Frassinetto: inaugurato “arcansel – il volo dell’arcobaleno” di Marino Pasqualone

FRASSINETTO: inaugurato “arcansel – il volo dell’arcobaleno”
Una scommessa per salvare la montagna
(da “IL RISVEGLIO POPOLARE” del 27 novembre 2014)

FRASSINETTO –  Sabato scorso 22 novembre, in una bella giornata di sole autunnale, è stato inaugurato a Frassinetto “Arcansel – Il volo dell’Arcobaleno”, la prima struttura di “volo libero” in Piemonte (nonché la più lunga delle tre finora presenti in Italia), realizzato dalla società privata “Turismo Frasinei srl”.
E proprio dalla tarda mattinata di sabato, dopo la cerimonia di inaugurazione, sono iniziati i voli ufficiali (perché di quelli “sperimentali” in realtà ce n’erano già stati parecchi nei giorni precedenti) sull’impianto a fune che, partendo dai 1.300 metri di Pian-Col sopra alla borgata Berchiotto, dopo circa un minuto di volo con punte di oltre 140 chilometri orari appesi ad un cavo di acciaio sospeso a 400 metri di altezza dai sottostanti boschi del Rio Bigio, consente di atterrare un chilometro e ottocento metri dopo nei pressi del campo sportivo di Frassinetto, a poco più di mille metri di altitudine.
Sono quindi seguiti per tutto il pomeriggio una serie di voli gratuiti (sorteggiati tra le prenotazioni effettuate sul sito www.arcansel.it)  sull’impianto che, per la stagione autunno-invernale, resterà aperto solo nei fine settimana (ovviamente condizioni meteorologiche permettendo).
Arcansel, in realtà, vuole essere solo il primo importante tassello di un più vasto programma di rilancio globale dal punto di vista turistico del paese ai piedi della Quinzeina, che l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Marco Bonatto, sta portando avanti in più settori da alcuni anni a questa parte.
L’impianto di volo libero è, insomma, l’occasione per far arrivare sul panoramico ma un poco isolato altopiano frassinettese, in quanto lontano dalle vie di comunicazione che risalgono le valli canavesane del Gran Paradiso, il maggior numero di appassionati possibile, facendo così conoscere una realtà montana finora vissuta in una sorta di splendido isolamento, che però ha tarpato le ali alle sue indiscusse potenzialità paesaggistiche e culturali.
L’unico aspetto se vogliamo un poco triste della faccenda è che, per farsi conoscere ad un pubblico più vasto, la montagna debba oggi trasformarsi in una sorta di “luna-park” per gli amanti dello sci o degli sport “adrenalinici”, mentre il suo patrimonio etnico-ambientale dovrebbe invece bastare da solo a richiamare l’interesse dei turisti dalle vicine pianure e città.
La speranza è dunque che questa nuova fantasmagorica attrazione sia capace di riempire il paese di Frassinetto di gente, come è successo sabato scorso il giorno dell’inaugurazione di Arcansel, e che faccia da volano ad un recupero delle case abbandonate e ad un rilancio dell’agricoltura alpina, indispensabile per il mantenimento della qualità paesaggistica di un territorio che, altrimenti, si avvia sempre più a diventare una selva inestricabile di boschi selvaggi.
Anche perché, senza più prati ed animali al pascolo, la montagna perderebbe per sempre le sue caratteristiche e la sua identità storica e culturale, diventando nient’altro che un’anonima appendice ed una semplice “valvola di sfogo” ad uso della realtà urbana delle pianure.     Marino  Pasqualone
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