Donare il plasma. – Nella quiete – L’eterna lotta alle zanzare. – Disorientati, ma liberi di scegliere.- Batibeuj! – Le parole dei Rasenna ancora oggi usate in italiano. – 20 settembre 1870!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Donare il plasma
Pazienti di tutto il mondo ricevono cure di ogni tipo, che sarebbero assolutamente

impensabili e irrealizzabili se non esistesse un’eccellente fornitura di plasma necessaria allo sviluppo di cure, terapie e medicinali. Il plasma utilizzato a questo scopo proviene ovviamente dalle donazioni volontarie ed è pertanto essenziale assicurarsi che sempre più persone donino il proprio plasma. Il sangue si compone essenzialmente di due parti: la parte solida e la parte liquida. La parte solida è composta da tutte le cellule che si trovano nel sangue, ossia dall’insieme dei globuli rossi, dei globuli bianchi e piastrine. La parte liquida del sangue è invece chiamata plasma. Il plasma è composto prevalentemente da acqua (circa per il 92%, quantità che varia in funzione del grado di idratazione) mentre il restante 8% è costituito da proteine e sali minerali. La funzione del plasma nel sangue è quella di essere il mezzo di trasporto di una vasta gamma di molecole quali il glucosio necessario al metabolismo cellulare, lipidi, ormoni, diversi prodotti di scarto derivati dal metabolismo, ossigeno e anidride carbonica. Contiene inoltre moltissime proteine, che mantengono la pressione osmotica del sangue che consente tra le altre cose gli scambi di gas e altre molecole all’interno del corpo. Di colore giallo paglierino, il plasma viene separato dalla frazione cellulare del sangue tramite centrifugazione. Ma cosa significa donare il plasma? La donazione di plasma, o plasmaferesi, consiste in un normale prelievo di sangue che, a differenza dei prelievi di sangue intero, viene immediatamente sottoposto a centrifugazione. Viene utilizzato uno specifico macchinario, la centrifuga, che ruotando molto velocemente spinge la frazione corpuscolata del sangue (cioè la frazione cellulare del sangue), più pesante, a separarsi dalla frazione liquida (il plasma) più leggera. Questo consente la separazione meccanica delle due componenti del sangue, in modo da isolare il sangue. Per potersi sottoporre ad un prelievo per la donazione di plasma, sono necessari diversi requisiti fondamentali. Si deve avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, con un peso corporeo maggiore o uguale a 50 kg. Prima di effettuare il prelievo del plasma si viene sottoposti a diverse analisi del sangue, per verificare che i valori di protenemia, piastrine ed emoglobina siano nella norma e consentano il prelievo in totale sicurezza. Il donatore deve essere sano e non deve essere affetto da patologie quali epatiti virali o infezioni da HIV (il plasma viene comunque testato). Inoltre chi decide di donare il plasma ha diritto ad analisi del sangue gratuite, per testare diversi valori del sangue quali glicemia, colesterolemia, test di funzionalità epatica e renale. Per quanto riguarda il donatore, c’è differenza tra il prelievo di sangue intero e prelievo di plasma. Il prelievo di plasma infatti richiede un tempo maggiore, circa 40 minuti, in quanto è diviso in più fasi. La prima fase è quella di prelievo vero e proprio; c’è poi la fase di centrifugazione per la separazione delle due frazioni del sangue e infine la fase di riammissione nel circolo sanguigno della componente corpuscolata. Il volume di plasma che viene prelevato arriva a 500 ml; questo volume viene immediatamente reintegrato nel donatore attraverso l’assunzione di liquidi prima e dopo il prelievo, il che rende la donazione di plasma assolutamente sicura per la salute di chi vi si sottopone. La plasmaferesi è una procedura fondamentale in quanto consente lo sviluppo di numerosi farmaci noti come farmaci plasma derivati. Nel plasma si possono individuare oltre ai sali minerali, vitamine, glucosio e sostanze insolubili, numerose proteine tra cui i fattori della coagulazione. I fattori della coagulazione possono essere isolati ed estratti dal plasma, così come tutte le altre proteine in esso contenute. Tra queste troviamo anche gli anticorpi, ossia i fattori responsabili della risposta immunitaria del corpo alle infezioni batteriche o virali. La plasmaferesi è importante proprio perché, consentendo l’estrazione di queste sostanze, permette la produzione di cure e terapie per tutti quei pazienti che soffrono di patologie legate al deficit delle diverse sostanze plasmatiche. Ad esempio, pazienti affetti da emofilia che soffrono per la mancanza di specifici fattori di coagulazione del sangue, possono essere curati grazie alla somministrazione di questi fattori che vengono estratti dal plasma donato. Esistono inoltre patologie per le quali la cura più efficace consiste nella somministrazione del plasma intero, ossia del plasma che non è stato sottoposto ad estrazione di specifiche sostanze. Questa casistica riguarda patologie particolari, ad esempio legate ad una carenza sistemica di anticorpi ed è fondamentale anche per la terapia delle gravi ustioni. La donazione di plasma riveste quindi un ruolo fondamentale nella cura di molte patologie croniche anche rare; molti disordini genetici possono essere trattati unicamente attraverso la somministrazione di plasma o sostanze da esso estratte, pertanto chi decide di donare il plasma offre la possibilità di salvare molte vite e di aiutare chi non ha un’alternativa.
Favria, 14.09.2021  Giorgio Cortese

