Grazie a tutti i commercianti, artigiani e produttori di
Favria che hanno espsosto oggi e tenuto aperto i loro negozi. Grazie a tutti gli
espositori nelle piazze e vie del paese. Grazie a tutti quelli che sono venuti a visitare
Favria. Grazie alla Polizia Municipale e agli organizzatori. Grazie a tutti per limpegno.
Un grazie sincero, un grazie di cuore.
Uno dei babbi natale
Favria, 15.12.2013 Giorgio Cortese
AVVISO
sabato 4 gennaio 2014 a Favria, ore 21,00, salone polivalente,
vicino al palazzo Comunale: Rock Bloody Party by The Blue Fathers. Non
mancate! Young bloody
.please
Contro i continui disagi della vita le armi migliori
sono il coraggio, la tenacia e la pazienza. Il coraggio fortifica, la tenacia mi rallegra
e la pazienza spiazza lavversario di turno il tutto con un pizzico di
ottimismo, che nono guasta mai.
Stabile e instabile
In questi tempi si sente spesso parlare dai media della parola
stabilità. Già questo lemma che deriva dal latino stabilis, è di facile comprensione
stabile. Insomma il fatto, la condizione o la caratteristica di essere stabile, sia
in senso proprio, cioè ben basato ed equilibrato, capace di resistere a forze e
sollecitazioni esterne per esempio stabilità delle fondamenta di una costruzione, e
stabilità di un edificio, di un ponte, di una struttura. Stabile si intende una
costruzione o una condizione anche economica che si mantiene nel tempo , che
resiste, si conserva e si mantiene senza subire spostamenti, cambiamenti o
modificazioni rilevanti. La Legge di stabilità consiste, insieme alla legge di bilancio,
nellattuazione degli obiettivi programmatici che il governo intende attuare nel
corso del triennio di riferimento, obiettivi stabiliti nella preliminare Decisione di
Finanza Pubblica. La Decisione di Finanza Pubblica, in cui vengono inoltre presentati levoluzione
economico-finanziaria internazionale e le previsioni macroeconomiche tendenziali e
programmatiche per lItalia per il periodo di riferimento, è andata di fatto a
sostituire il precedente Documento di Programmazione economica e finanziaria. La legge di
stabilità rappresenta dunque la forma concreta nella quale vengono attuati i programmi di
spesa (intendendo sia lammontare delle spese da effettuare che le entrate
programmate per le casse dello Stato) stabiliti nella Decisione di Finanza Pubblica,
programmi che riguardano lindicazione di massima delle risorse necessarie a
confermare, per il periodo di programmazione, gli impegni e gli interventi di politica
economica e di bilancio, nonchè larticolazione della manovra necessaria al
conseguimento degli obiettivi. Prima della legge di stabilità cera, qualcuno se lo
ricorderà, la legge finanziaria, in parte diversa dalla legge di stabilità per quanto
riguarda i contenuti e i termini di presentazione. Ma forse prima di fare una legge di
stabilità ci sarebbe bisogno di un massaggio cardiaco alla Patria, che mi pare
paralizzata, altro che stabile, siamo al paradosso che vengono sempre penalizzati i
virtuosi, sia negli Enti pubblici, Comuni, Province e Regioni ed i cittadini onesti che
pagano, e come pagano le continue tasse. Più stabilità siamo la Patria della staticità
con la spesa pubblica che come un vorace mostro dallo smisurato appetito, continua a
mangiare il Pil. Più che di stabilità dovremmo cercare di dare un lavoro stabilire
specialmente ai giovani tagliando le varie caste, non solo quella politica ma anche i
manager che mangiano somme assurde senza creare nessuna ricchezza ma scarnificando sempre
di più il tessuto della Nazione. siamo al paradosso con il lavoro che viene meno e non se
ne crea, le imprese non riescono a modernizzarsi, a finanziarsi e chiudono. Rappresentanti
politici che stentano a mediare tra interessi particolari ed interessi generali. siamo ad
una politica carsica, certi giorni sembra un fiume in piena poi ad un certo punto
diventa carsico e sparisce quasi del tutto, insomma la somme dellinutili stabilità.
