23 marzo 1849! – Donare sangue fa bene alla salute… alla Tua che doni! – Seguire la bussola ogni giorno. – Il Flauto magico. – Cél faįt a làŋa….., – Calabrache! – Canavròta! – donazioni Fidas Canavese zona 2 aprile… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

23 marzo 1849 L’esercito piemontese si batte bene, dove circa  50.000 piemontesi fronteggiano

75.000 austriaci: pur in inferiorità, i soldati sabaudi combattono tenacemente. Fino al pomeriggio riuscirono a resistere, ma l’arrivo di rinforzi austriaci diede il colpo di grazia all’esercito del Regno di Sardegna. che viene sconfitto dagli austriaci mettendo fine alla Prima guerra d’Indipendenza del nostro Risorgimento. Scrive a tale proposito Radetzky: “Quei diavoli di piemontesi sono sempre gli stessi e, malgrado il minor numero loro e la stanchezza delle marce fatte, ho creduto più di una volta dovermi ritirare”. Quelli stessi giorno insorge Brescia e si batterà contro gli oppressori austriaci per dieci eroiche giornate. Verso la fine della battaglia Carlo Alberto cammina da solo nelle zone battute dal fuoco austriaco per cercare una palla che metta fine alla sta differenza e salvi l’onore della dinastia Sabauda. Invano i suoi aiutanti cercavano di portarlo via dalla prima linea. Anche i suoi figli sono salvi nonostante che il figlio minore Ferdinando abbia perso due cavalli dal fuoco nemico durante irruente carica. Carlo Alberto convoca lo stato maggiore e chiede se ci siano ancora speranze nel ribaltare la sconfitta. Avuto risposta negativa da tutti, con le soverchianti forze nemiche, il re disse che da quel momento non era più loro re e abdicava in favore di suo figlio Vittorio Emanuele, futuro primo Re d’Italia. Carlo Alberto abdica per salvare almeno l’onore nella memoria degli uomini. Carlo Alberto, ha in tasca un passaporto intestato ad un colonello in pensione il conte di Barge. Carlo Alberto attraversa Novara dove si trovano i resti dell’esercito piemontese sconfitto. Poi dopo viene fermato da un posto di blocco austriaco. Il sovrano afferma di essere il conte di Barge e la pattuglia lo scorta dal generale Thurn. Carlo Alberto teme di essere preso prigioniero, il generale lo riconosce ma chiede ad un prigioniero piemontese, bersagliere se la persona che aveva davanti era il Conte di Barge. Il generale austriaco lo aveva riconosciuto ma voleva evitargli una ulteriore umiliazione dopo la cocente sconfitta. E aiuta il prigioniero bersagliere a dare la risposta che era il conte di Barge. Il Bersagliere con un groppo in gola confermo che era il Conte di Barge. Il 24 marzo fu firmato l’Armistizio di Vignale nella Cascina Tavernette. Carlo Alberto impiegherà ben 27 giorni per raggiungere il Portogallo e tre mesi dopo a morire. Ma non era la fine del Risorgimento, 12 anni dopo, il 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele verrà incoronato Re d’Italia. Onoriamo sempre il ricordo di chi ha combattuto per un futuro migliore e onoriamo il ricordo di un passato buio per un futuro luminoso.

Ogni giorno iniziamo la giornata dove ci troviamo, usiamo cosa abbiamo a disposizione e soprattutto facciamo   tutto ciò che possiamo con onestà e buon senso.

Ti aspettiamo a Favria   VENERDI’  26 marzo  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio

Donare sangue fa bene alla salute, alla Tua che doni! 

Donare il sangue è un gesto concreto che fa bene a te e fa bene agli altri… cosa aspetti? Tutti possono donare, l’importante avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, pesare più  di 50 kg ed essere in buona salute. A causa dell’emergenza pandemica da COVID-19 è obbligatoria la prenotazione e si rammenta che è indispensabile indossare la mascherina durante tutte le fasi della donazione.  Il medico visiterà ovviamente una persona alla volta, indossando idonei DPI a tutela della propria e dell’altrui salute. Anche il volontari del Direttivo Fidas Favria addetti all’accoglienza, manterranno adeguate misure di sicurezza, un metro di distanza l’uno dall’altro, nessun contatto fisico, anche a loro verrà misurata la temperatura corporea prima di iniziare le attività di donazione. Verranno adottate misure di triage preliminare nella fase di accoglienza dei donatori: comprendenti la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali.  Ricordiamo che i donatori o aspiranti donatori devo presentarsi sempre con carta di identità e tessera sanitaria.  Abbiamo bisogno di Te che se donatore o che non hai mai donatoto e vorresti venire a donare. Grazie. Ti aspettiamo a Favria   VENERDI’  26 marzo  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fai passa parola e divulghate il messaggio

Favria, 24.03.2021, Giorgio Cortese

Nella vita quotidiana il sapere non è sufficiente mi devo applicare. Il volere non è sufficiente perché devo sempre ogni giorno fare!

