Passè ‘l bujì…. – La Memoria della Shoah! – La Shoah ci deve insegnare a non odiare mai! – Invece di brancolare, voghiamo! – Donare il sangue, donare la vita! – Il tempo… – Donare il sangue a febbraio – Febbraio…. LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Passè ‘l bujì….

Vi ricordate il modo di dire piemontese “passè ‘l bujì   a quaidun”, letteralmente, passare il bollito a qualcuno.

Il significato di questa coloratissima e metaforica locuzione verbale esula dal suo senso letterale e ci sono delle varianti. Si dice anche passé ‘l lard, passare il lardo, passé le paste, cioè passare le paste, le bignòle, ed altre ancora. Passé ‘l bujì a quaidun, potrebbe avere anche un altro significato, cioè quello di riconoscere un giusto compenso, una paga materiale o anche simbolica, oppure la giusta ricompensa a qualcuno per un buon servizio ricevuto, cosa c’è di più ghiotto e saporito di un buon piatto di bollito? Ma questo modo di dire viene usata quando si voglia assegnare o minacciare l’inevitabile castigo, fisico o morale a chi non abbia svolto il suo compito con il necessario impegno. Ma perché passare il bollito? Dobbiamo tornare indietro nel tempo quando anticamente certi signorotti locali, al termine di banchetti e convivi, in segno di benevolenza solevano distribuire gli avanzi delle libagioni ai poveri del villaggio. Certo non erano i bocconi più prelibati del banchetto, erano più spesso quelli meno appetitosi e tralasciati dai conviviali, oppure si trattava di frattaglie e delle parti meno nobili di montoni, pollame e selvaggina, che, prima della distribuzione al popolo, venivano bolliti in grossi pentoloni. Il bollito re della tavola in inverno in Piemonte con la sua corte di bagnetti rossi e verdi, senapi e intingoli, ha sicuramente influenzato anche la parlata popolare. Dal bollito derivano poi le parole sbeuje, perdersi d’animo,  sbujì, sbollettare ma anche sbigottirsi e arbeuj, ribollire, fermentare. Ci sono poi espressioni simili come dé ij sòld ëd la sghijaròla, dare i soldi per lo scivolo, e poi del toron del mòrù, dare un ceffone in faccia, toron significa schiaffo oltre che al torrone propriamente detto e morù, che deriva dalla parola celtica murr, significa muso e anche viso. Concludo con questa vecchia poesia dove si evidenzia come una volta c’era quasi niente rispetto per le donne: “Mè morosa am dis soa giòja, chila am tapa, chila am tapa, am mòla ’l prèt. Mi l’angrasso, mi l’angrasso a lard ’d Savòja  e l’ambonisso, l’ambonisso co’ij torcèt!” La mia fidanzata mi dice gioia, mi veste, mi molla prèt, paga del soldato in linguaggio militare, francesismo da preter, prestare, mettere a disposizione. Io la percuoto, l’ingrasso con il lardo di Savoja, e la rabbonisco con i torcetti, ma non sono i dolci di Agliè, ma con dei forti manrovesci!
Favria, 25.01.2021  Giorgio Cortese

La bellezza della vita sta nel rigenerarsi ad ogni nuova alba.

La Memoria della Shoah!

Ricordare lo sterminio degli Ebrei nei lager nazisti non mi suscita solo orrore, né compassione, non mi fa solo sentire fortunato, mi fa ragionare e riflettere e soprattutto ricordare perché un popolo che non ricorda è anche un popolo senza futuro che rischia di commettere sempre gli stessi errori. Quando vedo filmati o documentari sulla Shoah, la mia unica domanda è di come sono riusciti degli esseri umani a fare tutto questo, come possono essere stati così crudeli?  In quei campi accadevano cose orribili e lo scopo dei nazisti era annientare gli Ebrei, sia come razza, sia come singole persone…e riuscirono nel loro intento, perché anche i superstiti vissero disperati e colpiti nell’anima per tutta la vita. Molta gente è stata uccisa dalle persecuzioni naziste e dall’indifferenza di persone che, pur sapendo, non intervenivano, magari per paura. Ma quello che mi suscita rabbia è che noi esseri umani ricordiamo, sì, ma superficialmente, senza esserne  veramente convinti. La verità è che se non facciamo mai tesoro del s nostro passato le  conseguenze  sono disastrose. Ad esempio, gli Ebrei sono stati perseguitati e uccisi, ma oggi si ammazzano a lori volta i Palestinesi, Armeni, i Ceceni, i Curdi e adesso il genocidio degli Uiguri….in una lotta che sembra non avere mai fine. Tutto ciò accade perché noi esseri umani abbiamo scarsa memoria!

Favria, 26.01.2021  Giorgio Cortese

Scriveva Primo Levi: “L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.”.

La Shoah ci deve insegnare a non odiare mai! 

