Siccità: Iren costretta ad aprire la diga di Ceresole Reale dopo l’allarme degli agricoltori tratto da “torinotoday.it”

Coldiretti: “Abbiamo già perso il 20% delle produzioni, serve un piano urgente per affrontare queste situazioni

L’allarme siccità ha costretto l’Iren ad aprire le paratoie della diga idroelettrica del lago di Ceresole Reale rilasciando nel torrente Orco sei metri cubi al secondo, acqua che consentirà a 5.500 agricoltori l’irrigazione di 8.500 ettari di terreno nel Canavese. Il rilascio occasionale durerà una settimana, il tempo necessario per consentire di effettuare un intero turno di irrigazione delle colture e permettendo così di soccorrere le piantagioni di mais e i prati a sfalcio che stanno subendo i danni maggiori della siccità.

La decisione è frutto di un incontro richiesto dalla Coldiretti. Erano presenti il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, l’amministratore delegato di Iren Energia, Giuseppe Bergesio, e Danilo Rossetto, presidente della sezione Coldiretti di Chivasso e consigliere del consorzio irriguo del canale di Caluso che, attraverso le sue 92 prese per 32 chilometri rende possibile l’agricoltura tra Caluso e Chivasso.

Oltre a questa settimana di soccorso irriguo le parti hanno convenuto di avviare un tavolo permanente per garantire l’apporto necessario al canale Caluso in caso del perdurare delle condizioni di siccità. La captazione ottimale del canale alla presa di Spineto sull’Orco è di 10,5 metri cubi. Con questo rilascio dalla diga di Ceresole, che si somma all’apporto della rete di corsi d’acqua delle valli Orco e Soana, la captazione arriva a nove metri cubi al secondo, sufficiente per garantire un’irrigazione d’emergenza a tutte le aziende agricole consorziate al canale di Caluso.

“Si tratta di un accordo importante – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – nel segno dell’uso plurimo della risorsa idrica sempre più preziosa. È importante anche che l’irrigazione sia garantita a tutti gli agricoltori del territorio servito dal canale Caluso proprio ora che il mais che sta crescendo, è ancora verde e si può ancora salvare. Tra due settimane sarebbe stato troppo tardi. A questo proposito ricordo che non possiamo permetterci di perdere nemmeno una pannocchia, nel momento in cui non arriva mais dall’Ucraina e dalla Russia”.

“L’agricoltura ha perso il 20% delle produzioni”

“L’agricoltura ha già perso il 20% delle produzioni per la mancanza di acqua, subito lo stato di calamità per salvare le aziende agricole e progetti concreti per affrontare, nei territori, la crisi climatica”. È la posizione di Coldiretti Torino, pronta a chiedere alla Regione lo stato di calamità per risarcire gli agricoltori colpiti dagli effetti della siccità e delle alte temperature. A rischio sono soprattutto le colture di mais e i prati stabili a foraggere, con diminuzioni dei raccolti che costringeranno gli allevatori a comprare fieno e mangimi a prezzi letteralmente impazziti che vedono rincari di oltre il 100% per effetto delle speculazioni sulla guerra in Ucraina. 

Secondo Coldiretti, questa situazione mette a rischio la sopravvivenza di un comparto tipico dell’agricoltura del Torinese come l’allevamento bovino da carne e latte che affrontano anche l’aumento dei costi dell’energia impiegata per esempio per il raffrescamento e la ventilazione forzata degli spazi di stabulazione degli animali. Ma a rischio sono anche le produzioni di frutta e ortaggi come mele, pere, pesche, kiwi, peperoni, pomodori, verdure a foglia, cavoli dove sono molto presenti prodotti tipici che sono il vanto dei territori.

“Oggi la cosa più urgente da fare è semplicemente mettere le aziende agricole in condizione di continuare a esistere – è l’amara dichiarazione del presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici -. Gli effetti economici della siccità combinati con quelli della guerra rischiano di essere mortali per la maggior parte delle nostre aziende. Le risorse vanno stanziate fin da subito e rese disponibile per le imprese agricole”.

Oltre al sostegno straordinario e contingente, Coldiretti Torino chiede che non siano più rimandate azioni e progetti per permettere alle aziende agricole di convivere con il cambiamento climatico. “Non possiamo continuare ad assistere agli effetti della siccità e dell’aumento delle temperature senza fare niente per contrastarli – continua Mecca Cici -. L’agricoltura non può restare senza acqua altrimenti non si produce più cibo. Per questo chiediamo alla Regione, alla Città Metropolitana di elaborare progetti e strategie di finanziamento per contrastare gli effetti della siccità sull’agricoltura del Torinese”.

In particolare, Coldiretti Torino chiede un piano contro lo spreco di acqua per l’irrigazione e un piano per la creazione di piccoli bacini di accumulo sparsi sul territorio. Contro lo spreco di acqua vanno sostenuti progetti di contrasto alla dispersione idrica. La Regione deve snellire la burocrazia per la trivellazione di nuovi pozzi che vanno utilizzati per un’irrigazione sempre più mirata che possa azzerare gli sprechi. Per l’accumulo diffuso, Coldiretti propone un piano di bacini con caratteristiche progettuali di grande naturalità e pregio paesaggistico riempiti con l’acqua scaricata durante forti temporali e piene dei torrenti.