Personaggi che hanno onorato le
nostre valli : Carlo Bonatto Minella
Carlo
Bonatto Minella nella realtà
Ma poi, una cosa che pare leggenda e che va ben oltre la sua vita, ha invece testimonianze
che ne confermano la realtà: conviene trascrivere quanto un sacerdote e storico a cui
già abbiamo accennato,
E comunque, questo, un racconto che, anche per essere piuttosto macabro, pur con
testimonianze inconfutabili, in qualche modo contribuisce a creare intorno all'artista un
alone ancor più misterioso, leggendario.
Si racconta poi che il padre (la cui fede cristiana è indubbia, e che altrettanto
indubbiamente la infiorava di un certo antico residuo paganeggiante, d'altra parte ancor
vivo oggi ovunque, anche se difficilmente lo si vuole ammettere) nella bara in cui giaceva
la salma del figlio pose
pennelli, tavolozza, pastelli; tutto quello che sappiamo e che è dimostrato anche da
documenti notarili di cui si dirà, non lascia alcun dubbio sul significato da dare a
questo atto: esso non esprime, come ha pensato un pessimista, una certa incomprensione per
gli ideali del figlio, ma piuttosto una forma disperata di amore, perché con la salma del
figlio il padre seppelliva anche i sogni e le speranze che in quel figlio, così diverso
da lui, così minuto e timido, aveva riposto; ed è comunque un dolce, poetico atto di un
padre amoroso, un augurio che il suo Carlo sia ora salito tra gli angeli, a dipingere
serenamente, senza sofferenze, nell'immensità dei cieli.
Erroneamente nelle due pagine con cui
Quell'antico cimitero (che è oggi un orto), fu in realtà chiuso definitivamente
nell'aprile del 1821, quando il camposanto frassinettese fu trasferito ove è attualmente:
nel corso degli ultimi decenni è stato ampliato e arricchito di marmi, di tombe di
famiglia, di loculi; ma ancora durante l'ultima guerra era un fazzoletto di terra segnato
unicamente da povere croci in legno che solo durante la buona stagione si coloriva di
fiori di montagna.
Ma lasciamo stare leggende, ipotesi, favole, racconti, errori. Veniamo alla realtà della
documentazione.
Che cosa ci resta, oltre le sue opere, del breve passaggio su questa terra di un
personaggio così straordinario? Nel complesso non certo poco, ma neppure molto. Ci
restano i documenti ufficiali come quello del battesimo impartito dal Vicario don Domenico
Michela di Aglié, che attesta il giorno della sua nascita (10 agosto 1855) e che ricorda
i nomi dei genitori -
Da questi e altri documenti possiamo ricavare un breve "albero genealogico" del
pittore che riportiamo nelle pagine successive: vi comprendiamo alcuni antenati e i
successori, del ramo che proviene dall'unica sorella dell'artista.
L'atto di morte del pittore (così egli vi è qualificato) ci indica che il decesso è
avvenuto alle ore 7 e minuti 20 del mattino del 6 giugno 1878, all'età di
ventitré anni non ancora compiuti; non è indicata la causa della morte, e quindi non vi
sono elementi certi che confermino quanto riportato nei pochi scritti che parlano
dell'artista, che cioè il decesso sia stato causato dalla tubercolosi; ma è assai
probabile che così sia stato; indubbiamente quello di Carlo Bonatto Minella era comunque
un organismo defedato. Un'intelligente osservazione del vicario attuale don Fiorenzo
Rastello, alla cui cortesia durante questa mia ricerca mi sono rivolto in molte occasioni,
ci fa avanzare qualcosa che non è nulla più di una ipotesi: cioè che egli sia stato
anche vittima di un'epidemia forse influenzale di grande violenza. (D'altra parte l'aria e
l'acqua pure di Frassinetto non tenevano lontane le forme epidemiche: pochi anni prima,
dice il Bertolotti, il colera vi aveva causato 25 morti).
Don Rastello ha individuato (ne parla sul bel bollettino parrocchiale intitolato La
Voce della Quinzeina, dal quale abbiamo tratto altre utili noti zie) in quel 1878 una
eccezionale "punta" di decessi: contro una media annuale, negli altri anni del
decennio 1873-1883, di 52 morti (mortalità annua vicina al 3%) il 1878 ne accusa più del
doppio, cioè 122 (mortalità circa 7%); i morti del 1878 sono per oltre i tre
quarti nel primo semestre dell'anno (l'atto di decesso del pittore reca già, ai primi di
giugno, il numero 90 nel registro parrocchiale, il numero
Un esame più attento e specifico dei dati desumibili dagli atti di morte del 1878 ci dice
che dei 100 morti nei primi sette mesi dell'anno ben 72 sono bambini o adolescenti tra
zero e 14 anni e solo 28 hanno età superiore. L'epidemia quindi, se non fu una generica
"influenza", potrebbe essere stata una violenta malattia infettiva infantile.
Una ricerca nel l'ordinatissimo archivio storico del Comune non ha offerto, alla voce
"sanità" alcun riscontro in merito.
Si potrebbe allora presumere che Carlo Bonatto Minella sia stato vittima della sua
congenita debolezza e della sua malattia impietosa, che -testimonianza del Thovez, che
sarà poi qui riportata integralmente -lo aveva fatto trasferire da Torino al paese natio
per l'aggravarsi delle sue condizioni; senza escludere tuttavia del tutto che la causa
ultima o almeno una concausa sia stata una violenta e per ora non individuata forma
epidemica invernale e primaverile. Concludiamo trascrivendo gli atti di morte del nostro
pittore, come sono nei registri conservati negli archivi parrocchiale (A) e comunale (B):
A) Atto
n. 90 : «L'anno del Signore milleottocento settantotto, il 6 del mese di giugno, alle
ore sette antemeridiane, in casa patrina munito dei Sacramenti Penitenza, Viatico, Estrema
Unzione, benedizione papale, (11) è morto Bonatto Minella Carlo, d'anni 22, domiciliato
in Frassinetto, figlio di Gioanni Francesco e della vivente Gal Pecca Lucia. Il cadavere
è stato sepolto nel cimitero di questo Comune il giorno 7 di giugno».
Firma del parroco: Faga Giuseppe.
B) Atto n. 83: «L'anno milleottocentosettantotto, addì sei di Giugno a ore pomeridiane
quattro e minuti venticinque, nella Casa Comunale, nanti a me Bongera Battista sindaco,
Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Frassinetto Canavese sono comparsi Bonatto
Giovanni di anni quarantasei, contadino, domiciliato in Frassinetto, e Marchiando Giuseppe
di anni ventinove, falegname, domiciliato in Frassinetto, i quali mi hanno dichiarato che
a ore antimeri diane sette e minuti venti di oggi, nella casa posta in Cantone Borgiallo
al numero ..., e morto Bonatto Minella Carlo, di anni ventitré, pittore, residente in
Frassinetto, nato in Frassinetto da Gioanni, contadino, e da Gallo Pecca Maria Lucia,
contadina, domiciliati in Frassinetto, celibe. A quest'atto sono stati presenti quali
testimoni Bonatto Gaspare di anni quarantasei, contadino, e Magoja Giuseppe di anni 38,
impiegato, ambi residenti in questo Comune. Letto il presente atto a tutti gli
intervenuti, si sono essi con me sottoscritti».
Seguono le cinque firme.
Queste informazioni sono tratte dal libro "Carlo
Bonatto Minella" scritto dal Professor Angelo Paviolo, reperibile presso le
principali librerie del Canavese