Il  27 gennaio 1945 truppe dell’Armata Rossa entrarono ad Auschwitz, epicentro del sistema nazista di sterminio.  Nei capannoni, i soldati sovietici trovarono l’orrore dello sterminio, da allora nei  mesi e negli anni a seguire, l’Europa avrebbe preso coscienza dell’enormità della Shoah, con i sei milioni di ebrei uccisi,  con un genocidio che si è ripetuto prima con gli Armeni e adesso con i Curdi e con tanti altri popoli. Oggi  ricorre L’anniversario della liberazione di Auschwitz, il giorno della Memoria, istituito  dall’Onu. Non mancano interrogativi attorno a quest’anniversario, perché talvolta si ha l’impressione che le celebrazioni siano di circostanza, poco partecipate a livello popolare. Alcuni hanno sollevato il rischio di una banalizzazione di questa memoria  per il moltiplicarsi di eventi, per lo più di carattere politico o accademico, con scarsa incidenza nella cultura e nella coscienza dei popoli. Tuttavia, ricordare è un imperativo, oggi più che mai è necessario far sì che il Giorno della Memoria non si riduca a una rievocazione del passato, ma ci interroghi anche sul presente e sulla realtà delle società europee. Infatti, l’antisemitismo, che fu l’anticamera dei lager, resta ancora oggi un problema europeo. Leggendo libri e testimonianze su questa triste pagina dell’umanità non posso non ricordare quanto affermava un sopravvissuto che nel raccontare in modo semplice la sua storia, per trasmetterla ai giovani, ai quali ripeteva le parole che il padre gli disse nel lager: “Non odiare mai”. Nel giorno della Memoria questo è  un insegnamento da non disperdere, quando gli ultimi testimoni di questo orrore non saranno più qui a raccontarlo a noi e alle future generazioni insegnare a non odiare mai è il percorso da fare tutti insieme per fare capire come il razzismo e l’antisemitismo siano stati elementi di una catastrofe per l’Europa e come, oggi, sia urgente ritrovare il filo di una società in cui tutti possano vivere insieme in modo pacifico. Oggi dobbiamo edificare la comune casa europea con una cultura della pacifica convivenza nella pace, nel senso del bene comune universale e nel rispetto delle differenti identità.

Favria,  27.01.2021  Giorgio Cortese

Purtroppo non sono bastati sei milioni di ebrei a soddisfare l’impulso antisemita del mondo e allora facciamo memoria per evitare che questo avvenga in futuro.

Invece di brancolare, voghiamo!

Oggi abbiamo bisogno ogni giorno di mettere nel nostro animo oltre alla passione per gli obbiettivi quotidiani, piccoli o grandi che donano vera gioia, anche di sano ottimismo che genera speranza per illuminare il nostro quotidiano cammino.  Se penso alla parola brancolare che oggi significa andare a tentoni e  muoversi con incertezza. Pensare che il lemma brancolare deriva da branca, parola del tardo latino, zampa con artigli.  Questa parola descrive la difficolta di tutti noi che certe mattine ripartiamo con debolezza spaesata con sempre nuove disposizioni che ci vengono impartite da governanti e classe dirigente che in certi frangenti mi pare navigare a vista, che va avanti al buio e a tentativi. Quando ogni giorno ci vengono inviati messaggi contrastanti sulle chiusure e limitazioni da parte dei media, ecco che in in quel momento brancoliamo, nel tentativo di abbrancare ciò che cerchiamo e verso cui andremmo a colpo sicuro con un dito o una mano rilassata, se sapessimo dove si trova nello spazio circostante.  Si noi brancichiamo dato che  molte volte ci sembra che i messaggi che arrivano ci fanno brancolare nel buio. Se vogliamo uscire da questa crisi sanitaria, politica e morale, dove leggo affermazioni ciniche e qualunquiste, che il covid colpisce solo gli anziani o che  si deve fare ripartire l’economia e se ci sono dei morti pazienza, che se fossero state dette solo 10 anni fa, queste persone sarebbero state defenestrate dal loro ruolo e che invece adesso non curanti continuano ad occupare. Ecco se vogliamo cercare di uscire, tutti, ma proprio tutti dobbiamo metterci a vogare ogni giorno per quanto ci compete. Si dico vogare che indica la  spinta data dal remo nel fiume che chiamiamo vita e che ogni giorno risaliamo.  Dobbiamo rimetterci a vogare con  entusiasmo e slancio se no da fuori non ne usciamo.  La parola voga mi ha sempre colpito per la sua origine, secondo alcuni pare che derivi dal latino vocare, chiamare o forse di origine dal longobardo wogen, oscillare. Ecco che siamo chiamati ogni giorno a dare per quanto possiamo il meglio collaborando e se le difficoltà ci fanno oscillare, andare avanti sempre e comunque, ripetendo sempre i nostri quotidiani gesti collaborativi  sperando che la voga sia un’onda, un  un ciclo, dove remata dopo remata usciamo da questo buio periodo. Sursum corda!