Seguire la bussola ogni giorno.

Nel nostro quotidiano viaggio dobbiamo seguire la bussola del buonsenso  dove in senso metaforico il Nord siamo noi che abbiamo sempre ben chiara la stella Polare di fare sempre del bene, il Sud è allora il nostro impegno nel sociale, con l’Est che sono Le nostre umane e peculiari eccellenze e d infine l’Ovest i nostri quotidiani obiettivi, tutto questo con la voglia di Infuturare. Tranquilli non è una parola inventata ma una lemma antico che significa estendere nel futuro, e qui aggiungo le nostre passioni.   Le parole danno corpo ai pensieri, quasi non c’è pensiero fuori dalle parole. Alcuni di questi pensieri che le parole riescono a condensare sono di formidabile importanza. Questa parola è stata usata dal sommo Dante nel XVII canto del Paradiso, dove incontra il suo trisnonno, Cacciaguida che pronuncia  la sua celebre profezia dove traccia il dolore per il futuro esilio del trisnipote unito a qualche buon consiglio riguardo alle persone su cui potrà contare. Ma il bello di questo canto è che Cacciaguida non porti rancore ai suoi concittadini che l’hanno esiliato: “ …poscia che s’infutura la tua vita vie più là che ‘l punir di lor perfidie.”  Il messaggio è che non si deve portare rancore poiché la nostra vita si proietta nel futuro ben oltre alle meschine perfidie. Infatti oggi ci ricordiamo di Dante ma non dei meschini che lo hanno esiliato!

Favria, 25.03.2021   Giorgio Cortese

Penso che la felicità  ogni giorno non è qualcosa di già pronto, ma è il risultato delle mie azioni.

Ti aspettiamo a Favria   VENERDI’  26 marzo  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio

Il Flauto magico.

Ho recentemente riascoltato “Il Flauto Magico” si Mozart e, pensate che la prima rappresentazione di “ Die Zauberflote, Il Flauto magico”, avvenne il 30 settembre del 1791 al Theater auf der Wieden di Vienna, che era gestito  dall’autore del libretto, l’attore e cantante amico di Mozart, Emanuel Schikaneder, che in quella circostanza assunse il ruolo di Papageno il buffo uccellatore, amante dei piaceri semplici,  mangiare, bere,  ma che aspira a trovare la sua Papagena. Una storia fiabesca dove troviamo flauto e campanelli magici, draghi, animali incantati dal suono del flauto, l’uccellatore Papageno. Questa opera mi ha lasciato perplesso perché rappresenta la sintesi del genio di Mozart, dove convivono nello stesso tempo il dramma più angoscioso e la gioia più pura, entrambi disciolti nell’opera con leggerezza ed ironia. Secondo alcuni critici il Flauto Magico è il testamento spirituale di Mozart, dove si trovano tutti gli aspetti che caratterizzavano sino ad allora l’opera seria, l’opera buffa, la rappresentazione sacra, aggiungendo anche gli elementi della ormai prossima opera romantica, di cui il Flauto magico è da considerare precursore assoluto. Mozart sapientemente amalgama tutti i generi e li serve con leggerezza ed ironia. In questa opera con una corrispondenza perfetta ecco Tamino, che è forse il primo personaggio romantico nella storia dell’opera, che si innamora di Pamina solo alla vista di un suo ritratto, ed è pronto ad affrontare tutte le terribili prove per amore. Poi il suo contrario in Papageno, una specia di arlecchino tedesco vestito con piume di uccelli, dai piaceri semplici che  ambisce a trovare la sua Papagena, con la quale darà vita nel finale ad uno dei più celebri ed amati duetti buffi della storia dell’opera. Altro personaggio è Astrifiammante, la fredda regina della notte, che cova vendetta nei confronti di Sarastro per averle sottratto la figlia Pamina.  Sarastro, persona saggia e giusta che ha come valore di riferimento il perdono. Tamino con Papageno partono per liberare Pamina con tre dame al loro seguito che gli donano rispettivamente il flauto ed il carillon magici. Alle tre dame come contraltare troviamo i tre fanciulli, che invece rivelano ai nostri eroi la giusta via da seguire. Qui facciamo conoscenza con Monostatos, essere primitivo che tiene prigioniera Pamina su ordine di Sarastro. Ecco infine Pamina, forse il personaggio più complesso, in quanto animato dal contrasto interiore fra la devozione a Sarastro, che la conduce nella saggezza, e l’amore per la madre, la perfida Regina della notte che le darà il pugnale per uccidere Sarastro, arma che Pamina deciderà di usare per uccidere sè stessa, ma per il sentimento che alla fine prevale sugli altri, l’amore di Tamino. Pamina verrà allora fermata dai tre fanciulli, e l’opera si concluderà con il superamento delle prove di Tamino e Pamina insieme, con Papageno che finalmente troverà la sua Papagena, e con il trionfo del regno del bene di Sarastro sul regno del male della Regina della notte, sugellato dal perdono finale. Mi domando allora, se questa favola apparentemente ingenua cela invece una complessa simbologia massonica, Mozart aderì ad una loggia massonica, attratto dagli ideali nobili perseguiti dalla massoneria settecentesca. Oppure Il Flauto magico parla d’amore, e il persoaggio di Papageno potrebbe essere Mozart, l’uomo, è l’autonomia umana che si svincola anche senza le parole, grazie solo all’appetito, al desiderio, a quella libertà che sta nel non opporsi ai propri limiti e non ha bisogno di entrare nel circolo degli illuminati. La prova più importante che Papageno e Tamino devono affrontare, uno per amore e l’altro per portare a casa la pelle, è tacere. Pamina implora Tamino di parlarle e lui si rifiuta: lei si dispera, ma resiste. Perché l’amore del Flauto magico è selvatico ma per niente selvaggio, sboccia e non s’instaura, si dà e non si spiega. E’ l’amore del miracolo, che per darsi deve annullare il dire per dirci, forse, che l’amore non s’impara, ma la libertà sì. “Es siegte die Stärke Und krönet zum Lohn Die Schönheit und Weisheit  Mit ewiger Kron’! La Fermezza ha vinto e  per premio incorona la Bellezza e la Saggezza con eterna gloria!”