Siamo un paese diseguale certi giorni ci indigniamo e poi mesti ci rassegniamo al
ritornello di Rossini; Partiam partiam, partiam.. e tutto rimane nellimmobile
stabilità. E lunico che prende stabilmente botte e sempre il suddito Pantalone. La
priorità di chi ci governa dovrebbe essere uno stabile impegno ad ogni livello di
eliminare le inefficienze e gli sprechi, ed invece queste spese e gli sprechi sono
instabili e crescono sempre di più. Ma nela Palazzo in che mondo vivono, nel mondo dei
colori stabili, o si sono stabilmente stabiliti nelle poltrone del potere?
Favria, 16.12.2013
Giorgio Cortese
Col termine comando, intendo le qualità di saggezza,
rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.
Mai arrendersi.
Nel primo tempo di una partita si può anche andare in
svantaggio. lunica cosa che conta, però, è sapersi rialzare, perché vince solo
chi sta avanti alla fine. Insomma come scriveva il poeta Rainer Maria Rilke: resistere allurto
della vita, alle offese, alle emozioni, ai rovesci della fortuna, ma resistere anche al
successo, allesaltazione, alla standing ovation. Resistere alla ruota che gira, che
innalza e precipita, alla giostra che stordisce. Questo pensavo leggendo dei tanti ritiri
dalla vita, delle tragedie di chi si uccide perché non sa come andare avanti come delle
confessioni di chi non regge più il peso di una responsabilità, lo stress di un impegno
apparentemente felice. Mai mollare inteso come tenacia e caparbietà, al limite
della testardaggine o cocciutaggine. Inteso come stile di vita, di uno che non
si arrende, che non vuole arrendersi e che sa che se vuole può riuscire ovunque. Inteso
come regola di vita contro i continui attacchi dal mondo esterno che cercano di
screditarti e metterti in cattiva luce. Una senzazione dellanimo che a volte
va a braccetto col l'orgoglio, altre invece con l'ambizione. Tutte armi a doppio taglio si
sa, che potrebbero deviare da quello che è la realtà. Questa forza è come un'enzima che
attiva e amplifica le altre due e, se non si resta coscienti, si rischia di ferire me
stesso e chi mi sta attorno. Certo se mi manca la lucidà dellanimo
rischio di fare male a me stesso e a quelli che ho vicino, insomma mai lasciarsi
annebbiare lanimo dallira e orgoglio ferito due stati danimo tossici
Bisogna in quei istanti assumere subito una grande glebo di calma, respiare profondamente
ed a aspettare con olimpi calma, tessendo la tela della vita quotidiana. Sì,
bisogna reggere, e non solo perché la nottata ha una fine ed intravedo alla fine della notte
la timida luce dellalba. E poi nella lunga nottata si può imparare tanto su
se stessi e sul mondo, perché la trincea può essere un luogo dove si concentra la vita.
Insomma, la tentazione è forte, questa società, questo mondo, meriterebbero di essere
abbandonati, perché lingiustizia è troppa, perché il dolore a volte sembra
insopportabile. Ma io credo che sia bene resistere sempre e comunque, fino a quando non
sarà la vita a darci la spallata che ci butta fuori. Insomma non posso che andare avanti
ed andrò avanti. Bisogna imparare ognio giorno a reggere anche ridendo di questa
cosa strana che è la vita, altrimenti tutto diventa nero. nsomma, la tentazione è
forte, questa società, questo mondo, meriterebbero di essere abbandonati, perché lingiustizia
è troppa, perché il dolore a volte sembra insopportabile. Ma io credo che sia bene
resistere sempre e comunque, fino a quando non sarà la vita a darmi la spallata che mi
butta fuori, fino ad allora non posso andare avanti, andrò avanti. Insomma non mi arrendo
dopo il primo tempo ma gioco fino al 90 ed anche i tempi supplementari.
Favria, 17.12.2013
Giorgio Cortese
Rimango sempre disgustato da come certi presunti amici cercano
di pervertirmi con la falsa adulazione, meno male che certi avversari con il loro
rimproveri molte volte mi correggono.
Quos Deus vult perdere, dementat prius. A coloro che vuol
perdere, Dio prima toglie il senno.
