Il giorno dei morti-Pagine di un libro chiamato vita-La Fiera dell’ignoranza

Il giorno dei morti – Le parole insegnano, gli esempi trascinano – La Fiera dell’ignoranza: Hallowen! –  Pagine di un libro chiamato vita.
Amo i cimiteri e alla domenica vado quasi sempre, ma non solo in quello dove riposano i miei genitori, ma anche in quelli di altri paesi. Sono un luogo dove mi piace riflettere, meditare, pregare, questo perché amo la vita. Il pensiero dei defunti mi ricorda, senza ombra di dubbio, che la vita è un passaggio, spesso, purtroppo, breve. Per questo va vissuta senza sprecarne un solo istante con la noia, con la banalità, con la volgarità, con ciò che può rattristarla, impoverirla, metterla in pericolo. Quando sono lì, penso che se mi ricordassi sempre che non vivrò in eterno, sarei più saggio. Adopererei meglio le mie capacità, i miei sentimenti, i miei giorni.Al cimitero vedo delle donne che mettono con cura dei fiori sulle tombe dei loro cari e in quelle abbandonate dai parenti. I fiori, lo so, non servono ai defunti, ma a noi vivi. Sono un segno bellissimo che dice, da questa morte rinasce una vita nuova, più bella e profumata di prima. E prego. La preghiera serve ai defunti ma forse molto di più a me stesso perché mi ricorda che, tra me e loro, gli affetti, la compagnia, l’amicizia continuano, perché davanti a Dio siamo tutti contemporanei, ci abbraccia tutti con un unico sguardo. E noi camminiamo tutti insieme verso di lui, aiutandoci l’un l’altro. Volete che una madre non cammini ancora accanto ai suoi figli rimasti quaggiù? Che un amico non mi rimanga accanto? Nemmeno a pensarci! Quando esco dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vivere con più grinta e intensità. Non però negli ultimi giorni di ottobre e nei primi di novembre. In questi giorni mi sembrea una fiera delle vanità, un salotto di chicchiere e pettegolezzi, commenti insulsi accompagnati da risate e suoini di cellulari. Andare al cimitero per sentire i commenti sui costi dei grisantemi mi genera nell’animo una grande tristezza, uno riste! Forse dovrebbero chiudere i cimiteri dal 25 ottobre all’8 di novembre. Perché quelli che ci vanno per amore dei defunti e di se stessi ci andrebbero comunque durante l’anno, ogni volta che possono. Quelli dell’apparire della fiera se ne starebbero a casa loro. Meglio così! Tanto, andare in un cimitero per non pensare, per non pregare, per non meditare non serve né ai defunti né tanto meno a noi vivi
Favria 2.11.2014 Giorgio Cortese

Le parole insegnano, gli esempi trascinano
Oggigiorno è sempre più raro vedere delle persone che danno l’esempio, ma personalmente sono convinto che per educare bisogna saper dare l’esempio. L’esempio deve essere l’ossatura di ogni discorso che riguarda il comportamento con i miei simili. Mi ricordo di un mio vecchio professore che ogni tanto ripeteva: “«verba docent, exempla trahunt”. Certo l’incitazione a far bene ogni cosa, a comportarsi bene, a essere d’esempio agli altri era insistente una volta e questo leit motiv ci entrava nella mente, nel sangue oserei dire, spingendo a un comportamento virtuoso che era spesso contagioso. Ma se guardiamo la televisione, tutti parlano, tutti danno la colpa agli altri, tutti si criticano sovrapponendosi, in una babele di chiacchiere dalle quali non esce mai una proposta concreta. Penso che si debba iniziare a dare il buon esempio. Molte volte sento dire che tutti “dobbiamo” dare il buon esempio e che tocca a tutti, ma principalmente alla classe più alta, ai politici, ai vertici dello Stato e da loro si estenderà fino all’ultimo dei cittadini. Tutti vorremmo sperare nella fine di questo stato di cose in cui tutto è permesso, tutto è giustificato e dove si trova sempre la scappatoia per giustificare comportamenti riprovevoli. I doveri sembrano essere scomparsi: questa è l’epoca dei diritti, del relativismo dove se una cosa mi piace, la posso fare perché è mio diritto, a nulla valendo le leggi civili e tanto meno quelle morali. La giustizia e la rettitudine però non sono state cancellate dal cuore degli uomini di buona volontà, e sono tanti, che hanno solo bisogno di essere incoraggiati, di ricevere, appunto, il buon esempio. Ma se è giusto pretendere dagli amministratori della «res publica» comportamenti specchiati, anche sul piano della condotta privata, non si deve aspettare che siano costoro a manifestare l’auspicata inversione di tendenza. Sarebbe un alibi inaccettabile per ogni retta coscienza. Ognuno di noi deve cercare, negli ambienti in cui vive e opera, di essere esempio, e così il bene diviene “contagioso
Favria, 6.11.2014 Giorgio Cortese

