Il
costume della Valle Soana si distingue in: lo cohtum de tuti li djer (di tutti i giorni) lo cohtum dla fehta (della festa) lo cohtum dla hpeuiza (della sposa). Ne fanno parte: la tchumizi con la teila de mazon, con le mandje recamaie e lo pifèt atòr dlo col (la camicia fatta con la tela di canapa, filata in casa, con le maniche ricamate e con il colletto di pizzo intorno al collo); lo gonel: de mèda lana, de bambas e lana, e de pan (corpetto e gonna attaccati: di lana e canapa-di cotone e lana-di panno); la sotvehta (sottoveste in tela di canapa, per l'estate) lo sotanin (sottoveste più spessa, per l'inverno); la corei (la cintura lunga di lana nera e blu oppure nera e verde o rossa che si gira intorno alla vita); lo topal (piccolo cuscino di velluto che solo le mamme avevano il diritto di mettere sul seno per non prendere freddo. Quando allattavano, lo usavano come cuscino per appoggiare il piccolo); la mai (la maglia nera, corta, molto lavorata), lo panet dle fère (lo scialle in seta di tutti i colori, con lunghe frange); lo faoudai (il grembiule da festa o da lavoro, ricamato come lo scialle); lo panet d'en tehta (il foulard da mettere in testa); i ahcapinet (le calze); La "ouata" era il corpetto che indossava la sposa il giorno delle nozze.A Valprato e nel Vallone di Forzo si chiamava "tchumihtà". i ahcapin (calzature di stoffa cucite e trapuntate a mano). CURIOSITA': Le sottovesti verdi o rosse, molto belle ed eleganti, per le ragazze di un tempo, rappresentavano un miraggio. Per poterne acquistare la stoffa, vendevano i propri capelli, a peso, ai "tchètapei" (compracapelli). Costoro, quando arrivavano in Valle, si facevano sentire con il grido: "Cavei del pento". a cura di Raimonda Bianco Levrin |