Inizio questa mia riflessione con un adagio poco noto di origine
probabilmente greca. Questo proverbio si perde nella notte dei tempi, ed è stato poi
utilizzato in diverse formulazioni di epoca romana, quindi riesumato in una polemica
politica dellInghilterra nella prima metà del 1700 utilizzando Giove, infatti
la frase era stata trasformata Quem Iuppiter vult perdere dementat prius, Giove
toglie prima il senno a colui chegli vuol mandare in rovina, frase che si usa
talvolta ripetere volendo significare che la rovina di una persona è dovuta alla sua
follia o sconsideratezza, e che questa può anche rappresentare un castigo divino. Mi pare
che lattuale protesta di piazza, detta dei forconi, rappresenti una vera
follia collettiva che non porta altro che alla rovina e allo sfascio.Certo che con una
politica in perenne stato di disordine mentale, è evidente che la protesta contro la
pressione fiscale letale per chi ancora riesce ad avere un lavoro e poi per unEuropa,
tanto cavillosa e pedante sui decimali quanto di vista corta sulla crescita, possa
far presa negli animi di molti concittadini. Oggigiorno siamo immersi in una pesante crisi
economica e sociale, e solo il senso di responsabilità dei sindacati ha
acconsentito finora che le tensioni fossero sempre e comunque ricondotte nellalveo
della giusta protesta democratica e di una normale dialettica sociale di una
società come la nostra che si dice democratica. Ma allora si fa presto a dire arrivano
i forconi, ma chi sono? Le persone che veramente protestano al netto degli
infiltrati e facinorosi pronti a sfasciare vetrine, minacciare con metodi squadristi e
violenti, sono dei cittadini che sono esasperati dalla globalizazione che ha creato una
società senza regole certe e paletti che prima davano un certo senso di sicurezza
economica e sociale. Sono contro questo attuale modello di Europa visto come asettica e
lontana dai loro problemi reali e contro leuro, considerato da molti di loro come la
causa dei mali attuali. Ritengono di non sentirsi rappresentati e lattuale legge
elettorale certo lo li aiuta e vogliono una nuova legge elettorale per scegliere i loro
rappresentati. Sentono calpestata la loro dignità dalle attuali politiche di
austerità economica. I leader fuori dal governo dalle locuste pentastellate ai novelli
italoforzuti cercano di cavalcare questa tigre delle protesta. Se ci fosse il lavoro una
protesta del genere si spegnerebbe come un fiammifero nel vento, ma il lavoro scarseggia
e le pance di molte persone incominciano a rumoreggiare ormai da troppo tempo, e a
pancia vuota si ragiona molto male. E allora al grido Fermiamo l'Italia un
disparato popolo di tutto il mondo del lavoro e di idee politiche contrapposte, va
avanti nella protesta adottando il simbolo dei forconi, in quanto è il simbolo del
lavoro che ricorre spesso nella storia delle rivolte popolari, infatti un volta quando la
gente non ne poteva più, impugnava i forconi, ma poi finita la protesta con fatica
e sudore ha permesso il nostro attuale benessere.
Non si può in nome della protesta impedire ad altri di
alzare le serrande e di lavorare. Le dittature sono iniziate così, le Istituzioni
devono essere presenti e rigorose con tolleranza zero verso i violenti e facinorosi, per
loro al posto del forconi, tanto per rimanere nella storia passata, un catena al piede con
una pesante palla di ferro. Democrazia vuole dire rispetto per chi ha idee diverse dalle
mie non cieca e ignobile violenza da vandali, altrimenti Giove ci ha fatto perdere il
senno per rovinarci del tutto!.