Buona giornata. Nonostante il mondo sia pieno di sofferenza, è anche pieno della possibilità di superarla. Felice martedì.

Nella quiete

Il fogliame dell’albero si calma dopo la brezza del vento prima della sera estiva creando spazio a tutti gli uccelli nascosti che nel grande salice cominciano infine a tacere. Intanto il cielo è sbiancato, ha quasi perso colore, tranne vicino alla terra dove è ancora un po’ rosa; e non è più cielo, è l’assenza di ogni ostacolo, di ogni peso, tutt’al più soltanto aria e nemmeno più turbata dalle ultime nubi in movimento, mentre la montagna lontana diventa a sua volta nube, ma sospesa, immobile. E che cos’è la stella che scintilla improvvisa al tramonto? Un gioiello d’aria per l’orecchio, il collo o un polso nascosto? Un segno che mi viene incontro dal fondo cupo del tempo passato. Non voglio coprire questa brace  di ricordi con una nebbia di parole, fossero anche le più chiare Che mi vengono in mente! Poi tutto verrà cancellato ed un’ape solitaria fa ritorno al suo alveare prima dell’imminente notte.

Favria,  15.09.2021 Giorgio Cortese

Buona giornata. La vita ci offre sempre una seconda possibilità. Si chiama domani. Felice mercoledì.

Stupirsi ogni giorno vuol dire apprezzare le meraviglie che la vita ci dona. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

L’eterna lotta alle zanzare.