La generosità consiste meno nel dare molto che nel dare a proposito.. Jean de la Bruyère, autore moralista francese del Seicento

La Fiera dell’ignoranza: Hallowen!
Halloween nasce da un rito celebrato nelle isole britanniche dai Celti: il Samain, una specie di festival della morte realizzato per propiziare il favore di divinità pagane. La Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV nell’834, decise di spostare la festa di Ognissanti dal 13 Maggio al 1 novembre proprio per sradicare le superstizioni e gli appuntamenti occultistici derivati dall’antica festa druidica. Fu nel 1048 che Odilo de Cluny decise di spostare la celebrazione cattolica all’inizio di novembre al fine di detronizzare il culto a Samhain. Ma allora bisogna per forza divertirsi facendo un carnevale fuori stagione, con diavoli, fantasmi, streghe, pipistrelli, vampiri? Halloween, è una festa pagana, a cui sono stati aggiunti elementi tratti dalla cultura esoterica, magica, stregonesca, il tutto mascherato ipocritamente con studiata doppiezza, sotto la forma della festa, del divertimento, delle mangiate godereccie. La zucca simboleggia una testa di morto e rappresenta l’irlandese errante Jack O’Lantern, che secondo la leggenda fece un patto col diavolo non trovando pace né all’inferno né in paradiso. La carnevalata di Halloween, apparentemente innocua, rappresenta una sorta di revival del neopaganesimo e soprattutto uno dei tanti mezzi usati da alcuni per cercare di imporre il pensiero magico-esoterico, formando e riformando la nostra cultura ad accogliere il male come fosse un bene. Dietro la parvenza di “festa” innocente e spassosa, Halloween si impone come moda e tendenza commerciale soprattutto nelle giovani generazioni e tende a rendere “normali” e divertenti aspetti e figure orride e ripugnanti. Halloween, per altro, è diventata anche un colossale business economico, con un giro enorme di soldi che arricchisce speculatori e mestieranti. Personalmente disapprovo e mi dissocio dalla moda di fare la festa di Halloween perché è un chiaro attacco alle comuni radici culturali e religiose, insomma una festa ed una moda che non mi appartiene.
Favria 3.11.2014 Giorgio Cortese

Scrivo la vita con la punta di una matita consumata per narrare il mio quotidiano cammino, il colore principale è quello dell’arcobaleno, con l’entusismo di un bambiuno e la passione per gli esseri umani

Pagine di un libro chiamato vita.
Il diventare diversamente giovane arriva improvvisamente, come la neve. Un mattino, al risveglio, ci si accorge che è tutto bianco. Voi anziani siete i testimoni della nostra recente storia passata, ricordi viventi dei momenti di gioia e di dolore. Oggigiorno in questa società sempre di più frenetica, qualcuno pensa che siete solo più delle fronde ormai rinsecchite ma, personalmente Vi considero le nostre comuni radici che consentono il proseguire della vita. I Vostri visi solcati dalle rughe del tempo formano le più belle scritture della vita, quelle sulle quali noi da bambini abbiamo imparato a leggere i nostri sogni che se sono divenuti realtà sempre per merito Vostro. Voi non siete anziani ma persone che hanno maturato saggezza e conoscenza che lasciate in dono a noi.
Favria, 4.11.2014 Giorgio Cortese

Nessuno invecchia semplicemente perché gli anni passano. Si deventa vecchi quando non si combatte più per i propri ideali.

DONARE IL SANGUE UN GESTO D’AMORE
Venerdì 14 novembre dalle 8,00 alle ore 11,00 avverrà a Favria il prelievo collettivo di sangue, presso locali Fidas, cortile interno del comune. Oltre ad invitare i donatori a venire numerosi perché di sangue c’è sempre un vitale bisogno, colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno donato durante l’anno e continueranno a donare. Nel contempo incoraggio tutti quelli che vorrebbero donare a partecipare con gioia a questa nostra fondamentale azione a favore dell’uomo. Infine si invitano  i donatori a presentarsi venerdì per fare questo dono così importante.
Favria 7.11.2014 Giorgio Cortese

Nella vita quanto meno abbiamo, più diamo. Può sembrare assurdo ma questo è il mio pensiero come donatore di sangue