Favria, 17.12.2013 Giorgio
Cortese
La politica
Nella storia politica e della civiltà dell'Asia anteriore antica
nessuna nazione ha lasciato orma sì profonda e durevole come quella tracciata dai
Babilonesi e dagli Assiri. La civiltà babilonese, in minor misura quella assira,
che in moltissime sue manifestazioni non è che un riflesso di quella babilonese, ha
agito fortemente su tutti i popoli che vennero in contatto diretto o indiretto con la
Valle dei due fiumi. In un certo periodo della storia dell'Asia anteriore la lingua
babilonese fu la lingua internazionale, nella quale i potentati del tempo redigevano la
loro corrispondenza. Attraverso le popolazioni dell'Asia Minore e quelle della costa della
Siria la civiltà babilonese fece sentire il suo ascendente anche sulla cultura dei
Preelleni e dei Greci. Attraverso la civiltà ellenistica e la conquista romana di buona
parte dell'Asia Anteriore non poche idee babilonesi, non poche istituzioni che per la
prima volta sorsero o si svilupparono in Babilonia trovarono il modo di penetrare anche in
Occidente, in Italia, e fanno ora parte integrante della civiltà mediterranea e di quella
dei popoli che da questa dipendono. Si può affermare quindi che l'antica civiltà dei
Babilonesi e degli Assiri con alcuni suoi elementi fa ancora parte della civiltà
contemporanea. Come si vede è con i popoli che abitarini tra i due fiumi, la Mesopotamia
che nascono le prime città stato ed il primo concetto di senso dello stato e politica,
governo della città. Già il lemma politica, il complesso delle attività che si
riferiscono alla vita pubblica e agli affari pubblici di una
determinata comunità di uomini e di donne. Il termine attuale, come si vede deriva dal
greco pòlis, città Stato. I due maggiori teorici antichi della politica
furono Platone, fautore di un ordine politico fortemente unitario, fondato su una rigida
gerarchia sociale in grado di evitare conflitti distruttivi, e Aristotele, che individuò
nelluomo, un animale politico, e analizzò le forme di governo e le loro
degenerazioni. Purtroppo nel corso dei secoli lanimale politici di Artistole è
divenuta una scimmia ingorda, e chiedo scusa alle vere scimmie, persone ormai abituate a
continui voltafaccia, a giochetti di palazzo solo e sempre per salvare il primo dei loro
desideri, la cadrega. Il mondo politico di questo nostro Paese non è povero di persone
motivate e corrette, ma purtroppo è popolato di instancabili piazzisti del nulla, di
irresoluti paladini a singhiozzo della vita e della famiglia, di tanti fabbricatori di
slogan suggestivi e vacui o sottilmente pericolosi e di troppi tattici ambiziosi. Insomma
di saltimbanchi che gestiscono solo spettacoli da fiera per avere lapplauso facile
senza cercare di risolvere i reali problemi di ogni giorno, la strada sporca, le buche
nelle strade. Speriamo che da questa crisi si spalanchino finalmente gli occhi degli
italiani, si aprano le energie fresche e a competenze sperimentate eppure nuove. Quanto ai
leader già sulla scena, ritengo che se non saranno allaltezza della sfida del
riavvicinamento tra morale e azione politica e tra gente e Palazzo, faranno molto male al
Paese e alla sue Istituzioni e resteranno vittime dei loro stessi giochi. Auguro a tutti
quelli che sono democraticamente eletti di fare finalmente, senza tentennamenti le scelte
giuste e di non deludere ulteriormente cittadini-elettori ormai sempre più stanchi e
anche discretamente indignati. La nostra Patria cerca chi sappia interpretarla.
Certo molte volte l'ideologia politica può far nascere e crescere dei valori.
L'ideologia è, però, il sottoprodotto dei valori, è attualmente il patetico tentativo
di confezionare un sistema di valori che ha alle volte un forte tasso di faziosità e di
subordinazione dei valori alle esigenze di un partito. Bisognerebbe uscire dal
"pensiero ideologico" e parlare di "idee" più che di ideologie, di
valori più che di contenuti ideologici. Da ragazzo la società degli 70 era una società
pervasa di ideologie, un clima politicizzato. Se andavi a donare il sangue dovevi stare
attento a dire a quale braccio volevi il prelievo, perché molte volte veniva presa
come dichiarazione di appartenenza politica! Ma adesso siamo entrati in una società in
cui l'assenza di ideologie dove chi governa solo per se stesso e propina delle opera
pubbliche come grandi interventi ma che sono in realtà dei maldestri lenzuoli messi a
rattoppo sempre delle loro scelte. Per questo, forse, è necessario recuperare un sano
rapporto con le idee, scaricandosi di dosso quel tasso di intolleranza e di subordinazione
dei valori agli interessi dei partiti. Quella secondo cui i partiti sono indispensabili in
un regime democratico è una frase fatta. Chi la enuncia dà per scontato che sia vera, e
quindi non perde tempo a dimostrarla. Proviamo, pertanto, a fare qualche ragionamento sul
tema. A che cosa servono i partiti? Una loro funzione dovrebbe essere la stesura di
progetti politici, in linea coi propri ideali: all'estero, qualche cosa del genere la
fanno. Non mi risulta che la facciano in Italia. Non conosco progetti politici dei partiti
esistenti, stento a capire in questo governo di larghe intese i loro reali ideali.