Quando di notte sentiamo il ronzio della zanzara forse non pensiamo che è il più micidiale predatore dell’umanità. Le zanzare esistevano quando come ominidi scendevano dagli alberi ed iniziavamo a camminare eretti. Pensate che zanzare ematofaghe, cioè che si nutrono di sangue, sono comparse solamente 46 milioni di anni fa!  E si, la storia di ogni società finora esistita è storia di lotta … alle zanzare e da sempre come esseri umani abbiamo cercato di limitarne i danni! Generalmente le attività di questi insetti, cominciano a partire dal crepuscolo per terminare alle prime luci dell’alba, innescando a chi ne è punto una fastidiosa reazione allergica che culmina in prurito e irritazione localizzata. La zanzara Tigre, importata una ventina di anni fa dal Sud Est Asiatico, ha trovato nel nostro Paese l’habitat perfetto si è diffusa in tutte le regioni e in modo particolare nelle aree urbane, caratterizzata da una spiccata attività prettamente diurna. Secondo gli studiosi si stima che nella storia umana sono morti nei millenni circa 52 miliardi di persone, la metà di tutte quelle nate, cambiando spesso il corso della storia. La civiltà occidentale deve ringraziare le zanzare malariche che decimarono l’esercito persiano di Dario prima della battaglia di Maratona, impedendo che la Grecia diventasse un’insignificante satrapia dell’impero persiano. Secondo alcuni studiosi il declino della civiltà greca può essere collegato alle febbri malariche che colpirono le popolazioni del Peloponneso e dell’Attica. Ma pare che anche gli antichi Romani abbiano difeso la loro città chiudendo le porte e aspettando che l’esercito nemico, accampato fuori dalle mura, fosse indebolito e decimato dalla malaria. Ai tempi dei Romani la malattia veniva definita “Mala Aria” proprio perché colpiva le popolazioni che vivevano vicino alle paludi dove si respirava una cattiva (mala) aria. Basti pensare che ben 21 papi (tra cui Gregorio VII, Leone X e Sisto V) sono morti di malaria. Ma anche poeti, artisti e validi condottieri furono vittime di questa malattia. In francese la stessa malattia si chiama Paludisme: un nome molto esplicativo. Le zanzare indebolirono i crociati durante la terza crociata detta dei re. Se la  Scozia è oggi unita all’Inghilterra, per esempio, si deve a una spedizione scozzese verso Panama, organizzata a fine XVII secolo, in cui vennero investiti più o meno la metà di tutti i risparmi della nazione: l’idea era di fare affari con il traffico di merci fra Atlantico e Pacifico, ma i neo colonizzatori furono accolti dalle zanzare della febbre gialla, che li sterminarono. Rovinata dalla Aedes aegypti, alla Scozia non restò che chiedere l’unione agli odiati inglesi. Le zanzare furono l’arma segreta di Washington e dei patrioti americani contro gli Inglesi. Le truppe di Giorgio III  arrivarono  in America partendo dall’Inghilterra nelle paludi del sud e questo rese una parte di loro inabile alla guerra. Napoleone I, li usò a propositi come arma batteriologica ante litteram, l’imperatore dei francesi nel 1809  fece  rompere le dighe olandesi “così che le febbri divorino gli inglesi”, e in effetti 4.000 soldati di Sua Maestà vengono falciati dalla malaria prima ancora di vedere i francesi.  Come si vede la battaglia. Se pensiamo a tutto questo la zanzara che   di notte ronza fastidiosa intorno a noi per cercare il luogo adatto dove atterrare e infilare la loro proboscide in un vaso sanguigno. Il ronzio della  Culex pipiens, quelle che ci ronza intorno di notte, aumenta più passano vicino all’orecchio, e la cosa non tanto rara dato che le vene che pulsano sulle tempie rappresentano un appetitoso obiettivo e noi da migliaia di anni sempre sulla difensiva. Infine quello che mi chiedo è ma dove passano l’inverno le zanzare? La mia potrebbe sembrare una domanda ingenua, ma gli studiosi se ne stanno occupando da anni, perché solo se si riesce a colpire le loro uova o le larve che sopravvivono anche nell’acqua fredda o le femmine adulte nascoste in luoghi umidi e tiepidi, come le cantine.  Ora che in Italia si stanno diffondendo  sempre di più con l’incremento della temperatura, malattie portate dalle zanzare come Dengue e Chikungunya, trasmesse dalla Aedes albopictus,  tramite la zanzara tigre,  oltre al West Nile virus, diffuso dall’autoctona Culex pipiens, diventa particolarmente importante sorvegliare la diffusione e la densità di questi insetti per sapere come colpirli e passare una volta tanto all’offensiva prendendo l’iniziativa in questa millenaria guerra perché è meglio impedire che le zanzare nascano, piuttosto che combatterle da adulte con dannosi pesticidi.

Favria, 16.09.2021 Giorgio Cortese

Buona giornata. Che bella vita ogni giorno, una continua meraviglia di esistere. Felice giovedì.

Stupirsi ogni giorno vuol dire apprezzare le meraviglie che la vita ci dona. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

Disorientati, ma liberi di scegliere….

Oggi dalle notizie che riceviamo dai media siamo sempre più disorientati per i continuo cambi di rotta  la pandemia. Prima un anticovid  si, poi forse, di nuovo ok e adesso tutto bloccato. Prima due dosi con lo stesso vaccino poi no,  e quella mono dose fatto dal sottoscritto? Quale copertura, boh non si capisce più niente. In televisione, sui giornali, su web i presunti esperti si smentiscono tra di loro e non sento nessuna voce autorevole che dica che cosa bisogna fare? Io non ci capisco più niente. Alcuni affermano di non vaccinarsi per niente perché, in via ipotetica, questi vaccini potrebbero dare effetti collaterali a distanza di anni? Da ignorante in medicina e virologia mi dico, ma gli effetti collaterali dei vaccini non escono subito? Certe medicine se hanno una azione allergica provocano rossori sulla pelle, ma da subito non dopo 10 lunghi anni! Sicuramente non vaccinare ci trascinerebbe la pandemia per lunghi anni. Tralasciando chi cita la Costituzione sulla libertà di vaccinarsi o no, la questione è che oggi il vero problema è quello di distinguere fra opinioni espresse con cognizione di causa e competenza, che possano dar luogo a una dialettica costruttiva, e opinioni, di esperti o di politici, che siano invece informate da un lucro in termini di popolarità o di consenso. Questo è il bello della nostra democrazia, tutti possono parlare anche affermando delle assurde bufale per interesse personale, confondendo le idee. L’alternativa sarebbe che certe discussioni rimanessero nell’ambito della comunità scientifica in attesa di una sintesi condivisa. Ma anche in questa eventualità si solleverebbero proteste per il zittire i media che sono alla base della nostra democrazia dove ognuno può affermare, giuste o sbagliate, le sue idee. E si la realtà è complessa. Ma noi tutti abbiamo una grande libertà, quella di scegliere e decidere, senza dar peso a chi pretende di giudicarci, ma cercando d’altro canto di interrogarci, a nostro beneficio, anche su quanto possiamo fidarci dei nostri giudizi, cercando di capire con onestà, pure in questo caso, su quali fondamenta si basano e da che cosa sono ispirati.

