Le siepi! – Irremeabile cammino – Ogni giorno. – I tre amici! – Mercurio e Batto, ovvero prima di fidarci.. – Amichevole o amicale – Chiedo venia ma non mi inzacchero con pensieri ed azioni venali!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Le siepi!
Camminando nel fine settimana tra i campi nella bella campagna

favriese uno degli spettacoli della primavera che ogni anno colmano sempre il mio animo di stupore è la fioritura delle siepi campestri. In questo momento tra i campi, lungo i fossi noto i prugnoli che mi accompagnano come vecchi e venerabili amici. Tra qualche settimana troverò la sorpresa nella passeggiata che i loro minuscoli ma visibilissimi fiori saranno sostituiti da quelli altrettanto candidi dei biancospini, poi arriveranno le sempre stupende rose canine. All’arrivo dell’autunno le siepi torneranno a splendere grazie ai frutti neri di prugnoli ed edera, a quelli rossi di rose e biancospini, a quelli rosati dell’evonimo nelle bordure dei giardini delle case. Nella campagna ci sono pochi elementi come le siepi campestri capaci di conferire una grazia così rustica e raffinata, che mi fanno stupire in ogni stagione e che stimolano la mia immaginazione. Mi viene in mente di Leopardi quando descriveva, la siepe: “che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude…” Versi dell’Infinito che ricordiamo tutti. Ma l’umile siepe oltre all’impatto visivo ed emotivo in ogni stagione offre un habitat a innumerevoli specie vegetali e animali e protegge dall’erosione del suolo. Purtroppo anno dopo anno ne vedo sempre di meno, sono scomode ai mezzi agricoli e la loro scomparsa impoverisce il paesaggio rurale. Che belle le siepi campestri che con il loro irregolare reticolato vegetale donano un tocco di poesia anche passeggiando in una giornata uggiosa!
Favria  11.05.2021   Giorgio Cortese

Ogni giorno siamo noi a dipingere il quadro della nostra vita, scegliendo i colori delle nostre decisioni, giuste o sbagliate che siano.

Irremeabile cammino

Ogni giorno da quando ci alziamo percorriamo nella vita il nostro cammino, fatto di incontri, condivisioni e a volte anche di divergenze che allontanano da noi persone che fino ad allora ci hanno accompagnato sino ad allora. Il cammino umano è irremeabile, che non si può percorrere in senso inverso.  La parola deriva dal latino, la nostra lingua madre, dl lemma irremeabilis, che significa da cui non si fa ritorno, che con il prefisso in- nega remeabilis, derivato di remeare, ritornare, a sua volta da meare passare, col prefisso re- che indica un indietro! Lasciando parte l’etimologia della parola, la vita è un senso unico, se la voglio pensare come il codice della strada. Come già detto la vita di ognuno di noi è caratterizzata dalla possibilità di scegliere fino da quando ci alziamo e operiamo delle scelte, ad esempio decidendo se fare colazione o meno, cosa indossare per andare al lavoro e così via. Ogni attimo è il frutto di una decisione e ognuno di noi è il risultato delle decisioni prese nel corso del tempo. Se da un lato la società moderna ha diffuso l’idea che l’uomo sia artefice del proprio futuro e determini con le sue scelte la propria esistenza, dall’altro scegliere non è per niente facile, dal momento che ogni scelta, indipendentemente dall’ambito, implica un’assunzione di responsabilità circa le conseguenze. Ecco perché molte persone si sentono come bloccate dalla paura di prendere una decisione, proprio per le possibili conseguenze che ne possono scaturire. Purtroppo questa paura del non sapere scegliere è una malattia diffusa anche da chi ci governa ad ogni livello, e allora i problemi si nascondono sotto lo zerbino delle scuso, colpa della crisi, colpa del covid e altro. Pensiamo sempre che lungo i bivi della vita incontriamo altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che facciamo in un attimo. E anche se non lo sappiamo, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la nostra esistenza e di quella di chi ci sta vicino e domani sarà ciò che oggi abbiamo scelto di essere. Personalmente cerco di vivere per quello che posso con le persone che possono rendermi migliore ascoltando  e dialogando per raggiungere ogni giorno un vantaggio reciproco, perché gli esseri umani, mentre insegnano, imparano.

Favria,   12.05.2021   Giorgio Cortese

Ogni giorno dobbiamo essere i giardinieri della nostra vita,  tagliando i rami secchi ma mai la speranza che un fiore possa tornare a splendere.

