Ronco: quale futuro per i sindaci dei piccoli Comuni? a cura di Marino Pasqualone

Il parere del Sindaco di Ronco Lorenzo Giacomino

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 18 novembre 2021)
RONCO CANAVESE – Come è emerso ancora una volta, seppure in modo più o meno marcato a seconda della realtà locali, anche in occasione delle ultime elezioni amministrative di inizio ottobre, che nelle valli Orco e Soana hanno interessato i Comuni di Ronco Canavese, Frassinetto e Noasca, la difficoltà di trovare nuovi cittadini disposti ad offrire la loro disponibilità ed il proprio tempo ed impegno all’interno delle amministrazioni locali sta diventando un problema sempre più diffuso e non facile da affrontare.
Confermando tra l’altro che in molti paesi delle valli del Gran Paradiso, come peraltro anche in centri ben più popolosi, all’interno dei consigli comunali stanno di fatto scomparendo non soltanto le vere e proprie “opposizioni”, (perché ormai sovente le due liste presenti alle elezioni non sono effettivamente in competizione, ma diventano quasi complementari nella successiva amministrazione comunale), ma in alcuni casi, come successo a Noasca dove la lista era una sola, anche la stessa presenza “fisica” di una minoranza nei consigli comunali.
Si tratterebbe dunque di un tema su cui la politica nazionale, se ormai non fosse accartocciata unicamente su sempre più nebulose “agende” ambientali e sanitarie (ma in realtà economico-finanziarie) a sfondo europeo e mondiale, dovrebbe seriamente fermarsi a riflettere ed a cercare possibili soluzioni, perché l’esercizio della democrazia più prossimo ai cittadini parte proprio dalle realtà locali.
L’unica “novità” arrivata in questi ultimi giorni e che, salvo sorprese, entrerà in vigore con la Legge di bilancio 2022, è il previsto aumento delle indennità di funzione dei primi cittadini, in una percentuale variabile che parte dal raddoppio per le città metropolitane a scendere fino al 22% in più per i Comuni tra tremila e cinquemila abitanti ed il 16% in più per i sindaci dei paesi più piccoli (sotto i 3 mila residenti), che, ad esempio, nelle valli Orco e Soana sono 10 su 11 con la sola eccezione di Pont Canavese.
Si tratta ovviamente di aumenti massimi possibili che ogni ente locale in completa autonomia potrà o meno applicare, da calcolare su cifre al lordo delle ritenute e che, con effetto a cascata, si riverberanno anche sui compensi che spettano agli altri componenti delle giunte comunali, essendo questi ultimi parametrati a quelli dei sindaci.
Primi cittadini che, soprattutto nella realtà più piccole, si devono confrontare sovente con organici di dipendenti comunali ridotti ai minimi termini, con la mancanza di figure apicali nei vari uffici e con l’ormai cronica carenza di segretari comunali, e non ultimo con la continua ed incerta evoluzione legislativa ed operativa degli organi sovracomunali, dalle Province alle Comunità Montane fino alle più recenti Unioni dei Comuni.
Su questi prossimi adeguamenti dell’indennità di funzione e, più in generale, sui problemi e sulle difficoltà che si trova ad affrontare quotidianamente chi guida le amministrazioni dei piccoli Comuni, abbiamo sentito il nuovo sindaco di Ronco Canavese, Lorenzo Giacomino: “Sono assolutamente favorevole a questa decisione – afferma convinto il primo cittadino del principale centro della valle Soana – anche se poi gli aumenti dei tetti massimi non sempre corrispondono agli aumenti dei trasferimenti dedicati, lasciando dunque ai Comuni l’onere di trovare i fondi a bilancio. Spero che questo Paese abbandoni la via del populismo e della lotta incondizionata alla cosiddetta “Casta”, e sia riconosciuto il valore di essere servitori dello Stato”.
“ A questo si collega il drammatico dato per cui non ci sono mai stati così pochi giovani amministratori under 35 in Italia – sottolinea il sindaco di Ronco Canavese – ai talenti di questo Paese è finora convenuto economicamente percorrere altre strade e non quella della politica, lasciando purtroppo il posto a una classe dirigente che, per ovvie ragioni anagrafiche, non può guardare agli interessi e ai bisogni delle generazioni di domani”.
Ma la mancanza di “ricambio” all’interno delle amministrazioni comunali deve essere affrontata anche con altri provvedimenti di più ampio respiro: “La questione non è solo economica: per questo credo che serva una manleva penale ampia e organica sui sindaci – aggiunge infatti Lorenzo Giacomino – Basti pensare al caso della sindaca di Crema, finita sotto indagine per un dito di un bimbo chiuso in mezzo a una porta dell’asilo. Ai Sindaci dei piccoli Comuni deve inoltre essere consentita una maggiore libertà di azione, liberandoli dai vincoli che (forse) hanno senso di esistere nelle grandi città, ma non di sicuro in queste realtà”.
L’abitudine che coglie sovente il legislatore di mettere sullo stesso piano, almeno dal punto di vista degli adempimenti burocratico-amministrativi, un paesino di montagna di qualche centinaio di abitanti con quello di una città che ne conta decine o centinaia di migliaia è ormai non più sostenibile: ne và della stessa sopravvivenza di quelle migliaia di Municipi che da quasi mille anni sono un tutt’uno con la storia e la cultura dell’Italia, e ne costituiscono l’imprescindibile ossatura dalle più aspre valli alpine fino ai mari assolati del sud. Marino Pasqualone