Favria, 26.03.2021   Giorgio Cortese

Il segreto nella vita, come nello sport, sta nel cercare l’adrenalina nelle emozioni e non nel doping!

Cél faįt a làŋa…..,

Cél faįt a làŋa, à pjőv ant’ la ṡmàŋa. Cielo a fiocchi di lana, piove nel giro d’una settimana. Inizio nel parlare dei lavori nell’orto e giardino nel mese di Aprile ricordando nel titolo un vecchio proverbio piemontese sulla caratteristica di Aprile, quella di essere molto piovoso. Il lavoro dell’orticoltore e del contadino è profondamente legato alle stagioni, è molto importante quindi tenere d’occhio il calendario, sia quello solare che lunare, da cui dipendono i momenti della semina, del raccolto e di conseguenza tutti gli altri lavori necessari alla coltivazione. La luna calante, fase a seguire il giorno di luna piena, è la fase in cui la terra è recettiva, per questo si consiglia di seminare ortaggi da radice. E’ il momento anche di raccogliere aglio e cipolle, comunque tutti gli ortaggi a bulbo e in generale tutti gli ortaggi da conservare a lungo. Inoltre la tradizione indica che in questa fase deve avvenire la semina di tutte quelle piante che non vogliamo veder andare a seme, ad esempio il basilico, tutti i cavoli, le insalate da cespo, spinaci, sedano, finocchi). Siccome è la fase in cui si dice che le forze siano nella terra è quella indicata dal calendario lunare per la maggior parte dei trapianti di piantine da orto. Sempre in luna calante si vendemmia e si miete e si fanno potature e taglio legna. La Luna crescente  invece è indicata per la maggior parte delle semine, infatti sembra che in questa fase le energie vadano verso l’alto, privilegiando tutto quello che è fuori dalla terra, dando una spinta allo sviluppo delle piante. Secondo il calendario lunare dell’orto si seminano ad esempio pomodori, cetrioli, insalate da taglio, carote, zucca, zucchina, melanzane, peperoni, ravanelli, fagioli e fagiolini. Come raccolte si privilegiano gli ortaggi da consumare freschi. Nel mese di Aprile la  Luna Calante o luna Vecchia buona per seminare è fino al giorno 11 e dal 27 aprile. Nell’orto, mi dicono Il mese di Aprile è il mese da dedicare particolarmente alle semine, Infatti In questo mese si possono seminare, oltre a quelli estivi, anche gran parte degli ortaggi che si andranno a consumare durante l’inverno, come, per esempio, Carote lunghe, Cavoli cappucci, Zucche da inverno. Si piantano le Zucchette e le Patate, tenendo presente di mettere in fondo alle buche od ai solchi, una abbondante quantità di letame ben maturo. Nella seminano delle Cicorie si tenga presente di seminare molto rado, oppure diradare, soprattutto quelle a radiche, a grumolo, a cappuccio e rosse, in modo da consentire un buon sviluppo delle piante e, per conseguenza, delle radiche a dei grumoli destinati all’imbianchimento o forzatura. Si seminano i fagioli, ed in particolare i nani in erba, per consumare presto; per gli altri estivi e mangiatutto c’è ancora tempo. Per le verdure da taglio è consigliabile la semina in luna crescente (luna nuova) per il maggior sviluppo vegetativo della stesse, fatta eccezione delle leguminose (fagioli, cornetti, piselli) che possono essere seminate in entrambe le lune. Le altre varietà vanno seminato in luna Calante, luna vecchia. Nel giardino si semina in semenzaio: Digitale, Zinnia, Alisso Celosia, Salvia, Elecrisium, Asparago, Astro, Cipresso annuale, Campanula, Tagete, Dahlia, Verbena, Pblox. Semine in piena terra: Elecrisium, Astro, Cosmea, Petunia, Zucchetta ornamentale, Calendula, Godezia, Campanella rampicante, Speronella, Crisantemo, Balsamina, Zinnia, Pisello odoroso, Nasturzio, Garofano, Phlox. Piantagioni e trapianti – bulbi : Mughetti, Acidentera, Begonia, Ranuncolo, Agapantus, Calla, Incarvillea, Dahlia, Ainaryìlis, Montbretia, Iris, Anemone, Lilium, Ciclamino, Gladiolo, Peonia, Dicentra, Gloxinia, Gloriosa.

