Alpette, 14 Novembre 2011: piccoli comuni contro l'art. 16 (comunicato stampa)
Ad Alpette lunedì 14 erano tutti presenti i rappresentanti delle amministrazioni degli undici comuni delle Valli Orco e Soana per discutere sul futuro dei piccoli comuni e delle Comunità Montane, la cui esistenza è minacciata dall'art. 16 dell'ultima "manovra 2011".  Come è noto questo articolo prevede la fusione anche amministrativa dei comuni sotto i 1000 abitanti. Il rischio sarebbe la loro perdita d'identità e di autodeterminazione economica. Sarebbero in pericolo anche le Comunità Montane sostituite da aggregazioni di comuni con un numero di abitanti non inferiore a 3000.
Ospiti del Sindaco Silvio Varetto sono stati Gualtiero Fasana, direttore e segretario generale della Comunità Montana Valli Orco e Soana (CMVOS), Antonello Angeleri e Gianluca Vignale, consiglieri della Regione Piemonte, Danilo Crosasso, presidente della CMVOS, Lido Riba, presidente di UNCEM Piemonte e Marco Balagna, assessore alla Montagna della Provincia di Torino. Gualtiero Fasana ha presentato una pubblicazione che riepiloga i 40 anni della CMVOS nel cui territorio, tra il  2000 e il 2011, sono stati investiti 30 milioni di euro. Lungo l'elenco delle opere realizzate e dei servizi gestiti in forma associata a favore degli abitanti della comunità: dalla Polizia locale alla Protezione civile, dalla vigilanza impianti a fune alla gestione del territorio e del paesaggio. Un'agenzia, insomma, rivolta a favorire lo sviluppo del territorio, che sta costruendo infrastrutture importanti per i suoi comuni. Antonello Angeleri ha lamentato le minori risorse economiche a favore della Regione Piemonte. Difendendo l'operato del governo centrale ha affermato che occorre non perdere di vista la volontà dei cittadini che vogliono far riferimento ai Comuni per ottenere servizi migliori. Danilo Crosasso ha affermato che le Comunità Montane sono enti importanti che portano vantaggi ai comuni che dovrebbero essere obbligati a convenzionarsi con loro. L'articolo 16 è frutto di un'operazione politica che non porta alcun risparmio per i conti dello Stato. Marco Balagna si è detto preoccupato della logica del governo centrale che vuole trasformare i piccoli comuni in un capro espiatorio mentre il progetto di legge per la riduzione del numero dei parlamentari è rimasto nel cassetto. L'articolo 16 è incostituzionale e deve essere abolito. Gianluca Vignale, vicino alle posizioni degli amministratori locali, ha osservato che esistono a volte differenze sostanziali tra le varie comunità montane, alcune troppo grosse per essere efficienti. Lido Riba ha svelato l'evidente finalità di questo famigerato articolo 16: chiudere i comuni per risparmiare ma il risparmio,in realtà, non esiste perché la maggior parte degli amministratori dei piccoli comuni presta la sua opera gratis, con tanta passione. Perché poi abolire le Comunità Montane che sono già unioni di comuni ed agenzie di sviluppo? I piccoli comuni non potrebbero gestire da soli certi servizi, anche convenzionandosi tra loro: necessitano del supporto delle Comunità Montane a cui obbligatoriamente i comuni montani dovrebbero affidare la gestione dei servizi come già ora tendono a fare.

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