Ogni giorno…

Ogni giorno vivo nel presente, lanciato in ogni istante della vita. Il futuro inizia oggi, non domani. Ieri è passato e il domani non è ancora arrivato, ho solo l’oggi: comincio e  non so se sia il migliore o il peggiore dei tempi, è il solo tempo che ho e ogni giorno se non posso volare, corro, se non posso correre, cammino. E se proprio non riesco avanzo a carponi, perché qualche cosa faccio, devo sempre andare avanti. Nella vita il successo non è la chiave della felicità. La felicità è la chiave del successo, se amo ciò che sto facendo, beh avrò successo!

Favria, 13.05.2021  Giorgio Cortese

Che bella la vita quotidiana, tutti i giorni mi  insegna cose meravigliose, ed io non devo fare altro che coglierle e farne tesoro per il futuro.

I tre amici!

Questa mattina sul balcone sono arrivati i tre amici, una volta si destavano tra di loro. Ganzo spavaldo con sua presenza spaventava  Beccogiallo e Gorgera che  fuggivano e non potevano  angorgionesse, rimpinzarsi di cibo in piemontese. Forse non avete capito parlo di una gazza, di un merlo e un pettirosso. Fino a poco tempo fa i tre si destevano poi le circostanze li hanno fatti avvicinare, prima con diffidenza e poi con amicale complicità.  La circostanza che ha fatto nascere questa insolita amicizia avvenne alcuni giorni prima quando nei vicini campi la gazza Ganzo cercò di portare via del cibo al merlo Beccogiallo ma, nel frattempo arrivò il gatto Toki che già pregustava due ottini bocconcini. Sembravano spacciati i due uccelli, che si erano trovati davanti, con le ali al muro di un vecchio muro diroccato e vedendo Toki si erano rintanati in un grosso buco che non gli permetteva di volare via. Toki se la stava prendendo calma i due bocconcini non potevano sfuggirgli. Ma, ecco…arrivare il coraggioso pettirosso chiamato Gorgera, che in piemontese è il nome della veste che  una volta copriva il collo femminile, ed era molte voltre di colore rosso.  Come dicevo il prode Gorgera si lancia su Toki che con l’imprevisto arrivo del pettirosso si distrae e perde l’occassione di mangiare di due uccellini. Da allora Ganzo, Beccogiallo e Gorgera sono diventati amici inseparabili e vengono a mangiare le bricciole di pane sul balcone. Amicizia, una splendida parola, una scelta, una promessa, un fatto, una parola importante che a volte rischia di perdere di valore. Ecco il grande valore dell’amicizia: essere diversi è nello stesso tempo uguali, rimanere nel tempo nonostante tutto amici nutrendosi della della felicità di stare insieme. Dimenticavo Toki perso il lauto pranzo se ne ritornò a casa a farsi coccolare dai suoi padroni, sognando di mangiare i tre uccellini e si sa quando la speranza è affamata, alimenta ogni cosa!

Favria, 14.05.2021   Giorgio Cortese

Se ami la vita, non perdere tempo, perché il tempo è ciò di cui è composta la vita.

Mercurio e Batto, ovvero  prima di fidarci……

Narra Ovidio nelle Metamorforsi che mentre Apollo pascola le sue mandrie, Mercurio, approfittando di un momento di distrazione, gli ruba alcune giovenche e le nasconde in un bosco. Il fatto viene visto dal vecchio Batto, un pastore che custodiva i cavalli del re di Pilo; per comprarsi il silenzio del vecchio, Mercurio gli offre una giovenca; Batto giura che sarà muto come una pietra. In seguito, per verificarne l’onestà, cambiatosi d’aspetto, gli si ripresenta davanti chiedendogli se avesse visto passare di lì una mandria; in cambio di questa informazione gli avrebbe donato un toro e una giovenca. Batto, tentato dalla nuova offerta fattagli dallo straniero, non resiste e indica immediatamente il luogo in cui era nascosta la mandria. Mercurio, irato per l’inganno, svela la sua vera identità e trasforma Batto in una pietra. Mercurio è una divinità assai nota, spesso ricordata solo per il suo principale ruolo, quello cioè di messaggero degli dei. Qui invece il mito presenta un Mercurio diverso, più scaltro e sfacciato, che non esita a punire chi lo tradisce, vale a dire il povero Batto. Il pastore ha un nome molto interessante, rivelatore dell’intero suo destino: Batto infatti vuol dire proprio ciarlatano! E chi tradisce la parola data a un dio, non può che ricevere la più terribile delle pene. Ed infatti Mercurio, che non si fida affatto del pastore, scoperto il tradimento, lo tramuta in pietra, punizione non casuale: è dai sassi delle rupi che si diffonde l’eco! Insomma prima di fidarsi di qualcuno, meglio pensarci due volte, no?