Favria,  28.01.2021 Giorgio Cortese

Il valore della vita non risiede nel numero dei giorni, ma nell’uso che ne facciamo, giorno dopo giorno.

Donare il sangue, donare la vita!

Il sangue rappresenta circa l’8% del peso corporeo composto da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine sospese nel plasma, ricco di proteine zuccheri, grassi e sali minerali. E serve per il trasporto di sostanze in tutti i distretti del corpo; ci difende dagli agenti estranei, compresi i microrganismi patogeni come virus, batteri e funghi; ci aiuta a riparare i danni dalle ferite con la coagulazione del sangue per evitare emorragie. E poi il sangue distribuisce il calore generato soprattutto dalla contrazione muscolare attraverso il controllo della circolazione periferica. Infatti quando abbiamo caldo i vasi sanguigni si dilatano, e diventiamo rossi, quando abbiamo freddo, invece, sono contratti. Nel sangue il 55%, è rappresentato dal plasma, il restante 45% è costituito da globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Come si vede possiamo donare il sangue intero oppure il plasma dal catteristico colore giallo paglierino, composto per il 90% da acqua, per questo se si dona il plasma bisogna bere molto per reintegrare l’acqua. Si dona attraverso la plasmaferesi e il plasma i suoi derivati vengono comunemente somministrati a pazienti traumatizzati e pazienti con malattie epatiche gravi o chi ha subito forti ustioni. La donazione di piastrine serve per fermare forti emorragie.  Il sangue si suddivide in gruppo A, gruppo B, gruppo AB e gruppo 0.  La donazione di sangue intero è la donazione è la donazione più comune. La quantità di sangue donato è stabilita per legge ed è di 450 ml con variazioni del 10% in rapporto al peso corporeo, all’età e al sesso. L’intervallo tra due donazioni di sangue intero deve essere di almeno 90 giorni. Per le donne fino alla menopausa la frequenza è di un massimo di 2 donazioni di sangue intero all’anno. Una donazione di sangue intero dura in genere intorno ai 15 minuti. Il donatore, oltre al possesso dei requisiti generici, al momento della donazione dovrà possedere un valore di emoglobina (Hb) superiore a 13,5 g/dl se di sesso maschile, superiore a 12,5 g/dl se di sesso femminile. La donazione di plasma rientra tra quelle effettuate impiegando la procedura di aferesi. In questo caso ci si avvale di una apparecchiatura, chiamata Separatore Cellulare, che separa i diversi componenti del sangue in un circuito sterile, reinfondendo, poi, nel donatore i rimanenti tramite soluzione fisiologica. In questo modo è possibile prelevare soltanto il plasma, plasmaferesi. Una donazione di plasma da aferesi dura circa 40-50 minuti, e si dona fino ad un massimo di 700ml, il plasma, inoltre, essendo costituito principalmente da acqua, si rigenera più velocemente da donazione di plasma a sangue intero, da plasma a plasma il periodo di intervallo è di 15gg, da sangue intero a plasma  il periodo di intervallo è di 30gg. La donazione di piastrine risulta essere più impegnativa per il donatore, in termini di tempo, raggiunge i 50/60 minutica i9 tempi di intervallo sono simili al plasma. Ogni anno 100.000 persone continuano a vivere grazie alle trasfusioni di sangue. Ma diventare donatore significa anche compiere una buona azione verso se stessi con i controlli clinici ai quali i donatori vengono periodicamente sottoposti e le analisi effettuate in occasione di ciascuna donazione aumentano sensibilmente la probabilitą di diagnosi precoce, in caso di malattia. La donazione di sangue e un atto volontario e gratuito e avviene il tutto su appuntamento evitando assembramenti in sicurezza sempre per i donatori. La raccolta e la distribuzione del sangue sono di competenza dei Centri trasfusionali. Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 5 FEBBRAIO 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fai passa parole e divulghi il messaggio.

Favria, 29.01.2021  Giorgio Cortese

Ogni giorno c’è sempre speranza finché si continua a lottare.

