Pont Canavese: popolazione ancora in picchiata anche nel 2022 a cura di Marino Pasqualone

Residenti dimezzati negli ultimi 60 anni – siamo ormai ad un passo da quota 3.000

 (da IL RISVEGLIO POPOLARE del 26 gennaio 2023)

PONT CANAVESE – I dati demografici relativi all’anno 2022 confermano drammaticamente che Pont Canavese ha perso, in poco più di mezzo secolo, circa la metà dei suoi abitanti: se infatti alla fine degli anni cinquanta del novecento il paese di fondovalle sfiorava ancora i seimila residenti, al 31 dicembre 2022 questi erano ulteriormente scesi a poco più di tremila: per la precisione a 3.047, con un ulteriore calo di ben 64 abitanti negli ultimi dodici mesi.

E se guardiamo al numero dei nati, scesi ad un minimo “storico” di soli 11 bambini (ancora in calo rispetto ai già pochi 15 nuovi pontesi del 2021), le prospettive per l’immediato futuro sono tutt’altro che rosee.

E questo paradossalmente accade in un paese che, negli ultimi dieci anni, si è impegnato a realizzare e rimettere a nuovo proprio le scuole elementari e medie, con infinite polemiche e scambi di accuse sulle modalità e costi delle medesime, mentre ben poche parole, per non dire quasi nessuna, si sono invece spese pubblicamente su cosa fare per riuscire poi a riempire le aule di scolari, dando una solida prospettiva di sviluppo per la rinascita economica, e di riflesso demografica, a quella che un tempo era la piccola capitale delle valli Orco e Soana.

I capannoni vuoti ormai da anni di lavoro e di operai delle principali industrie locali, quelle che fino all’inizio degli anni duemila davano lavoro a centinaia di famiglie di Pont e valli, sono i convitati di pietra di una discussione politica ed amministrativa che, quando non si perde in polemiche personalistiche, si alimenta ormai da troppi anni di autocompiacimento sulle opere pubbliche realizzate, in alcuni casi indubbiamente anche di un certo rilievo, ma incapaci però di dare la scossa ad un paese che era fortemente industriale e che, oggi, non si sa più cos’è veramente ed a cosa eventualmente aspira d’essere in futuro.

E, anche se lo abbiano già sottolineato più volte, giova ripetere che è del tutto inutile cercare la giustificazione di questa ennesima contrazione della popolazione pontese negli effetti perversi della pandemia Covid, perché in realtà i decessi registrati a Pont negli ultimi tre anni (quest’anno 65 come già nel 2021), sono stati addirittura inferiori rispetto a quelli del 2019, mentre i nati (11) si sono dimezzati rispetto a quelli registrati nel 2020 e nel 2019, portando così all’ombra delle torri pontesi il saldo tra morti e nascite ad uno sconsolante meno 54 unità.

E negli ultimi dodici mesi è di segno negativo (-10) pure il rapporto tra immigrati (92) ed emigrati altrove (102), che in anni passati riusciva invece almeno in parte a compensare il divario tra nascite e decessi, segno che i tanti cartelli con la scritta “vendesi” che campeggiano sulle abitazioni pontesi od occhieggiano dai siti internet sono la spia puntuale di un paese che si sta avvitando su se stesso in una crisi ormai infinita, incapace perfino di offrire una prospettiva appetibile di vita per i tanti che, soprattutto dopo il buio dei lookdown, sono in fuga dalle grandi città sempre più invivibili ed inquinate.

D’altronde i servizi presenti sul territorio sono da decenni in continua contrazione: dai pullman diretti sulla linea Pont-Ivrea alla ferrovia Canavesana (al momento ferma, e per chissà quanto, a monte di Rivarolo); dal Pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè, prima chiuso e poi declassato, al ricovero per anziani dell’ex-Infermi Poveri di Oltresoana che ha chiuso i battenti dopo decenni di attività; dai negozi e bar che abbassando le saracinesche svuotano ulteriormente di movimento e luci il centro del paese alle borgate ed al territorio montano che continuano ad essere poco valorizzati dal punto di vista turistico ed ambientale, nonostante la vicinanza del Parco nazionale del Gran Paradiso.

Annotiamo infine che, seppur anch’essa in contrazione, resta considerevole e superiore al 10 per cento del totale, la presenza di cittadini stranieri residenti a Pont Canavese: in tutto sono 312, di cui ben 199 di nazionalità rumena, seguiti a distanza da quelli originari del Marocco (80) e dell’Albania (10), anche se và detto che questa diminuzione in numeri assoluti (ma non in percentuale) può essere in parte ascritta al fatto che alcuni di loro negli ultimi anni hanno maturato la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana.

Guardando i dati e la tendenza appare quindi assai probabile che il 2023 sia l’anno in cui la popolazione pontese potrebbe scendere davvero sotto i tremila abitanti: la quale non è solo una sorta di “soglia psicologica” bensì anche per certi aspetti amministrativa, che farebbe precipitare il paese di fondovalle nella folta galassia dei “piccoli” Comuni italiani, come peraltro già la sono tutti gli altri dieci che si dividono il territorio delle valli Orco e Soana.              Marino  Pasqualone