Ritengo che ogni giorno fare le cose in maniera semplice senza semplificarle mi semplifica la vita.

6 gennaio 1661

Quel giorno i  Fifth Monarchists tentano senza successo di prendere il controllo di Londra, guidati da  Thomas Venner. Il tentativo d’insurrezione fu sventato. Venner, catturato, fu giustiziato e la sua testa fu esposta sul ponte di Londra. La rivolta di Venner servì anche come pretesto per introdurre restrizioni sulle conventicles.Le conventicles erano degli incontri  religiosi, in particolare di segreto o illegali, come quelli detenuti da dissidenti in Inghilterra e Scozia nei secoli 16 e 17, con questo lemma si designa il luogo di tale incontro. I Fifth Monarchists o Fifth Monarchy Men, Uomini della Quinta Monarchia, sono un movimento millenarista del '600 inglese. I Fifth Monarchists si richiamavano a una teoria, basata sul testo del settimo capitolo del libro di Daniele, secondo la quale nella storia del mondo si erano succedute quattro monarchie e la quarta sarebbe stata seguita dalla  Quinta Monarchia, quella di Cristo che avrebbe segnato sulla Terra per un millennio con i suoi santi. Secondo i Fifth Monarchists, e questo li distingueva da altri millenaristi che avevano un atteggiamento di semplice attesa, i "santi" dovevano impegnarsi attivamente per preparare la strada all'arrivo di Cristo. In teoria, ciò poteva includere anche l'uso della forza. Di fatto, comunque, la violenza fu più che altro verbale. La grande maggioranza dei seguaci del movimento ritenevano che i "santi" dovessero entrare in azione solo di fronte a un chiaro segno divino. Solo in poche occasioni gruppi di uomini della Quinta Monarchia diedero vita a sollevamenti, che peraltro si rivelarono degli insuccessi.  Questo movimento si era organizzato in congregazioni, legate a figure carismatiche come  Christopher Feake, John Rogers, Powell e Llwyd ed altri. I loro adepti erano diffusi soprattutto a Londra, ma anche, per l'influenza di Powell e Llwyd, nel nord del Galles. Nonostante si sentissero e fossero visti come un gruppo distinto e nonostante qualche tentativo di organizzazione in particolare a Londra, ma anche su scala nazionale, i Fifth Monarchy Men restarono sempre "un movimento scarsamente coordinato". Avversi alla monarchia, sostenevano che a governare dovesse essere un gruppo di eletti. Insomma non c'era nulla di democratico nel programma dei Fifth Monarchists, erano un movimento di elite come certi attuali partiti politici italiani che si camuffano da populisti ma che sono sostanzialmente dei conservatori delle cadreghe che detengono. Tornando alla storia durante il protettorato di  Cromwell vi fu questo tentativo di insurrezione che venne scoperto e  Thomas Venner fu incarcerato alla Torre fino al 1659. ma con la  Restaurazione della Monarchia nel gennaio 1661, Thomas Venner guidò l’insurrezzione del 6 gennaio 1661.  Nel novembre 1661 fu giustiziato John James, con l'accusa, probabilmente falsa, di complotto e tradimento. Negli anni successivi alcuni Fifth Monarchists furono coinvolti in azioni antimonarchiche come il complotto di Thomas Tong dell'autunno 1662 e la rivolta dello Yorkshire del 1663. Nel 1671 un sostenitore della Quinta Monarchia, John Mason, fu implicato nei sabotaggi di macchine che furono messi in atto a Londra.

Favria, 6 gennaio 2013  Giorgio Cortese

 

Certe volte il pomeriggio è quella parte del giorno che passo a cercar di ricostruire come ho sprecato il mattino.