Favria,  17.09.2021  Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita quotidiana giudico le persone da come agiscono non da come parlano. Felice venerdì

Stupirsi ogni giorno vuol dire apprezzare le meraviglie che la vita ci dona. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

Batibeuj!

La parola piemontese batibeuj significa subbuglio e trambusto, in italiano troviamo il lemma battibuglio che deriva da battere, con la terminazione di subbuglio, tafferuglio, un litigio o rissa per futili motivi. La parola piemontese potrebbe essersi formata dal lemma batse o bate, battere o combattere con accanimento, oppure trebbiare il grano e il lemma bujia, fermentazione del mosto, vampe di calore, parola nata dalla tradizione contadina. A parte la bella sonorità di questa parola che esprime da sola tantissimi concetti, stiamo attenti in questi momenti quando ci sono tafferuglio verbali, su vaccini si e vaccino no, armi si, armi noi chi ci ci guadagna sono chi usa il batibale, asta per caricare anticamente cannoni e fucili ad avancarica per generare solo batifània, paura che genera tremarella con false notizie che disinformano e noi ingenuamente cadiamo nella batoira, mulino da canapa, ferro per battere la falce. Stiamo attenti che dietro la bauta, una maschera di origine veneziana, composta sa mantello nero e mascherina si celano perone che fanno un batibeuj del diau, il subbuglio del diavolo solo per il loro fini.

Favria, 18.09.2021

Buona giornata. Ogni giorno la vita è un rischio, una magnifica avventura  che non si può fare a meno di correre. Felice sabato.

Stupirsi ogni giorno vuol dire apprezzare le meraviglie che la vita ci dona. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

Le parole dei Rasenna ancora oggi usate in italiano.

