la leggenda dei "sempreverdi"


Questo racconto fa parte della tradizione orale, raccolta nel vallone di Servino...

Nei tempi passati, al termine dell'estate, un uccellino si ferì ad un'ala, restando cosi da solo nel bel mezzo del bosco. Non potendo più volare, resto' praticamente in balia dell'inverno, che già faceva sentire i suoi primi geli. Cosi, domando'  ad un enorme faggio di potersi rifugiare tra i suoi grandi rami, sperando di poter passare l'inverno al riparo dal cattivo tempo. Ma il faggio, altezzosamente, rifiuto' all'uccellino un piccolo riparo tra le sue fronde. Intristito, l'esserino continuo' a girovagare nel bosco, trovando  di li a poco un grosso castagno e, speranzoso, ripete' la stessa domanda. Ma anche quest'albero rifiuto' all'uccellino la sua protezione. Cosi, nuovamente s'incammino nell'oscurità della foresta, alla ricerca  di un riparo.
Di li a poco si senti' chiamare:
Uccellino vieni tra i miei rami, affinché tu possa ripararti  dal freddo.
Stupito, l'uccellino si volto' e vedendo che a parlare era stato  un piccolo pino, salto' lestamente su uno dei suoi rami.
Subito dopo anche una  pianta di ginepro  offrì le sue bacche come sostentamento per il lungo inverno.
L'uccellino ringrazio'  più volte per tale generosità, che gli permise cosi di superare la cattiva stagione.
Dio, avendo osservato tutto, volle ricompensare la generosità del pino e del ginepro, ordinando al vento di non far cadere loro le foglie, e quindi da quel giorno furono "sempreverdi" .

tratto dal libro :
Uomini, boschi, Dei - Orco e Soana tra storia e leggenda
di Martino Centanino - Tipografia Ferraro Editrice in Ivrea


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