Rimane ancora, un'altra funzione, quella di presentare le liste dei candidati per
le elezioni locali e nazionali, e perbacco questa la svolgono eccome! Insomma mi sembra
che non pensino ad altro e per svolgerla sono proprio necessarie, per
svolgerla, vaste organizzazioni diffuse sul territorio, sezioni grandi e piccole,
burocrazie, giornali? A me sembra di no! Basterebbero, per presentare i candidati, i
comitati elettorali, che sono una cosa ben diversa. Da qui si capisce che è fuori luogo e
sono soldi sprecati i finanziamenti ai partiti. Perché secondo Voi chi si riunisce
intorno a un'associazione politica, sia essa un partito o un comitato elettorale?
Ritengo che si riuniscano delle persone, dei comuni cittadini, che hanno in comune
qualche ideale o qualche interesse, certamente non quello di crearsi uno stipendio e
vivere sulle nostre spalle. Bene: le persone che si riuniscono intorno a un'associazione,
avendo idee e interessi da difendere, dovrebbero essere disposte a tenerla in vita con un
congruo contributo finanziario. La faccenda interessa loro, non noi e poi i comitati di
cui parlo, in sostituzione dei partiti macchinosi e mastodontici, costerebbero poco.Non mi
sembra di dire cose assurde. In paesi anche più democratici del nostro i partiti sono
più leggeri che da noi, e nessuno se ne lamenta. La vita politica è in trasformazione
dappertutto. Le ideologie classiche, che dei partiti erano il punto di partenza e
l'ossatura, sono tramontate, e non se ne prospettano di nuove. I modi classici di fare
politica non interessano più, a giudicare dalla scarsa affluenza di cittadini alle urne.
Certi personaggi invece di ripetere delle frasi fatte per coprire la loro ignavia,
dovrebbero forse ripartire dal basso, dal popolo per cercare assieme a tutti nuove formule
e nuovi modelli, perché fare politica è si cercare il Bene Comune, ma è anche
Collaborazione.
Favria, 18.12.2013
Giorgio
Cortese
Ciancion, ciaciaron, criasson e braiasson!
A ciancio, a ciaciaro, a crio, a braiassò, ciancion aciaciara,
al briasson a cria, al criasson a ciancia. Al ciaciaron a braiassa ma chi ca le
ca parla?
Res gestae Canavesano dalla Francia a Fransos
Il raro cognome Fransos ed il suo omologo veneto Fransoso tipico
delle province di Treviso e Venezia, Franzini decisamente lombardo, Franzino Canavesano
con un ceppo anche a Cairo Montenotte (SV), Franzon è tipico del Veneto e del basso
Friuli, Franzone sembrerebbe avere due ceppi, uno in Liguria ed uno in Sicilia, Franzoni
è invece della zona compresa tra le provincie di Brescia, Mantova e reggio Emilia,
Franzosi è tipicamente lombardo e della provincia di Novara, Franzoso, oltre al ceppo
veneto di Adria e nel resto di Rovigo, ne ha uno nella zona di Torricelle e Manduria (TA),
tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dall'identificatore
etnico franzino, franzone o franoso, ovvero francese, originario della Francia.
Favria, 19.12.2013 Giorgio Cortese
Ritengo che linsegnate più difficoltoso che la vita mi mette
davanti è l'esperienza, perché ogni volta prima mi fa l'esame, poi mi spiega
la lezione.