Favria,  27.03.2020   Giorgio Cortese

Il modo con cui guardi la vita, è lo stesso con cui apriamo il cuore. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’  7 APRILE 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione entro martedì  30 marzo. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio

Ricordiamoci sempre  che le persone più felici non sono quelle che ottengono di più, ma quelle che danno di più

Calabrache!

Calabrache deriva dalla espressione calare le brache, che significa arrendersi, dichiararsi vinto. La parola è anche una sorta di gioco di carte fra due o più persone, detto anche fallimento, che richiede un mazzo di 52 carte, distribuite in ragione di 5 a testa a un numero variabile di giocatori. Le  rimanenti vengono disposte scoperte sul tavolo. Vince chi riesce a liberarsi di tutte le sue carte accoppiandole con altrettante carte uguali scoperte e scartandole. Chi non ha nemmeno una possibilità di scarto, dichiara fallimento e le sue 5 carte, scoperte sul tavolo, vanno ad aumentare le probabilità di scarto dei compagni di gioco.  Oppure con  calabrache si indica una persona pavida, remissiva o priva  di coraggio e di volontà, insomma una persona pusillanime, che deriva dal latino pusillanimis, composto da pusillus piccolo, diminutivo di pusus ragazzo, e animus animo., di animo minuto, codardo. Ma da dove è nata la parola calabrache? Questo detto con il simile di calar le braghe di tela, o restare in mutande, per indicare un segno di resa o di estrema povertà. Ebbene, tutto nacque in pieno Medio Evo, quando, in diverse città del nord Italia, il debitore insolvente era obbligato a sedersi su una pietra apposita, con le brache calate. Un esempio di tale usanza lo troviamo nel famoso Palazzo della Ragione di Padova, luogo dove si amministrava la giustizia. Qui viene conservata la pietra del vituperio, parola composta da vitium, vizio e parare preparare, stabilire, fare, con il significato di biasimare o oltraggiare duramente. Su questa pietra il debitore insolvente doveva esporsi in mutande, messo alla pubblica derisione. Solo l’intervento di Sant’Antonio, pare abbia posto fine alla pena del carcere a vita, che prima veniva prevista agli insolventi. Lui sembra che abbia suggerito questa pena alternativa. Secondo gli statuti del 1261, il debitore insolvente in camicia e mutande,  ecco da dove nasce l’espressione restare in braghe di tela,  per indicare chi aveva perduto i propri beni, vi si doveva sedere tre volte, pronunciando la frase cedo bonis, poi veniva espulso dalla città , se si ripresentava e veniva sorpreso,  veniva sottoposto nuovamente a questa procedura, con l’aggiunta del rovesciamento di tre secchi d’acqua sul capo. Ma la curiosità è che esistono nel Patrio Stivale delle vie con questo nome, uno lo trovate a Genova, un breve carruggio detto Vico delle Carabaghe. Un carruggio dal nome insolito, non c’è che dire, da principio si chiamava Vico delle Calabraghe. E sebbene qui nel passato esercitassero la loro professione certe signorine, il toponimo di questo vicolo non ha nulla a che vedere con la loro attività, la spiegazione del suo nome si trova in un antico documento risalente agli inizi del ‘500 nel quale è citato proprio questo carruggio, ed il nome del vicolo deriva dalle Calabrage, in seguito venne modificato in Carabaghe, macchine belliche utilizzate per scagliare sassi di piccole dimensioni contro i nemici. La vicinanza del carruggio alle porte della città giustificava la presenza delle macchine belliche della Superba. A Firenze compresa tra via de’ Neri e piazza de’ Peruzzi, ecco via delle Brache. Il toponimo è legato ad una celebre espressione fiorentina. Via delle Brache rimane ancora oggi una strada piuttosto stretta, delimitata da alte mura e orientata verso nord, dunque in grado di offrire per tutto l’anno una costante zona d’ombra. Per questo motivo sembra che, fin dai tempi antichi, le massaie fiorentine della zona fossero solite utilizzare la strada come punto di ritrovo: proprio qui infatti si riunivano durante le giornate più calde dell’anno, per svolgere le loro faccende domestiche al riparo dal sole estivo e soprattutto in compagnia.  E come spesso accade, anche le madonne fiorentine finivano per mettersi a spettegolare tra loro. O meglio, come si dice in Toscana, a bracare, espressione che indica ancora oggi l’intromettersi nelle faccende altrui, ovvero ficcare il naso negli affari degli altri. 

