Res Gestae Favriesi. Vento in Canavese. – Ogni giorno dell’anno sempre 25 aprile! – Res Gestae Favriesi, 1949 . ‘L vindo.. – Nella vita. – Un attimo!. – I pendànt che ravanano. – Res Gestae Favriesi, la partita di calcio tra celibi ed ammogliati 1972…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Res Gestae Favriesi. Vento in Canavese
Nel 1972 Ad Aprile, Vi fu in Canavese, come riportano nei giornali del tempo un forte vento, a 100 lm l’ora, causando incendi, crolli e dei feriti. “A Favria il tetto di un capannone è caduto sulla linea dell’alta tensione e la mancanza di energia elettrica in diversi stabilimenti ha costretto a sospendere il lavoro”
Favria 24.04.3017 Giorgio Cortese

Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo. Solo con il talento si vince la quotidiana partita, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vince il campionato della vita. Solo un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile.

Ogni giorno dell’anno sempre 25 aprile!
Tra poco sarà il 25 aprile, una data importante! E’ la Festa della Liberazione, ma liberazione da cosa? Questa giornata è diventata la festa della Liberazione dalla dittatura e ogni anno e viene celebrata con manifestazioni in tutta Italia. Ma cosa successe in quei giorni? Perché la Resistenza è stata così importante per il nostro Paese? E, quindi, perché festeggiare? La Resistenza, insieme agli Alleati, ha combattuto a lungo per sconfiggere i fascisti e i nazisti. Allora persone di tutte le estrazioni sociali e di varie vedute politiche si sono unite per ribellarsi alla dittatura. La loro lotta si è tradotta in una vera e propria guerra civile che da una parte vedeva gli italiani fascisti e dall’altra gli antifascisti. Sicuramente i cruenti scontri non cessarono il 25 aprile in quanto gli scontri cessarono formalmente il 2 Maggio. Ma quel lontano giorno del 1945 gli italiani si liberarono dal nazifascismo per creare finalmente uno Stato democratico senza dittatori ne monarchia, che appunto venne ripudiata un mese dopo con un referendum. Purtroppo tanti, troppi , non capirono l’importanza di quell’evento. Erano quelli a cui il fascismo non aveva poi portato tanti cambiamenti e che salirono sul carro del vincitore di turno, come spesso accade nel nostro Paese. Vi fu addirittura chi dal fascismo aveva tratto benefici e privilegi e in quei giorni si strappò dai vestiti i gagliardetti fascisti per mettersi al collo un fazzoletto rosso, diventando uno dei tanti “partigiani dell’ ultima ora”, non solo non espiando le proprie colpe ma addirittura avvalendosi di riconoscimenti che non gli erano certo dovuti! Nel nostro Paese, che un paese normale non è, non vi furono processi come a Norimberga. In Germania, per stabilire le giuste pene ma vi furono solo episodi di giustizia sommaria, che ebbero come epilogo Piazzale Loreto. Insomma dopo il XXV aprile non venne fatta una seria analisi storica di quello che era stato il fascismo e si fece tutto in fretta e furia per cancellarlo. Tutto fu nascosto sotto il tappeto della società e venne fatto in fretta e furia. Secondo me fu un grossolano errore, in quanto non venne davvero spiegato il perchè la quasi totalità degli italiani vi aveva aderito, almeno nei primi tempi e come fosse stato possibile che ogni voce di dissenso fosse potuta essere soffocata nel sangue per un ventennio senza che nessuno, tranne qualche rara voce come il povero Giacomo Matteotti, muovesse un dito. Benito Mussolini è stata una delle persone più’ ipocrite a profittatrici che la storia ricordi. Da socialista della prima ora, tra i sostenitori delle prime cooperative e Case del Popolo, le chiuse o le fece bruciare arrivato al potere . Durante la 1a Guerra d’Africa, si stese assieme a Pietro Nenni sulle rotaie per non far passare i convogli militari in partenza, salvo poi dichiarare guerra e sterminare intere popolazioni africane inermi in nome del “Posto al Sole””. Da quello che da giovane predicava alle donne di non procreare per non dare allo Stato carne da cannone, poi avrebbe premiato con denaro le “madri della Lupa” che ogni anno sfornavano un figlio. Da ateo e mangiapreti firmò i Patti Lateranensi per avere l’appoggio ecclesiastico. Se una dote gli può essere attribuita, è