Argo simbolo di fedeltà
NellOdissea, Argo è il simbolo della fedeltà canina,
voglia di servire. Rimango sempre affascinato nel rileggere i poemi omerici, come è
noto, contengono molti modelli e motivi utilizzati nei millenni successivi da vari
poeti e scrittori. Uno dei più celebri e commoventi passi dellOdissea è quello che
descrive lultimo, silenzioso incontro tra Ulisse ed Argo, il cane fedele che,
trascorsi ventanni, è ridotto ad unombra di sé stesso. Dopo che leroe,
vestito con gli abiti laceri di un mendicante, approda ad Itaca, nessuno lo riconosce: né
il leale porcaro Eumeo né il figlio Telemaco, ma solo Argo:
e un cane,
sdraiato là, rizzò muso e orecchie, Argo, il cane del costante Odisseo, che un giorno lo
nutrì di sua mano, prima che per Ilio sacra partisse; .. ma ora giaceva là, trascurato,
partito il padrone, sul molto letame di muli e buoi
là giaceva il cane Argo, pieno
di zecche. Argo nellattesa paziente ma non rassegnata, coperto di zecche,
trascurato e sopra un giaciglio di sterco, questo cane, simbolo di fedeltà accetta
anche i maltrattamenti. In cambio dellultimo premio le sue sono le sofferenze mute
inflitte da chi guarda e non vede. Lui è nato per servire, lo sa bene, e un servo non ha
diritto a lacrime né a proteste, si lascia frustare in silenzio perché possiede quella
dignità consapevole che gli vieta di svelare la maschera del martirio. Affronta la morte
come ultimo oblio sapendo che in questa vita amore e giustizia sono chimere, ma nellOlimpo,
uno spicchio di cielo bleu, Zeus lo riserva anche ai cani. E allora, come sentì vicino
Odisseo, mosse la coda, abbassò le due orecchie, ma non poté correre incontro al
padrone. Sono solo poche decine di versi, ma di condensata ed universale poesia. Tanta è
lumanità trasferita nel povero animale, che essa strappa alleroe una lacrima
nascosta che ha il potere di farlo essere, per un attimo, lumano Ulisse. Il
protagonista è davanti al proprio misero e tristissimo cane che ha conservata intatta, in
venti anni, quella scintilla damore, che egli gli ha infuso, da cucciolo, senza
poterne godere allora. Il cane, quale amico privilegiato delluomo, rientra nei culti
e nei miti di tutti i popoli. Anche in Sicilia vi era il culto indigeno del dio Adrano,
probabilmente personificazione del vulcano Etna, il cui tempio era difeso da mille cani,
specie di molossi che accoglievano benevolmente i visitatori del tempio, ma li sbranavano
se essi erano ladri o si macchiavano di azioni nefande. Quella di vivere in simbiosi con i
cani o alla maniera dei cani fu, nellantica Grecia, una vera filosofia che sfociò
nella scuola cinica, i cui maggiori rappresentanti furono Antistene, prima metà del IV
secolo a.C., Diogene di Sinope, seconda metà del IV secolo, e Menippo di Gadara, III
secolo a.C. I cinici vivevano allo stato di natura, abbandonando i beni e gli usi della
vita civile Diogene ad esempio viveva in una botte e conduceva una vita randagia alla
stregua dei cani, rifiutando le leggi delle comunità politiche. Si ridussero a vivere
come cani, anche se il nome di cinici fu dato dal Cinosarge, cane agile, il luogo del
Ginnasio dAtene dove si riunivano. Caratteristiche di questa filosofia fu prevalentemente
letica austera, fondata sullindifferenza ai bisogni e sul rigore morale,
nonché sullautarchia e sulla pratica di vita virtuosa, con la compressione dei
bisogni, limitati a quelli elementari. Il cane quindi, grazie alla sensibilità ed allispirazione
di Omero diventa emblema di fedeltà, di affetto sincero, tale significato è destinato a
perpetuarsi nelle espressioni artistiche successive. Nel Medioevo, ad esempio, un cane
scolpito accanto alla tomba simboleggiava la fedeltà, anche oltre i limiti della vita
terrena. Alcuni anni addietro, sono stato a Lucca e nel monumento sepolcrale di
Ilaria del Carretto, opera di Jacopo della Quercia, custodita nel Duomo, sono rimasto
colpito nellanimo, perché ai piedi della statua che raffigura la donna, morta
in giovane età e sposa di Paolo Guinigi, è accucciato un cane, imperitura testimonianza
di dedizione e di amore. Ritengo che molte volte noi essere umani che ci riteniamo evoluti
dovremmo apprendere molto dai nostri amici animali.
Favria, 20.12.2013
Giorgio
Cortese
Pinocchio ovvero la storia di un burattino che attraverso mille
peripezie diventa bambino. Infatti Pinocchio diventa bambino quando si rende consapevole
delle sue capacità, quando impara a mettersi al servizio degli altri, quando impara a
distinguere il bene dal male. Ma allora quanti pinocchietti abbiamo intorno ogni giorno