L'oro di Canaussa

Un uomo di Tiglietto (Tiei) faceva il calderaio nell'Alessandrino. Un giorno lavorava in una piazza e aveva molte padelle da stagnare. Era sempre sporco, con i vestiti strappati e portava un cappellaccio rotto. Tutti quelli che passavano si fermavano a guardarlo, e lo compativano. A un tratto si presentò davanti al calderaio un signore. Indossava un vestito di lusso, una camicia bianca, le scarpe lucide.. - Insomma, era un vero riccone-.

Il calderaio lo guardava un po' intimidito e si sentì dire: <<Da dove vieni?». Egli rispose: «Oh! Il mio paese è lontano! Io vengo dalla Val Soana! Sono di Tiglietto!». Il ricco gli disse: <<Ma se tu sei di Tiglietto perché vieni fin qui a fare questo mestiere dal momento che potresti farti ricco al tuo paese?». Il pover'uomo sentendo queste parole pensò che il suo interlocutore fosse matto: al suo paese non c'era nient'altro che pietre, ed era alquanto difficile farsi ricchi.

Allora questo signore vedendo che il povero calderaio lo guardava inebetito gli spiegò: «Mi vedi? Io mi son fatto ricco proprio in Val Soana. Ho trovato l'oro a Canaussa e, dato che tu mi fai pena, voglio spiegarti dov'è la miniera. Devi andare nel Vallone di Canaussa all'alba e cercare il posto da dove si vede la punta della croce del campanile di Tiglietto illuminata dal sole del mattino. Li c'è l'entrata della miniera».

Il calderaio non smetteva più di ringraziare il ricco signore e, presi i suoi arnesi, se ne tornò a casa. Dopo aver raccontato tutto a sua moglie, parti a cercare l'oro. Girò tutte le montagne di Canaussa ma non riuscì a trovare il posto indicatogli dal ricco, cosicché fu costretto a ritornare a esercitare la sua professione di calderaio e non incontrò mai più quel signore che lo aveva imbrogliato.

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