Favria,  28.03.2021  Giorgio Cortese

La felicità nella vita  è una direzione, non un luogo.

Il modo con cui guardi la vita, è lo stesso con cui apriamo il cuore. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’  7 APRILE 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione entro martedì  30 marzo. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio

Canavròta!

Canavròta, in piemontese con questa parola si indica la capinera. Lemma deriva dal latino canabariam, campo di canapa. La parola è formata dal latino cannaben più ariam. Da questo lemma deriva  la parola canavros, seme di canapa dal latino medievale canabosium. Si presume che la parola piemontese sia stata influenzata dal francese chanvre, canapa e da li con il colore della livrea ecco la parola ornitologica in lingua piemontese

Favria. 29.03.2021  Giorgio Cortese

ll modo migliore per essere felice è quello di  provare a rallegrare qualcun altro.

Il modo con cui guardi la vita, è lo stesso con cui apriamo il cuore. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’  7 APRILE 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione entro martedì  30 marzo. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parola e divulgate il messaggio

Ecco dove si dona ad Aprile in Canavese Zona 2 Fidas

Bosconero, giovedì 1 aprile

Favria, mercoledì 7 aprile

Ciriè, giovedì 8 aprile

Rivarolo, venerdì 9 aprile

Forno, sabato 10 aprile

Pertusio, domenica 11 aprile

Corio, domenica 11 aprile

Forno, domenica 18 aprile

Salassa, domenica 18 aprile

Ciriè, martedì 20 aprile

Corio, martedì 20 aprile

Rivarolo, venerdì, 23 aprile

Valperga, venerdì 23 aprile

Rivara, sabato 24 aprile

San giusto, sabato 24 aprile

Agliè, lunedì, 26 aprile

Lombardore, martedì 27 aprile

Rivarolo, venerdì 30 aprile

Qui di seguito cellulari dei referenti gruppi dove potete prenotarvi

Aglie’  331-3539783

Barbania / Front  347-9033496

Bosconero 011-9889011 e 338-7666088

Cirie’   340-7037457

Corio   348-7987945

Favria   333-1714827

Feletto  339-1417632

Forno Canavese _ 338-8946068

Levone  340-0675250

Locana  349-6623516

Lombardore / Rivarossa   333-3310893

Montanaro  377-7080944

Ozegna  334 7717626

Pont  333-8937412

Rivara  339-6339884

Rivarolo Canavese  348-9308675 e 347-4127317

San Giusto Canavese   377-1213021

Valperga / Salassa / Pertusio  347-5821598

Varisella / Vallo  333-9584743 

Favria,  30.03.2021   Giorgio Cortese

Il modo con cui guardi la vita, è lo stesso con cui apriamo il cuore. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’  7 APRILE 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fai passa parola e divulgate il messaggio

La S.Pasqua è la festa di chi crede nella bellezza dei piccoli gesti, e di chi sa che la vita sa stupire oltre ogni aspettativa. Che la gioia pervada i nostri cuori  e ci regali  felicità inattese.