solo quella di essere stato sicuramente, con la sua oratoria, un trascinatore di italiche folle. Chi combatteva nella Resistenza contro questa abietta dittatura erano chiamati partigiani. I partigiani non erano un esercito vero e proprio, ma erano civili che si armavano come potevano e si riunivano in gruppi per attaccare in ogni modo il nemico sia nelle campagne, in montagna che nelle città. Le loro azioni si affiancavano a quelle consistenti degli eserciti alleati e uniti riuscirono a vincere. I partigiani e tutte le parti che si opponevano ai nazifascisti, cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici erano riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale, detto CLN. Dopo la guerra, questo Comitato partecipò attivamente alla nascita della Repubblica. Grazie alla lotta unita fra tutti gli oppositori al fascismo, si era riusciti a ribaltare la dittatura e a porre le basi per uno stato democratico. Le radici della Repubblica Italiana sono da rintracciare proprio nella Resistenza, l’Assemblea Costituente che scrisse la nostra Costituzione, fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CLN, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche ed ispirandola ai princìpi della democrazia e dell’antifascismo. Per questo ogni anno è importante festeggiare la libertà e la democrazia conquistate in quella giornata. Senza il loro sacrificio oggi non avremmo mai avuto la libertà. Personalmente mi ritengo fortunato di non aver vissuto per motivi anagrafici quelle tragiche vicende e anche di aver potuto parlare con coloro che partigiani lo furono davvero. Fin da piccolo mi sono appassionato ai racconti delle loro vicende. Mi pareva incredibile che quel tranquillo vecchietto che stava in disparte su di una panchina fosse stato un temutissimo partigiano o che quella donna con il bastone e le gambe malferme fosse stata in gioventù una staffetta che con qualsiasi tempo, faceva anche 30 km in montagna per consegnare messaggi . Li vedevo come i bambini di oggi vedono i super-eroi, con la differenza che quelle erano persone reali e non raccontavano favole ma verità. Quindi il 25 aprile non deve essere solo un giorno di festa ma un giorno di ricordo per tutti coloro che diedero la loro gioventù e a volte anche la vita per un’Italia migliore. Fermiamoci un attimo al xxv aprile e ricordiamolo ai nostri figli e alle giovani generazioni che se possono dire, pensare, ascoltare e vedere ciò che vogliono senza divieti non è per diritto divino ma per il sacrificio di tante persone. Facciamogliela studiare nelle scuole questa pagina della storia del nostro Paese. Ricordiamoglielo non solo in questo giorno ma ogni giorno perchè la memoria non cancelli i ricordi, perché ogni giorno dell’anno sia il 25 aprile! W la Liberta!
Favria 25 aprile 2016 Giorgio Cortese

La cooperazione si basa sulla profonda convinzione che nessuno riesca ad arrivare alla meta se non ci arrivano tutti. Nella vita solo quando tutti contribuiscono con la loro legna da ardere è possibile creare un grande fuoco

Res Gestae Favriesi, 1949 . ‘L vindo.
Vindo in piemontese significa arcolaio, la radice è la stessa, germanica, del verbo inglese to wind, muovere girando. Il ballo a palchetto contribuì a far emergere dai luoghi chiusi la danza popolare considerata in passato come fonte di scandalo e di tentazioni e per questo “ammessa al massimo nei periodi precisi come durante il carnevale o in luoghi segreti. Costruiti verso la prima metà del XIX secolo, i “vindo” sono una caratteristica piemontese da sempre attrattiva principale delle feste paesane. Il ballo a palchetto era una balera viaggiante tradizionale per il ballo liscio in Piemonte. Quella rotonda col tendone, per intenderci, dove suonavano le squadre da ballo, quintèt di fiati e repertori di liscio vecchio diffusi dalle bande musicali. Nel 1949 nella borgata di San Giuseppe, con la fine del conflitto ritorna il ballo a palchetto nei giorni 8 e 9 maggio con permesso di danza dalle ore 15 alle ore 24,00. Insomma vale sempre il vecchio detto che imparare a camminare ci rende liberi ma che impara a ballare ottiene una libertà ancora più grande perchp esprime con tutto il suo essere la persona che è .
Favria 26.04.2017 Giorgio Cortese

