Ingria, il micro borgo è tra i più belli d’Italia tratto da SiViaggia.it

Uno dei borghi meno popolati ma più incantevoli d’Italia, un’oasi alpina dove

praticare attività all’aria aperta e ritrovare il contatto con sé stessi.

Porta d’ingresso della Val Soana, tra il verde e la tranquillità dei castagneti a 827 metri di altezza, Ingria è uno dei borghi più piccoli (e belli) d’Italia con soli 46 abitanti e 21 frazioni, molte delle quali oggi disabitate.

A 57 chilometri da Torino, il borgo accoglie in un’atmosfera bucolica e ideale per rilassarsi lontano dalla folla e dalla frenesia di tutti i giorni: attrae gli amanti della montagna, delle lunghe passeggiate nel cuore della natura, delle escursioni e del trekking.

Il suggestivo sfondo del Gran Paradiso aggiunge fascino a questa raccolta ma vivace realtà la cui Pro loco è molto attiva e organizza numerose manifestazioni nel corso dell’anno.

Ingria, il meglio del fiabesco borgo

Immerso nella quiete e nella meraviglia della Val Soana e del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Ingria è il borgo perfetto per chi ama le attività sportive all’aria aperta, sia a livello amatoriale che agonistico.

È, infatti, lo scenario più adatto per praticare trekking, alpinismo, scialpinismo, escursionismo, arrampicata, passeggiate a piedi o in mountain bike, scalate di cascate di ghiaccio, kayak e canoa.

Ma non è tutto perché vanta alcuni punti di interesse che non lasciano indifferenti a partire dalle tipiche e pittoresche case in pietra con i tetti a “lose”, le scalette, i ballatoi e le arcate.
Nelle frazioni di Rivoira e Campovardo, a causa del terreno ripido, alcune case sono state costruite a tre o quattro vani sovrapposti e, se di un solo vano, si mostrano con un particolare “effetto torre”.

Il centro storico è poi un autentico “museo a cielo aperto” grazie alla brillante iniziativa “Le case raccontano“: sulle abitazioni, infatti, una serie di pannelli narrano la storia degli edifici indicando, ad esempio, quale era la vecchia scuola o l’osteria di un tempo.
Le vetrine illustrano gli antichi mestieri con allestimenti (anche multimediali) e materiale informativo per ricordare la storia di Ingria, le lavorazioni artigianali e le tradizioni.

Degni di nota la Chiesa Parrocchiale di San Giacomo, risalente al XVI secolo, divenuta parrocchia nel 1708, e l’abitato di Pasturera a 996 metri di altitudine dove si staglia il campanile solitario costruito su un roccione e sgorga acqua fresca e leggera dall’antica fontana.

Infine, nella frazione Bech, si trova il bivacco ed ecomuseo “Valverdassa” che, con otto posti letto, offre ospitalità tutti i giorni dell’anno previa prenotazione.

Le escursioni alla scoperta del magnifico territorio

Partendo da Ingria si ha la fantastica occasione di fare rigeneranti passeggiate tra boschi, mulattiere, corsi d’acqua e caratteristiche borgate: raggiungendo la frazione di Camprovardo potrete ammirare la fontana del 1858 e le caratteristiche case di tre o quattro piani collegate da scale esterne di legno.

Altro itinerario da non perdere è quello che si snoda lungo il Vallone di Codebiollo o di Verdassa con partenza dalla frazione di Frailino: la mulattiera scende verso il torrente Soana, lo attraversa su una passerella e incontra la frazione Bettassa con le tipiche abitazioni alpine e la Cappella di Santa Liberata del 1764.
Si conclude ai 1025 metri di Beirasso, borgata ormai disabitata.

Per lasciarsi incantare da tutta la bellezza del paesaggio montano, si può anche risalire il vallone e raggiungere il Lago della Mionda e proseguire fino ai Laghetti di Canaussa, specchi di acqua blu che riflettono le cime delle montagne tutt’intorno.
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