Cambiano le frequenze del digitale in Piemonte, bisogna risintonizzare le Tv tratto da Quotidianopiemontese

Oggi, lunedì 10 gennaio, è il giorno del refarming in Piemonte. Vengono cioè riassegnate le frequenze dei

canali tv del digitale terrestre. E’ quindi probabile che da questa mattina non troviate più alcuni dei canali sul vostro televisore ed è necessario effettuare l’operazione di risintonizzazione.

Intanto Uncem ha chiesto a tutti gli Enti montani italiani proprietari di impianti per la trasmissione televisiva di bloccare ogni tentativo di spegnimento dei ripetitori, a opera di imprese incaricate dal Ministero dello Sviluppo Economico. I ripetitori TV non si spengono. La mobilitazione è necessaria, a tutela dei cittadini residenti nei Comuni montani.
“Intervenga con urgenza il MISE per sostenere gli Enti, Comuni, Comunità, Unioni montane, in questo complesso passaggio di frequenze e adattamento tecnologico dei ripetori – afferma Marco Bussone, Presidente Uncem – Di certo gli impianti non possono e non devono essere spenti. Faremo resistenza. Perché non accettiamo di fare le spese, come comunità ed Enti locali dei territori, di una non gestione del cambio delle frequenze da parte del Ministero competente. Queste cose non si improvvisano. E vanno guidate, operativamente. Anche d’intesa con Rai e Inwitt. Uncem chiede da almeno un anno al Mise di intervenire. Nulla è stato fatto. Ora il Ministero deve convocarci, in sede tecnica e politica, capire dove sono gli impianti e quante risorse servono per adeguarli. Se non riuscirà, allora si stanzino risorse per consentire ai cittadini delle aree montane coperti da segnali di ripetitori non Rai o RaiWay, di acquistare la parabola e il decoder e dunque vedere la televisione con il TVSat. Uncem prosegue anche nei rapporti con il sistema delle TV regionali, rappresentate da Confindustria Radio-TV, per evitare black-out e ingenti spese da parte delle imprese del settore. I cittadini, in tutto il Paese, anche nelle aree montane, hanno il diritto di vedere l’intero bouquet televisivo, compresi i canali tematici Rai, comprese le tv regionali e locali. Senza ulteriori spese e senza interventi a carico degli Enti locali, onerosi e finora rimasti senza copertura finanziaria e politica”.