Nel corso della vita
Nel corso della vita di ogni essere umano, prima o poi scoppia una tempesta. Il mare dei
sentimenti, prima calmo e placido, improvvisamente si gonfia a causa di tempestosi eventi,
dati dallenergia di un attimo. Ed allora la barca sul quale si affrontano le
quotidiane peripezie inizia ad ondeggiare rischiando di sprofondare nei gorghi abissali,
che paurosamente si aprono nel mare quotidiano. Ma poi in un attimo, ritorna il sole e
tutto si placa, non dico che è come prima, ma ritorna e si riprende il cammino, scriveva
Shakespeare nella Dodicesima Notte: Tutto ciò che si emenda è rappezzato. E come
la virtù che degenera ha le toppe di peccato, così il peccato che si emenda ha le pezze
di virtù. Se poi si ha la senzazione che quello che era successo era solo un sogno,
non devo che dare ragione a Calderon de la Barca ne La vita è sogno, perché
i sogni, molte volte non sono che ombre proiettate dalla luce della coscienza sullo
schermo del nostro animo, sono solo semplici illusioni, fatue meteore di qualcosa che non
cè, e che per esistere sono costretti a tradirsi apparendo per quello che non sono.
Favria 1.07.2012 Giorgio Cortese
Dio creò luomo a sua immagine, dice la Bibbia, i filosofi fanno il contrario: hanno
creato Dio. George Christop Lichtenberg
Ma quale esempio?
Ieri sera la nazionale di calcio ha perso il mondiale. Questo mi fa pensare che se
avessimo vinto gli europei di calcio, lesempio vincente sarebbe stato quello di
giocatori strapagati che fanno le bizze da prime donne per un nonnulla.
Personalmente preferisco per i giovani e non solo per loro, ma per tutti noi
lappello sempre attuale del 1918 di Don Luigi Sturzo, si quello del Partito
Popolare: A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il
dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti,
facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di
giustizia e libertà.. Certo, adesso siamo veramente messi male, ma adesso dobbiamo
comportarci come chi cade in un burrone e, a qualsiasi costo, deve risalire, ci tocca
assolutamente virare, invertire la rotta. Ma come? E con quali capacità? Con quali aiuti?
Sono convinto che come italiani è nel momento delle prove più difficili, che con dei
sacrifici si può risalire. Ecco una parola desueta: sacrificio
sembrava nella nostra società attuale ormai svuotata di significato o addirittura
dissolta come le certezze per il lavoro stabile, adesso ritrova il suo giusto significato.
Ogni giorno prendiamo tutti sempre di più coscienza della crisi sociale,, economica e
morale. Se la ripresa economica veniva data per sicura e luscita dalla crisi, detta
ormai la Grande Crisi, era ritenuta solo una questione di tempo: nella seconda metà del
2009, poi nella prima del 2010, nella seconda, nella prima metà del 2011. Adesso nel 2012
ci trasciniamo con le orecchie basse e di una sola cosa ormai sono sicuro, che di sicuro
non cè più nulla. Al punto che la ripresa potrebbe, o potrà anche non esserci
lasciando sul campo una nefasta recessione.
Questa crisi è soprattutto colpa dellavidità di possesso, di denaro, di beni, di
carriere politiche, insomma di tutto. Ma se addosso soprattutto dellavidità; mi
domando allora in quale considerazione per cercare di andare verso il meglio verranno
tenute i concetti di impegno e dedizione. Sento sempre parlare in questi tempi
che dobbiamo uscire dal circolo vizioso della crisi. Ma, deduco, che il suo contrario è
un circolo virtuoso, ma per fare questo abbiamo bisogno di qualità che adesso mancano. Ma
mancano perché non li possediamo o perché le abbiamo lasciate da parte nel cammino
quotidiano, perché ci ingombravano il passo per avere il tutto e subito di questi anni!
Non sono un economista, ma i conti in tasca come tutti sono ancora capace a farli. E
allora mi chiedo come potrà lamata Patria uscire dal buio tunnel della crisi con la
stessa mentalità con cui è entrata. Nella vita di ogni giorno i veri amici mi posso
aiutare a ritrovare la strada, però a fare il quotidiano percorso, con quale calzatura e
come incedere, questo lo decido sempre io. Ma a fare il quotidiano cammino, sono tutti e
anche i giovani che, sono in buona misura delusi e demoralizzati. Certo le parole quali:
impegno e dedizione, sono due dei moltissimi sinonimi al riguardo, sono
passate di moda. E così suonano male, come quello di una vecchia moneta ormai fuori corso
da tempo. Nella vita lesempio non sono giovani calciatori che hanno attualmente il
successo, soldi e pagine patinate sui giornali. Se nella vita si prende il denaro come
metro di misura del vivere, loro, i figli, riceveranno molto meno dei padri.. Questa crisi
è colpa della nostra generazione e non dei giovani. I giovani se vorranno risalire la
china dovranno fare dei sacrifici veri, che non sono quelli che attualmente parlano i
politici.
Per superare lostacolo bisogna riconoscere quanto sia difficile e poi affrontarlo
con il cuore e la forza dei giovani, insomma ai liberi e forti.
Favria 2.07.2012 Giorgio Cortese