Bisogna sempre tenere a mente che questioni veramente
importanti hanno bisogno di essere affrontate non solo nella giusta forma e stile
ma è sempre essenziale in sincerità.
Una bella serata in allegria, lallegra comitiva del bollito!
Ieri sera ho cenato con un folto numero di amici a Carrù alla
fiera del bue grasso. Cento anni fa, il bue grasso era il trattore delle Langhe. Oggi
pochi buoi sono adoperati in agricoltura Ma il fascino arcaico di queste bestie
rimane intatto. E si rinnova ogni anno, a Carrù, nel secondo giovedì antecedente il
Natale. Non conosco nulla che ecciti così voluttuosamente lo stomaco e la testa quanto i
vapori di quei piatti saporiti che vanno ad accarezzare la mente preparandola alla
lussuria. Il bollito era preparato in modo divino è vero quello che affermava Joyce che
Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi. Con questi allegri compagni di tavola
abbiamo schiacciato il cibo dolcemente tra lingua e palato, poi la carne lentamente
fresca e deliziosa ha incominciato a fondersi bagnando il palato il palato molle,
sfiorando le tonsille, penetrando nellesofago accogliente e infine si è
deposta nei noi capienti stomaci che rideva di folle contentezza. Scriveva
Montaigne che Il sapersi rilassare e la semplicità onorano
straordinariamente e convengono a un animo forte e generoso
Quando lavoro, lavoro;
quando dormo, dormo; e quando passeggio da solo in un bel giardino, riconduco i miei
pensieri alla passeggiata, al giardino, alla dolcezza di quella solitudine e a me stesso
Ebbene si, questa sera a cena con i colleghi Marco, Beppe, Paolo, Giuseppe, GianLuigi,
Marco, la splendida collega Lu, e lautista
Favria, 14.12.2012
Scriveva Confucio che se scegli il lavoro che ami e non
lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita. Che bello, ma oggi
purtroppo non cè più neanche il lavoro per molte persone e allora
..
Ritengo ogni giorno che la vita non è una domanda che deve
trovare una risposta, ma unesperienza che deve essere vissuta con passione ogni
istante.
Elezioni Direttivo Fidas a Favria Gruppo comunale
Elezioni avvenute sabato 15 dicembre 2012, dalle ore 15 alle ore 19,00
Votanti 108 donatori:
max 3 preferenze
Macrì Nicodemo 70 preferenze
Salvare Mariangela 29 preferenze
Lazzarano Carmela 22 preferenze
Varrese Vincenzo 18 preferenze
Massaro
Foresta Santa 9 preferenze
Cartellà Antonio 1 preferenza
Votazioni Gruppo Giovani Direttivo Fidas
Max 3 preferenze
Spaducci Antonello 60 preferenze
Musto
Brusa Davide 44 preferenze
Eggert Friedrich 11 preferenze
Eggert Kerstin 9 preferenze
I mentitori: bugiardi o virtuosi?
In questi giorni ho letto delle dichiarazioni sui giornali e mi
sono posto una domanda ma, ad essere bugiardi che cosa ci si guadagna? Prima o poi il
mentitore viene smascherato e il castello di falsità che ha creato rovinerà,
rivoltandosi contro di lui. Anzi, non sarà creduto neppure quando dirà
Favria, 15.12.2012
Colendo, una parola da fuori moda come macaco e patamola
Ho trovato questo lemma nei Promessi Sposi, dove Renzo così dice:Ma, padre Cristoforo, padron mio colendissimo, con queste sue massime, lei vorrebbe mandare il mondo sottosopra ... La parola colendo significa persona degna di onore, di venerazione, di stima, deriva dal tardo latino colendus, gerundivo di colere, onorare, venerare.. questa parola fu molto usata fino alla metà del sec. 19°, oggi soltanto per scherzo, nello stile epistolare il superlativo colendissimo, di solito nella grafia abbreviata col.mo, in espressioni come al colendissimo signore, illustrissimo signore e padron mio colendissimo, perché attualmente cè penuria di persone degne di essere dei colendo ma ci sono solo tantissimi imbecilli, anzi degli imbelli. Già imbelle, termine che deriva da latino in bellum, inabile alla guerra, ovvero incapace privo di forza di volontà e di capacità intellettive, in piemontese macaco o patamòla. In piemontese si dice macaco, che prende il nome non dalla scimmia con coda assai breve o assente, corpo tozzo, pelliccia di color bruno-giallastro, ma dal latino maccus, imbecille a sua volta dalletrusco macio, che era un buffone, lodierno Pulcinella. Patamòla , sinonimo anche di molaccione dal francese pàté molle e dal provenzale muello, pasta liquida.
Favria, 16.12.2012
Si fa presto a dire giacinto
Sabato pomeriggio il capozona Fidas c ha omaggiati come gruppo Fidas di un vasetto con un bulbo di giacinto. L'etimologia del termine, la radice giak in greco significa rosso cupo, avvalora l'ipotesi secondo la quale in origine il giacinto era, probabilmente, di colore rosso, e allora bravo Ricci lomaggio floreale è più che azzeccato con il colore del sangue!. Questo fiore è stato caro a molti poeti antichi, tra i quali Plinio, Virgilio e Teocrito, che spesso hanno citato il fiore nei propri versi. In Italia il bulbo del giacinto giunse per la prima volta alla fine del 1500 dall'Asia Occidentale. Preziosa è la sua essenza, con la quale, da sempre, si ricava un profumo delizioso e molto ricercato. I significati attribuiti al fiore sono diversi e variano a seconda della colorazione: per esempio il giacinto rosso è simbolo di dolore, quello blu di coerenza. Anche il nome Giacinto, in greco antico Yàkinthos, che deriva dal fiore omonimo, è di etimologia incerta. La mitologia greca racconta diYàkinthos, figlio di Amicle re di Sparta, che per la sua bellezza fu grandemente amato dal dio Apollo e da Zefiro, il vento occidentale figlio di Eos. Apollo e Giacinto erano soliti giocare al lancio del disco sulle rive dell'Eurota, ma un giorno la gelosia di Zefiro fece deviare il disco lanciato dal dio che colpì mortalmente il giovinetto. Apollo, affranto dal dolore, trasformò l'amico amato nel fiore che porta il suo nome e dalla gocce del sangue cadute a terra nacquero petali purpurei. Ma nel linguaggio simbolico il Giacinto simboleggia la Benevolenza, forse in memoria di quella dimostrata da Apollo verso Giacinto. Ma nel linguaggio dei fiori rappresenta anche il gioco e il divertimento.
Favria, 16.12.2012