La bella e satanasso
da la "brasa ... la spluvia",per gentile
concessione
Tanti e tanti anni fa in un mattino d'estate, una bella fanciulla di Campiglia si era
recata verso il monte Sivetto, tra Campiglia e Piamprato a raccogliere la profumata
erbetta alpina per le sue mucche. Lassù si stendeva un vasto declivio disseminato di
innumerevoli sassi che impedivano la crescita rigogliosa dell'erba. Mentre con la sua
piccola falce era intenta a racimolare qua e là radi ciuffi d'erba, vide poco lontano un
bel giovane elegantemente vestito che le veniva incontro. Istintivamente provò un senso
di sorpresa e quasi di timore. Poi fra i due ebbe inizio una lunga conversazione al
termine della quale il misterioso giovanotto chiese la mano alla fanciulla.
Questa ridendo gli rispose: «Si', ma ad
un patto: dovrai prima liberare questo pascolo da tutti i sassi, portandoli lontano in
qualche burrone della montagna» - il giovane accettò la condizione. Pochi giorni dopo la
pastorella era di nuovo risalita al solito pascolo, ma qual non fu la sua meraviglia nel
constatare che tutti i sassi erano spariti. Lo strano forestiero sorridente era comparso
non si sa da quale parte, dicendole che da parte sua la condizione postagli era stata
soddisfatta. Nella mente della ragazza nacque un sospetto. Chi mai poteva essere
quell'individuo che in così' poco tempo era riuscito a sgombrare quel pascolo da tutti
quei sassi? E se fosse...
Lentamente, fissandolo in faccia trasse dal collo una crocetta segnandosi con essa.
Si udì' un urlo e il bel giovane scomparve in una improvvisa fiammata, mentre all'intorno
si spandeva un acre odore di zolfo.
Si, era proprio lui: Satana o
Baraino come veniva chiamato nel dialetto della Valle Soana. Tremante, la giovane cadde in
ginocchio per ringraziare il cielo d'averla scampata da una brutta avventura.
Ecco perche' in quel vasto pascolo non c'e` piu un sasso a pagarlo a peso
d'oro.