L’apparenza di certe persone è una maschera che ben rappresenta la falsità che è nemica della vita. L’apparenza nasconde il vuoto dell’animo meschino che non conosce le emozioni sane ma solo falsità.

Nella vita
Nella vita di ogni giorno non tutti meritano la mia attenzione, il mio rispetto. Non devo scusarmi per qualcosa che non ho commessoma devo sempre chiedere scusa quando sbaglio e perdonare chi mi ha fatto male senza volerlo. Ma soprattutto, perdono me stesso stesso, per tutte le volte che mi sono sentito in colpa nei confronti di chi non ha avuto scrupoli nel pugnalarmi alle spalle. Cerco sempre di dimenticare chi non sa dare valore all’amicizia. Si devo dimenticare non c’è tempo per odiare, è solo sempre tempo di amare.
Favria, 27.04.2017 Giorgio Cortese

Bisogna sempre giocare onestamente anche quando le mie carte mi sembrano vincenti

Un attimo!
Prima di Pasqua ho incontrato un caro amico che mi ha raccontato come in seguito di una rovinosa caduta, ha ancora adesso dei problemi a fare le scale e il piede gli provoca dolore nel camminare e nel fare le scale di casa. Sono rimasto colpito dalla sua frase: “Giorgio in un attimo la mia vita è cambiata…..” Ma che cosa è l’attimo, variante popolare del tardo latino “in atomo”, in un istante. Uno spazio brevissimo di tempo, che non è un’unità misurabile e non si può quantificare! L’attimo molte volte è l’attesa, l’attesa. E molte volte più è stata forte l’emozione dell’attesa, più quell’attimo avrà valore per me. Oggigiorno viviamo in una società che ha perso completamente il significato di attesa e tutti corriamo e perdiamo la possibilità di godere degli attimi che la vita ci offre. Nella giornata le ore dell’orologio scorrono veloci e cerco di essere sempre di essere più veloce, il tempo non basta per fare tutto, e tutte le cose lente sembrano di intralcio. Ed invece dovrei fermarmi di più su queste piccole cose. Fermarmi ad osservare il cielo, un fiore, qualsiasi cosa che pare scontata ma che non lo è per niente. Mi rendo conto di perdere il valore di attimo perché non sono più capace di viverlo. Ma quanto dura un attimo? Un attimo può durare un eternità o un nonnulla, un attimo va vissuto perché non torna più indietro, devo viverlo e non lasciarmelo scappare, sia che sia bello che triste. La vita è formata da attimi, come gli attimi di uno sguardo, di un abbraccio, di una carezza, di un bacio, di un pugno, di un tradimento, di un dolore, tutti questi sono attimi e devo viverli con attenzione, perché nulla tornerà indietro. Ritengo che sia negativo per l’animo passare a chiedermi:” ma se fosse successo così?” o “ma se avessi fatto quella cosa?”. Con i se e con i ma non vado da nessuna parte. Ciò che è stato è stato e, nessuno sarà mai in grado di cancellarlo. Devo sempre vivere nel presente, il futuro è una sorpresa. Non devo avere paura di ciò che non conosco, perché è proprio quella, la bellezza della vita, quella sensazione di stupore della giornata che vivo. Nella vita il futuro è bello perché è ignoto ed il presente è bello perché lo sto vivendo e non mi soffermo sul passato ma sulla bellezza dell’attesa, dell’attimo presente. Nella vita l’infinito è nel finito di ogni istante. La vita è una successione di momenti e viverne ciascuno significa avere successo. L’attimo è l’emozione che precede l’azione e non mi importa quanto duri. Per quanto passi via veloce o al contrario, per quanto possa dilatarsi per durare più di quanto dovrebbe, non lo posso misurare, ma può cambiarmi la vita. Posso dopo solo ricordare l’emozione o il dolore che mi ha provocato. In un solo momento può accadere di tutto. Ogni giorno l’istante dell’attimo è il punto nel quale il tempo tocca l’eternità. Tutto è niente e niente è tutto nel momento in cui lo vivo, sia bello che brutto!
Favria, 28.04.2017 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni momento è l’ultimo, perché è unico. E allora gli attimi converrebbe lasciarli cosí come sono stati vissuti, perché è impossibile tentare di ripeterli, di riviverli. Come scriveva Eraclito:” Nello stesso fiume non è possibile scendere due volte”.