Il  tempo…

Il tempo ci rapisce, e il cielo è solo in inverno, senza rondini e richiami di festosi pennuti alla sera. Come vola il tempo, sembra solo adesso quell’attimo alla mattina al sorgere del sole, le nostre giornate, irripetibili ed insieme consuete che paiono uguali, ma non lo sono. Passata la giornata, sono più vecchio di un giorno, e alla sera i pensieri s’intrecciano in refoli di emozioni, mentre la giornata volge al termine e profondissima, cupa, nel suo indaco. Alla sera penso alla giornata appena trascorsa, dopo aver passato il pomeriggio, dove il tempo sembra fermarsi, ma lesto vola verso sera, che arriva improvvisa.  Che bella la sera con la tenerezza che mi ha lasciato il giorno. Alla sera sembra quasi che tutti ci guardiamo intorno, per capire il domani prima di entrare nella buia notte, con la luce della speranza che il mondo va sempre avanti ed il giorno luminoso rincorre l’oscurità ed una nuova alba nascerà dopo il momentaneo tunnel della notte

Favria,  30.01.2021   Giorgio Cortese

Ogni giorno non dobbiamo avere paura della vita, ma abbiamo sempre la passione per una vita che a sia davvero degna di essere vissuta!

Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 5 FEBBRAIO 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fai passa parole e divulghi il messaggio

Donare il sangue a febbraio

Continuate a donare il sangue, non ci sono pericoli con il Coronavirus. Non sono state documentate trasmissioni del Coronavirus mediante la trasfusione di emocomponenti e non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale.

Ecco dove si dona a febbraio in Canavese Zona 2 Fidas

Montanaro, lunedì 1 febbraio

Rivarolo, lunedì 1 febbraio

Favria,  venerdì 5 febbraio

Ciriè, sabato 6 febbraio

Montanaro, sabato 6 febbraio

Valperga, lunedì 8 febbraio

Rivarolo, venerdì, 19 febbraio

Ciriè, domenica 21 febbraio

Rivara, mercoledì 24 febbraio

Pont C.se giovedì 25 febbraio

Qui di seguito cellulari dei referenti gruppi dove potete prenotarvi

Aglie’  331-3539783

Barbania / Front _ 347-9033486

Bosconero 011-9889011 e 338-7666088

Cirie’   340-7037457

Corio   348-7987945

Favria   333-1714827

Feletto  339-1417632

Forno Canavese _ 338-8946068

Levone  340-0675250

Locana  349-6623516

Lombardore / Rivarossa   333-3310893

Montanaro  377-7080944

Ozegna  334-7717626

Pont  333-8937412

Rivara  339-6339884

Rivarolo Canavese  348-9308675 e 347-4127317

San Giusto Canavese   377-1213021

Valperga / Salassa / Pertusio  347-5821598

Varisella / Vallo  333-9584743 

Favria,   31.1.12.2021   Giorgio Cortese

Ogni giorno camminiamo su  quel filo di emozioni come dei funamboli che chiamiamo vita. Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 5 FEBBRAIO 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fai passa parole e divulghi il messaggio

Febbraio ferra, aprile apre, maggio sparge le foglie per le capre!

Febbraio.

Febbraio è il mese della candelora del Carnevale e di San Valentino.Il suo nome viene dal verbo latino februare, che significa, purificare. Nell’antica Roma questo mese era dedicato ai  rituali di purificazione in onore del dio etrusco Februus e della Dea romana Febris. Il mese era chiamato Februarius. Oggi febbraio è anche il mese più corto dell’anno.  Dice un famoso proverbio:  “Febbraio, febbraietto mese corto e maledetto“, e un altro: “Febbraio d’ogni mese è il più corto ed il men cortese”, e non finisce qui, visto che ve ne sono a bizzeffe e quasi tutti in negativo. Ma perchè febbraio si è fatta questa brutta nomina? La spiegazione è semplice e va ricercata nel modo di pensare della società contadina che tanto tempo fa era predominante in Italia, febbraio è l’ultimo mese veramente invernale, e, nei suo ventotto giorni, se faccia freddo o il clima sia mite, il guadagno è poco. Un febbraio rigido, magari dopo un gennaio che lo è stato altrettanto, non poteva certo esser gradito dalla popolazione, mentre se a febbraio predominava un clima troppo caldo, forte era il rischio che la natura si risvegliasse in anticipo, cosicchè le eventuali fioriture già avvenute potevano essere facilmente compromesse da una non improbabile gelata marzolina, compromettendo i futuri raccolti. Ecco che i giorni di Febbraio che paiono di ristallo, tutto brilla, volano i passeri spensierati e le giornate iniziano a diventare, luminose, le ore di luce aumentano. Nel mese di febbraio, un timido raggio di sole mi scivola addosso attraverso l’aria ancora fredda e nel mio animo aspetto con speranza perchè sta arrivando la primavera e nei rami pulsa la prima vita attraverso la linfa  e nei prossimi mesi riavremo di nuovo profumi e colori. Nel campo ancora freddo spuntano le prime timide primule messaggere della bella stagione.

Favria, 1.2.2021   Giorgio Cortese

Il sole di febbraio si insinua nei rami e tinge i germogli e gonfia le foglie che sono dentro.

Nella vita tutto accade in un istante, e allora vieni a donare. Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 5 FEBBRAIO 2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione a seguito del DPCM del 8 marzo 2020, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fai passa parole e divulghi il messaggio