Sull'andar da soli in montagna di Aldo Forlino
tratto da "alpinismo canavesano"

Questo scritto e' nato nel giorno di sabato 21/11/98, uno dei tanti dedicati alla ricerca di un disperso in montagna.
Il sabato successivo, verso le 11.30, finalmente avveniva l'incontro, ma lui purtroppo era già lassù.

Si... può essere bello, di tanto in tanto percorrere i sentieri montani in solitudine senz'altra compagnia che lo scorrere musicale delle acque.
Osservare il fuggire precipitoso di agili camosci, o  I' elegante volteggiare di un'aquila che fende i cieli di cobalto. I grandi silenzi, sono un dono prezioso che si assapora maggiormente quando si è soli, questo si sà, e tutti prima o poi abbiamo voluto farne l'esperienza.
Ma la montagna è severa, specialmente in novembre, quando i primi freddi, contribuiscono a formare un velo di ghiaccio invisibile, e le erbe oline, secche e gelate, trasformano innocui pendii in scivoli traditori.  È proprio con queste condizioni che per l'escursionista solitario aumentano notevolmente i rischi.
Se proprio non ne può fare a meno, vada pure anche da solo, ci mancherebbe...
La montagna è scelta personale, ma sappia che il terreno è così vasto, che il ritrovare qualcuno di cui si ignori la meta, è quasi sempre questione di fortuna. Provare per credere.
Basterebbe tenere in auto qualche foglio ed un pennarello per scrivervi ora di partenza e destinazione, lasciandolo bene in vista.
Il circoscrivere eventuali ricerche, sarebbe già un bell'aiuto ed un notevole risparmio di tempo.
Ovviamente, dovrà attenersi a meta e percorso indicati.
Sarebbe così lesivo della propria libertà?
samivel.JPG (9411 byte)
Solitude:

Ce serait bien plus beau si je pouvais le dire
à quelqu'un
(Samivel)


Home