I pendànt che ravanano
Certe persone cercano di essere nelle loro apparizioni in pubblico pendant nell’abbigliamento ma non tutte le volte lo sono nell’atteggiamento interiore ed iniziano a ravanare. La grafia più corretta per questa parola è “pendant”, così come è in francese, non “pandant” o “pandàn”. Poi, anche scrivendo “pandàn” uno si fa intendere.Preciso da subito che pendant significa corrispondenza, simmetria, riscontro, deriva dal verbo francese pendre, pendere e pendant è il participio presente. In italiano questa parola francese è diventata molto popolare: propriamente significa “pendente”, e infatti è usata in oreficeria per denotare orecchini pendenti o elementi preziosi complementari che sono apposti o pendono da altri gioielli. Ma come nellla lingua francese ha acquistato il significato figurato di corrispondente, complemento, abbinamento. Presumibilmente questa estensione di significato è stata presa proprio dalle coppie di orecchini, o dai monili pensati per essere portati assieme. E cosi si parla di cravatta, pardon papillon, che fa pendant con la camicia, due quadri che sono in pendant o che l’esteriotità di una persona è pendant con il suo animo. Passo alla seconda parola, ravanare che significa frugare in maniera disordinata cercando qualcosa. Secondo alcuni deriva dall’antico raunare, cioè cercare e, raggruppare le cose in maniera avventata e disordinata. Secondo altri è invece un derivato di ravaneto, ossia il luogo, spesso il fianco scosceso di un monte, dove anticamente venivano i detriti delle cave di pietra, che finivano per diventare un mucchio di scarti. Altri ancora la vogliono derivata dal latino vànnere, cioè setacciare. Il significato di ravanare mi sembra chiaro. Lasciando perdere il significato che viene dato anche come triviale, per ritornare alla frase iniziale, i personaggi da me citati, persone che incontriamo nella vita di ogni giorno da fuori suono curati e pandant nell’abbigliamento ma parlando con loro ci si rende conto che l’animo ravana e cerca di mettere insieme confusi e storti pensieri.
Favria, 29.04.2017 Giorgio Cortese

Purtroppo nella vita di ogni giorno oochi sono gli uomini squadra, perché solo pochi sono così grandi da pensare al bene comune prima che a se stessi.

Res Gestae Favriesi, la partita di calcio tra celibi ed ammogliati 1972
Ho trovato un giornale locale la seguente notizia: “il tradizionale incontro di calcio tra le squadre rappresentative dei “celibi” ed degli “ammogliati” si scolgerà quest’anno tempo permettendo domenica 30 aprile alle ore 15,30 sul campo comunale di Favria. Strettissimo segreto sulle formazioni. Si prevede numerosa folla sul campo anche perché, per l’occasione è stato sospeso il campionato di serie A.” Conclude l’articolo con ironia.
Favria 30.04.2017 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno bisogna sempre praticare quello che sembra l’impraticabile, predicare con amici e contendenti attraverso l’omiletica ma sapendola fare con l’esempio e passione trascinante