 

Spegniamo lo spreco

Sprecare pare che derivi dal celto gallico spreigh,  ovvero disperdere, spargere. In antico tedesco sprecken, spargere. Oppure altre fonti lo fanno derivare dal tardo latino spergicare; in piemontese sgàir, sgheirè. Diverso tempo fa sono rimasto colpito leggendo un libro di storia la citazione di  Francesco Guicciardini, storico e politico della repubblica fiorentina del Quattro-Cinquecento: “Diceva mio padre che più onore ti fa un ducato che tu hai in borsa che dieci che n'hai spesi.” Il tema è quello del risparmio, in questo periodo che i soldi sono pochi, quei pochi sia privati e ancora di più quelli pubblici devono essere usati con buonsenso. La frase sopra riportata mi fa ricordare un brano di un libro che ho letto nell'adolescenza, il famoso romanzo David Copperfield che lo scrittore inglese Charles Dickens pubblicò nel 1850:“Entrate annue: venti sterline. Spese annue: diciannove sterline e mezza. Risultato: felicità. Entrate annue: venti sterline. Spese annue: venti sterline e mezza. Risultato: miseria” Certo sarà un’equazione un po' sbrigativa, ma il monito è chiaro. Purtroppo nella vita ci sono persone che esagerano e da economi diventano tirchi sino a rasentare l'avarizia o  parsimoniosi sino a diventare  taccagni.  Ma in questo nuovo anno, nonostante la mancanza di risorse i pochi soldi vengono a volte sprecati per soddisfare le personali vanità degli pubblici amministratori di turno, e lo scandalo del Lazio ed in altre regioni,  ne è la cartina tornasole. Queste persone  diventano spendaccione, primo perché i soldi non sono loro e poi perché fanno degli investimenti senza pensare al futuro e con il paradosso di ricorrere a dei servizi privati senza utilizzare le personali risorse che languono dimenticate nella grande macchina burocratica della Pubblica Amministrazione. Interessante al riguardo è sempre attuale il dipindo “ I Proverbi fiamminghi” di Pieter Bruegel  il Vecchio del 1559. Il tema della rappresentazione moraleggiante dei vari proverbi popolari della cultura fiamminga era già stato praticato da  Bosch o dallo stesso Bruegel, ma in questo quadro sono radunati 120 episodi. In questi anni abbiamo assistito tutti ad una continua sagra di sprecopoli, dalle consulenze dorate ai viaggi di piacere camuffati come convegni. In genere. In questi anni il virus di sprecopoli ha allignato un po’ in tutti gli schieramenti polirci ma prediligendo quelli populisti, con il leader che è un tutt’uno con il partito. E questo ultimi arrivati in politica,  non hanno perso tempo nel recuperare il tempo perduto. Ma tutto questo buttare via di denaro pubblico, serve  nel tenere buoni i  propri "clientes", a ricompensare favori politici, a premiare magari amanti discrete o a catturare il consenso elettorale con programmi irrealizzabili od irrealizzati, come autobus immobili e silenti.

che poi si fermano come dei autobus immobili e silenti. Forse qualcuno proverà, nei prossimi anni a calcolare l'entità di questa geografia dello spreco. Quale che sia la cifra, penso che potrebbe servire a costruire almeno un paio di ponti sullo Stretto di Messina, o a edificare un piccolo efficiente Welfare in una regione di sette o otto milioni di abitanti. O a costruire un po' di benessere dove il benessere non c'è, in quei quattro quinti del mondo dove le consulenze non esistono perché non esiste ricchezza.. ma nel blaterare di questi giorni di una famosa agenda che non è “smemoranda” di  questo non c’è’ traccia. Ne proclami  pre elettorali sento solo della panzane sul togliere certe tasse, ma nulla su come annullare in blocco, quei contratti farlocchi di consulenza su cui vive e prospera una classe parassitaria, che sono le quotidiane tenie della casta. Certo chi promette questo acquisterebbe molti punti, tolti i voti dei "clientes", si capisce. Quello che si può fare umanamente è denunciare gli sprechi piccoli e grandi che vediamo. Perché alla fine è anche una questione di dignità che viene perduta, quando si bruciano somme piccole e grandi in scialo insensato e per cambiali elettorali. Ricordo che per il Bene Comune, risparmiare significa fare a meno di qualcosa di cui si ha veramente bisogno nella prospettiva che si debba volere, un giorno, una cosa di cui probabilmente non si ha bisogno.

Favria 7.01.2012      Giorgio Cortese