Favria, 15.05.2021   Giorgio Cortese

Quando una porta si chiude, un’altra si apre; ma spesso guardiamo così a lungo e con così tanto rammarico alla porta chiusa che non vediamo quella che si è aperta per noi.

Amichevole o amicale.

Se chiedo aiuto, sono sempre ottimista, posso ricevere due risposte,  una amichevole, una amicale. Entrambe possono essere calde, cordiali, affabili, ma non sono affatto la stessa cosa. Amicale molte volte viene indicato, nei dizionari, come sinonimo di amichevole. Noto che il  suffisso  evole si trova in piacevole, biasimevole, onorevole, compassionevole. E mi appare, per così dire, più dinamico,  descrive  partendo da un verbo o da un nome un’attitudine, o spesso un’azione, agita o subita. Una cosa piacevole dà piacere, una cosa onorevole è da onorare, il compassionevole è volto e intento alla compassione. Quindi l’aiuto amichevole è dato da chi si comporta da amico. Invece il suffisso ale, lo trovo neutro,  e noto simili sfumature come personale, finale, attuale, patrimoniale. Sono parole pulite che mi fanno pensare alla parola amicale descrive un concetto ancora più stretto e  più strettamente vincolata al concetto di amico, e indica una qualità più intima e solida. Insomma, se l’amichevole si comporta da amico, l’amicale è amico, e c’è una bella differenza. Con molti di Voi ho una conoscenza  amichevole che è essere gradevole ma in fondo completamente disinteressati, con alcuni di Voi ho una conoscenza  amicale, molto più stretta. Ritengo che l’amicizia  ha due ingredienti principali: il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili, il secondo è il rispetto di ciò che ci fa diversi. Dopo aver letto questo breve testo, dite amico ed entrate nel mio animo perché l’amicizia  nasce nel momento in cui una persona dice ad un’ altra : “Cosa? Anche tu? Credevo di essere l’unico!”

Favria, 16.05.2021    Giorgio Cortese

Sono le nostre quotidiane scelte che mostrano ciò che siamo veramente, molto più delle nostre umane capacità.

Chiedo venia ma non mi inzacchero con pensieri ed azioni venali!

Mi spiego meglio la parola venia significa farsi perdonare per una colpa leggera, il lemma deriva dal latino venia, grazia, favore, permesso, molto probabilmente legato a Venere. La parola si usa nella frase: “chiedere venia”, una cortese richiesta di un lieve perdono al posto di perdono o scusatemi se interrompete una conversazione. Molto probabilmente la parola deriva dall’antichità romana quando a Venere venivano domandate le grazie e i favori a questa dea. Ma sicuramente non inzaccheriamo l’animo per ricompense venali. Inzaccherare deriva dalla parola zacchera che significa schizzo o grumo di fango, forse deriva dal longobardo zahhar, goccia di pozzanghera. Da notare un uso figurato particolare ma naturale di zacchera: così come lo schizzo non è nulla di serio, la zacchera può essere la cosa da niente – un insulto dappoco, un errore veniale, un regalo che è giusto un pensiero. Diverso è il discorso della parola venale, coce che deriva dal latino classico venalis, derivato di venum, vendita, in italiano già dal Trecento! L’essenza del lemma venale è l’attitudine alla vendita, se si parla di beni venali, del valore venale di un oggetto. Dopotutto, che molto sia in vendita e abbia un prezzo non ci deve scandalizzare. Ma gli ideali e la nostra coscienza non devono mai essere in vendita. Purtroppo certe persone danno un prezzo a tutto anche alla loro onorabilità invece di spingersi su  alti slanci morali per gli altri, vivacchiano nella loro viltà e coprono i loro interessi  venali dietro all’atto che con false parole presentano nobile. Persone venali che, agiscono solo per uno squallido tornaconto, dove il loro agire è commerciabile, si fanno comprare e corrompere volentieri, o si mostrano avare o avide, con la testa sempre sul soldo.

Favria,  17.05.2021  Giorgio Cortese

La felicità è come una farfalla, più la insegui e più Ti sfuggirà. Ma se rivolgi l’attenzione ad altre cose, verrà e si siederà dolcemente sulla Tua spalla.