animali che vengono abbandonati in questo periodo e per tutte le vacanze estive. Per gli animali più fortunati, si fa per dire c’è il ricovero in un canile municipale, ma per gli altri il rischio è di finire investiti sulla strada e di essere oggetto di vandalici e crudeli scherzi di nostri simili, che si pensano cosi tanto intelligenti per fare delle cose abominevoli ai nostri migliori amici, i cani.
Voglio ricordare che il cane possiede la bellezza senza la vanità. La forza senza l'insolenza. Il coraggio senza la ferocia, insomma tutte le virtù di noi esseri bipedi, che ci consideriamo intelligenti, ma senza i nostri vizi.
Il cane, l’animale che vive nelle nostre case, che una legge dello Stato chiama animale di affezione, deve essere tenuto solo se siamo consapevoli di potergli dare tutte le cure che necessita, perché se viene preso da cucciolo solo per una moda o interesse passeggero, poi è chiaro che il passo dell’abbandono o quello del maltrattamento viene subito dopo. Infatti sono tutti randagi quei cani che sono stati mollati per strada da farabutti che avevano verso l’animale proprio l’atteggiamento sopra evidenziato. Secondo uno storico inglese dell’Ottocento, tale J.A. Froude: “Gli animali selvaggi non uccidono mai per divertimento. L'uomo è la sola creatura per cui la tortura e la morte dei suoi simili possono essere in sé divertenti”. Ecco la differenza tra noi esseri razionali e i nostri amici cani, il cane attacca l’altro, per difendersi e per la sua sopravvivenza. Noi, invece esseri umani dotati di fantasia, ingegno e lucido ragionamento pieghiamo queste doti verso il basso, precipitando nella crudeltà più terribile.
Al riguardo è sempre attuale quanto scriveva un poeta, che personalmente non prediligo, Ezra Pound che nella poesia Meditatio osservava: “Quando osservo attentamente le strane abitudini dei cani, / mi tocca concludere / che l'uomo è un animale più evoluto. / Quando osservo le strane abitudini dell'uomo / ti confesso, amico mio, che resto dubbioso”. Certo siamo certamente più evoluti delle bestie; ma quando leggo di persone che scendono velocemente nei profondi abissi della ferocia, brutalità e cattiveria, rimango molto dubbioso su un simile primato.
Nella storia ci siamo auto assegnati il titolo di principi del creato, ma molte volte siamo degli stolti tiranni ostinati. E quando un cane, leva il suo muso umido verso di me, mi domando sempre per quale ragione ci sono delle persone così brutali nella loro crudeltà di abbandonarli solo perché si sono stufati e hanno per la testa le vacanze e loro sono solo un’inutile peso.
Personalmente non tollero atteggiamenti lesivi della dignità dell’animale e lo stravolgimento delle sue caratteristiche naturali. Ricordate che un cane comune è decisamente molte volte più simpatico di una persona comune
Favria, 28.06.2012 Giorgio Cortese

Chi non ha mai posseduto un cane non sa cosa significhi essere amato. Arthur Schopenhauer