Allepoca di Dante, nessuno sapeva quale direzione avrebbe preso la fiorentinità, oggi nessuno può sapere o conoscere dove ci porteranno le difficoltà del momento. Un dato tuttavia pare e serve da riflessione, come tanta saggezza servì a Firenze tra il XIII ed il XV secolo, tanta saggezza ed accurate riflessioni su quello che ognuno di noi è in questa nostra epoca di transizione servirebbe ancora oggi.
Mantenere gli impegni
La base del bene comune, mantenere la parola data.
Mantenere la parola data è alla base del nostra società, senza questo cade la fiducia
reciproca che ci accompagna nella vita di ogni giorno. Certo il quadro
quotidiano che mi circonda, pur essendo di natura ottimista convalida delle negative
previsioni. Ogni giorno vengono ingoiati miliardi di risparmi e le Borse non riescono a
fermare questa paurosa caduta quotidiana. Ho letto recentemente sul Il Sole
Favria, 8.04.2013
Dio e la speranza del forte, e non la scusa dellinfame.
9 aprile 1241 battaglia di Legnica.
La Battaglia di Legnica, in Polacco Bitwa pod Legnica, anche nota come la Battaglia di Liegnitz, o Battaglia di Wahlstatt, fu uno scontro che vide opposte una coalizione di polacchi e tedeschi sotto il comando del duca di Slesia Enrico II il Pio, che agì con lappoggio della nobiltà feudale insieme ad alcuni cavalieri degli ordini militari monastici inviati dal papa Gregorio IX. Lo scontro avvenne il 9 aprile 1241 e il suo obiettivo era quello di bloccare linesorabile avanzata invasiva dellOrda Mongola Malgrado la vittoria dei tartari, fu una vittoria di Pirro, il duca Enrico II sacrificò la propria vita affinché i mongoli non avanzassero più a ovest. Questo fu il luogo più avanzato nel continente europeo che riuscirono mai a raggiungere, dopodiché, a causa della destabilizzazione politica insorta entro limpero mongolo si assistette alla ritirata dellorda. Si arrivò alla battaglia perché i mongoli consideravano i Cumani, popolazione a loro assoggetata, ma quando queste popolazioni fuggirono in Ungheria dove trovarono rifugio e protezione, almeno formale, da parte del sovrano Bela IV, il quale ricevette ultimatum che richiedevano la restituzione dei Cumani. Allorché le richieste rimasero inascoltate, venne pianificata una invasione del regno dUngheria, prodromo per una invasione dellEuropa. Batu Khan e Subotai guidarono personalmente due armate nell'attacco portato allUngheria, mentre una terza armata guidata da Baidar, Khan dellorda, e Kadan, attuò un diversivo in Polonia al fine di tenere impegnate le forze del nord, che altrimenti sarebbero accorse in soccorso del Regno dUngheria. Le forze dellorda devastarono e depredarono la parte orientale della Polonia giungendo sino al confine con la Lituania, mentre Baidar e Kadan si occupavano della parte meridionale del paese. Quando giunse ai mongoli la notizia dellarrivo di un'armata con cinquantamila unità che si trovava a due giorni da Breslavia, questi si mossero per intercettare il contingente in arrivo. Colsero le armate guidate da Enrico II nei pressi della città fortificata di Legnica, detta Liegnikie Pole, campo di Legnica, detto anche Wahlstatt, in tedesco, campo di battaglia. Enrico suddivise le forze in quattro divisioni: I Bavaresi guidati da Boleslav di Moravia; I coscritti della Grande Polonia con i Cracoviani, al seguito di Sulislaw fratello dellassassinato Palatino di Cracovia; La guarnigione di Opole, al seguito di Mieszko con alcuni cavalieri teutonici; Slesiani, Moldavi, Templari ed Ospitalieri sotto il diretto comando di Enrico II il Pio. Dalla descrizione della battaglia dataci da Chamers, la cavalleria slesiana fu la prima ad entrare in contatto con lOrda mongola, quindi rimpiazzata dalla cavalleria della Grande Polonia, fu poi la cavalleria di Opole a compiere il successivo assalto. Ciò produsse un arretramento delle avanguardie mongole e causò la separazione della cavalleria dalle file della cavalleria polacca che indifesa subiva attacchi ai fianchi da parte dellagile cavalleria mongola. Uno schermo di fumo venne usato per occultare il movimento dei mongoli, creando confusione fra gli europei. Frattanto i cavalleggeri mongoli portarono un attacco al fianco della cavalleria corazzata, mentre reparti di arcieri bersagliavano le forze polacche. Erik Hildinger ci segnala che furono i coscritti di Boleslav ad effettuare lattacco al posto degli slesiani, mentre i fanti polacchi si impegnarono ad inseguire i mongoli che avevano intrapreso una ritirata strategica. Questa situazione di disgregamento indusse Mieszko a richiamare allordine il contingente di Opole, mentre Enrico II impegnava nello scontro anche le riserve per inseguire la ritirata dei mongoli. Ciò però conferì ai tartari un grande vantaggio, poiché la cavalleria europea si staccò dal corpo centrale delle truppe alleate impiegante nel frattempo a inseguire il ripiegamento nemico. Tale frammentazione permise ai mongoli di sconfiggere un reparto alla volta.Larmata di Enrico II fu quasi annientata, lo stesso Duca e Boleslav di Moravia vennero uccisi. I caduti stimati nelle file europee variano dai 2.000 ai 40.000. Le perdite subite dai mongoli sono tuttoggi sconosciute, e le descrizioni riportate dalle cronache di parte minimizzano, di molto, il numero dei caduti, ma comunque tale da dissuadere i comandanti da effettuare un attacco ai danni dellesercito boemo. I mongoli tagliarono le orecchie a tutti i caduti nemici, raccogliendone almeno nove sacchi. Enrico II, catturato in ritirata venne trucidato con tre guardie del corpo, la sua testa fu affissa in cima ad unasta come monito, innanzi alle mura di Legnica. Comunque loperazione condotta da Baidar e Kadan fu un utile diversivo; infatti in seguito abbandonarono Boemia e Polonia dirigendosi a sud per ricongiungersi con le armate di Batu Khan e Subotai, uniti sconfissero gli ungheresi presso il fiume Sajó a Mohi. Nel 1242, i mongoli appresero della morte del Gran Khan Ögedei, avvenuta per altro lanno prima, poiché lOrda aveva nelle sue fila di comando tre principi legati in linea diretta con la casa regnante, e perciò elettori e potenziali aspiranti al khanato, fecero ritorno ad est, presso la capitale nel Karakorum per il Kurulath da cui sarebbe sorto il nuovo dignitario supremo. La morale è quella di mai dividere le forze di non farsi ingannare.
Favria
La vita e' un attimo di luce, .come una candela che pian piano
si affievolisce. Ma, purtroppo non tutti ne sono consapevoli e si comportano come se
fossero invulnerabili, eterni e accecati dalla superbia e non apprezzano il valore della
luce di una candela, anche solo un attimo.