127 anni portati … bene a cura di Adriano Aseri

L’organo della Chiesa Parrocchiale di Cuorgnè, venne commissionato nel 1893, dal

vicecurato Eugenio Milano, al costruttore torinese Carlo Vegezzi Bossi in occasione del 25° di ordinazione sacerdotale del teologo Giovanni Domenico Cavaglià, Canonico Prevosto della Parrocchia   Collegiata,”… conoscendo il pio desiderio del festeggiato, di restaurare l’organo. All’uopo si costituì un Comitato per addivenire alla ricostruzione dell’organo.”
Lo stesso vicecurato raccolse segretamente la cifra necessaria di  £10.000
Il 7ottobre 1894, i maestri, cav. Roberto Remondi, professore d’Organo al Liceo Musicale di Torino, e il cav. Pier Antonio Bersano, organista del duomo di Torino, invitati dal festeggiato Prevosto Gian Domenico Cavaglià, inaugurarono e collaudarono il nuovo organo. Per quell’occasione furono anche restaurate e decorate l’orchestra e la cassa armonica. Altre spese furono cessione organo vecchio, trasporto, muratore, fabbro ferraio, falegname, per un totale di circa £ 8.000. Il mio concittadino Vittorio Molinario, che all’epoca aveva 15 anni, mi disse che successivamente l’organo fu restaurato nel 1925, rifatta la manticeria, rovinata dai topi i quali, furono sterminati dalla sua gattina, per alcune notti chiusa all’interno della cassa armonica, fino a missione compiuta. Dopo la scomparsa del Parroco, il canonico don Domenico Cibrario (14-4-1975), mi chiesi chi avrebbe suonato questo strumento, poiché egli stesso lo suonò.In quegli anni, molti giovani occupavano il loro tempo libero studiando pianoforte all’Istituto Musicale “Oddone Bassoli”. Anche Carlo Serena ed io, lo frequentammo, ed essendo appassionati di musica, proponemmo al vice Parroco, don Renato Casetta, l’idea di voler conoscere l’organo con i suoi 41 registri, per poterlo usare durante le funzioni. Vista la serietà della nostra proposta ed il nostro curriculum musicale, egli acconsentì subito, anche per mantenere in buona salute lo strumento. Iniziammo quindi a suonare durante i matrimoni, su richiesta ma se questi erano amici, suonavamo a loro insaputa. E così fu nel primo matrimonio (che suonammo alternandoci), tra la sig.na Marichita Dell’Acqua e il sig.Adriano Cornetto, il 23/08/1975. Nel febbraio 1994, in vista del compleanno centenario, avendo lo strumento una buona salute, e non necessitando di restauri radicali, l’Amministrazione Comunale presieduta dal sindaco Nicola Placanica, rivolse una particolare attenzione verso questo bene artistico culturale della città, sostenendo la  spesa di ripulitura delle ance (6 registri,332 canne), lavoro che consiste nello smontare, pulire accuratamente, lucidare le linguette, i canaletti e le grucce per l’accordatura.
Per questo lavoro mi ero interessato consultando organisti, che mi hanno consigliato il tecnico organaro torinese Marco Renolfi. Nel 1994 grazie all’Assessorato alla Cultura, a Rotaract club, e Fondazione CRT, si sono potuti organizzare una conferenza sull’arte organaria, tenuta da Daniele Sajeva, una visita guidata nell’organo, che curai  personalmente, tre concerti con Guido Donati e Massimo Nosetti (di fama internazionale) ed il giovane organista torinese Marco Gianotto. Grazie ai finanziamenti, si potè organizzare un concerto all’anno con organisti e musicisti di tutto rispetto quali:Coro di Almese, Daniele Sajeva, Antonello Gotta, GianMichele Cavallo, Roberto Cognazzo, Paolo Zamengo, Andrea Macinanti, Sabrina Pecchenino, Coro di Lanzo, Walter Savant Levet. Altre visite all’organo riguardavano la scuola media Salesiana, grazie all’interessamento  dell’insegnante, la pianista Monica Serena. Dal 1998 questo organo è  entrato a far parte del circuito concerti di Organalia, curato dalla Provincia, la quale effettuò anche alcune incisioni discografiche. In questo secolo, l’organista Sebastiano Domina viene periodicamente a suonare e controllare lo strumento e offre esecuzioni musicali in occasione della Festa Patronale della Madonna di Rivassola. Oltre a tutte queste attività artistiche, questo strumento ha sempre goduto di buona salute, senza grossi problemi di manutenzione, perché i parrocchiani lo hanno sempre accudito, soprattutto accendendolo nei periodi nei quali esso non veniva usato.

Insomma 127 anni portati bene.