I Rasenna era il nome con cui gli Etruschi designavano sé stessi, secondo la testimonianza di Dionisio di Alicarnasso. La parola rasna in alcuni testi etruschi è da considerare come un etnico, in altri è un gentilizio. I Romani erano soliti utilizzare i due nomi Etruria e Tuscia con riferimento alla regione etrusca corrispondente all’odierna Toscana. Infine i Greci chiamano il popolo etrusco con il nome di Tirseni o Tirreni. Invece, la denominazione utilizzata dagli stessi Etruschi è quella di Rasenna/Rasna.  Secondo Erodoto, storico greco del V secolo a.C., il popolo proverrebbe dalla Lidia Asia Minore,  e sarebbe giunto in Italia con Thyrsenos,figlio del re della Lidia, per Dionisio di Alicarnasso, storico greco dell’epoca di Augusto, gli Etruschi sarebbero originari dell’Italia. L’italiano deriva dal latino, ma alcune parole latine derivano dalla lingua etrusca. Gli Etruschi, popolo dell’Italia antica che abitò fra la Toscana, l’Umbria e l’alto Lazio, e che nel VII secolo, ebbe una profonda influenza sul popolo romano e arrivò persino a fondersi con questo, quando nel 396 a.C. Roma conquistò l’etrusca Veio.  Nonostante di solito si pensi a questo popolo dell’italia centrale come a una civiltà scomparsa che non ha lasciato molte tracce, in realtà la lingua etrusca è sopravvissuta in molte iscrizioni e con diversi vocaboli che usiamo in italiano. La parola atrio di derivazione latina, pare che a sua volta derivi dall’etrusco athre, termine che indicava uno spazio ampio. Infatti, furono gli Etruschi che introdussero in Occidente e quindi in Italia quel tipo costruttivo della casa, tanto che l’atrio di gran lunga più comune rinvenuto negli scavi di Pompei è detto appunto tuscanicum.  La parola istrione deriva dal latino histro, mimo o ballerino, a sua volta dall’etrusco hister, derivante dal toponimo Histria, la regione confinante con l’Illiria da cui si dice venissero i primi commedianti. In origine, infatti, venivano chiamati istrioni gli attori etruschi giunti a Roma che, non parlando il latino, si limitavano a rappresentare spettacoli di pantomima, danza, e musica. In seguito, furono così chiamati dai romani tutti gli attori, dalla tragedia alla commedia.  Pensiamo al termine persona che il latino aveva anche il significato di maschera teatrale, pare che sia derivato dal greco pròsopon, viso, attraverso l’etrusco phersu, maschera. Secondo alcuni studiosi la parola popolo dovrebbe derivare dall’etrusco puple o puplu poi in latino populus per indicare la collettività organizzata.  La parola antenna  deriva dalla voce etrusca antithemna in origine lunga asta di legno che, fissata trasversalmente all’abero sosteneva la vela latina.  La parola oggi molto usata di satellite deriva dal latino satelles, guardia del corpo, di probabile origine etrusca. La voce italiana raggio potrebbe derivare dall’etrusco rahdia, che significava spina, punteruolo, bastoncino. Altro non era che il radius latino, cioè un ramo, un bastone, bacchetta appuntita. Poi raggio luminoso, raggio d’una ruota perché irradia dal centro come i raggi dalla sorgente di luce e raggio d’una circonferenza.  Anche la parola vernacolare ha una origine latina, mutuato dall’etrusco al latino vernaculus, domestico, da verna o vernacolo che nell’antica Roma, era lo schiavo nato in casa del padrone e quindi a lui più familiare e affezionato che lo schiavo comprato. Poi che dire la parola mondo dal latino mundus, universo” in età imperiale e poi terra”contrapposta a cielo. Il termine latino, secondo alcuni, indicherebbe sì il mondo, ma anche gli inferi e i corpi celesti e deriverebbe dall’etrusco muth che a sua volta significa buco, fossa. Non sembrerebbe, invece, legato a mundus nel senso di pulito, probabilmente di origine etrusca, ma al senso originario di ornamento al quale si ricollega il termine greco kòsmos.  Trionfo deriva dal latino antico trionfante, probabilmente una parola in prestito via etrusco dal greco thriambos, un inno a Dioniso e infine il toponimo di Roma, da Ruma,  da Rumon, il nome con cui gli Etruschi  chiamavano il fiume Tevere. La parola palazzo, palato e palatino uno dei sette colli di roma deriva da una divinità  romana mutuata dagli etruschi Impallidisce, divinità di pastori, greggi e bestiame. Considerato maschio da alcune fonti e femmina da altri, Impallidisce può essere singolare o plurale in latino e si riferisce almeno una volta a una coppia di divinità. In suo onore si teneva in Roma le feste di Pales, chiamate Parilla il 21 aprile ed era legato alla fondazione di Roma.  Vi saluto come gli antichi etruschi alzando leggermente il braccio e vi dico ciao alla veneziana

Favria, 19.09.2021 Giorgio Cortese

Buona giornata. La felicità consiste nelle personale capacità  di amare la vita. Felice domenica.

Stupirsi ogni giorno vuol dire apprezzare le meraviglie che la vita ci dona. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

20 settembre 1870!

Il 20 settembre 1870, dopo aver aperto con i cannoni una breccia a Porta Pia, le truppe italiane entravano a Roma, superando la blanda resistenza delle forze militari al servizio del Papa. Venne così soppresso centocinquanta anni fa lo Stato pontificio, grazie al crollo dell’Impero francese di Napoleone III, protettore del potere temporale della Chiesa, che era appena stato sconfitto nella guerra con la Prussia. Roma, già proclamata capitale del Regno d’Italia nel 1861, lo diventò allora effettivamente, ma al tempo stesso si aprì un forte contenzioso con il Papa Pio IX, che si dichiarò vittima di un sopruso. Solo nel 1929, sotto il pontificato di Pio XI, si arrivò alla Conciliazione tra Stato e Chiesa con i Patti Lateranensi, firmati da Benito Mussolini e dal cardinale Pietro Gasparri, e venne creato lo Stato della Città del Vaticano. I Patti furono recepiti dall’articolo 7 della Costituzione repubblicana, in vigore dal 1948, e uno di essi, il Concordato, è stato rivisto d’intesa tra le parti nel 1984.

Favria, 20.09.2021 Giorgio Cortese

Buona giornata. La fin dl’istà se a l’é na còsa dossa, parèj ’d na fruta che a l’é bin madura, che a speta mach un sofi che a la possapër casché tra ij motass ëd la cotura.  Felice lunedì.

Stupirsi ogni giorno vuol dire apprezzare le meraviglie che la vita ci dona. Ti aspettiamo a Favria MERCOLEDI’ 6 OTTOBRE  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio