Solo insieme ci riusciremo! – Il cerchio della vita. – L’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore. – Burnia! – Un giorno…. – E’ già mattino… – Frassinetto, Frasinei in Francoprovenzale…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Solo insieme ci riusciremo!
Carissimi amici e conoscenti, concittadini prestatemi orecchio, ascoltatemi!
La situazione non è facile, la situazione si tinge di tinte fosche per l’imperversare della pandemia che lascia nella sua scia oltre alle dolorose morti umane anche la morte di tante attività commerciali e produttive che porteranno forse ad una nuova povertà. Ritengo che oggi più che mai non dobbiamo farci rubare la speranza che è la sola luce nell’animo che ci può permettere di ripartire che ci dà la fiducia perché ho la speranza e ne sono fermamente convinto che questa lunga notte dovrà finire e sorgerà il sole. Dobbiamo essere consapevoli che in questa situazione attuale esiste tanta confusione e alcune scelte politiche, questa è la mia personale impressione vengono prese senza considerare le conseguenze di preservare noi italiani dall’epidemia ma con l’economia praticamente morta. Bisogna anche dire che molto di questa situazione dipende anche dal nostro atteggiamento avuto nei mesi passati, magari convinti che il virus fosse andato in vacanza ed invece la pandemia ha continuato ad allargarsi in maniera recondita favorita dalle vacanze estive, feste patronali, feste di spiaggia nell’Italico stivale con le immancabili feste e foto di gruppo. Forse con una maggior attenzione di tutti nei mesi precedenti vivremmo in situazione sanitaria diversa. Purtroppo fino alla sua comparsa il virus ha continuato a correre e noi a ricorrerlo sempre in affanno. Adesso dobbiamo alzare la testa, senza nasconderci della sua forza mortale nei nostri confronti, usando tanta prudenza e usando le tre C, che sono Concordia, Collaborazione e Coesione. In questo momento dobbiamo essere uniti lasciando perdere le polemiche, e collaborare vuole dire avere atteggiamenti che rispettano la nostra salute e quella dei nostri simili, alleggerendo il sistema Sanitario. Ecco che dobbiamo collaborare tra tutti con quanto emanato dalla autorità, per fare scendere il livello di pandemia. Oggi più che mai è necessario unirsi negli animi rispettando le distanze fisiche sanitarie per uscire tutti insieme da questo tunnel. Ricordiamo sempre che nella vita non sono i numeri ma l’unità di noi esseri umani la nostra grande forza. Questo è il momento come cittadine e Associazioni che possiamo aiutare e fare la nostra parte anche se non fisicamente, ma con il passa parola per sostenere le nostre attività commerciali, #compriamoitaliano, compriamo nel nostro paese#, e poi propongo di sostenere le nostre radici, i nostri anziani, la nostra memoria storica, ricordiamoci che senza radici il nostro albero Comunità avvizzisce, magari telefonando agli anziani che conosciamo, che per paura del contagio se ne stanno, giustamente chiusi in casa per fare sentire la nostra vicinanza. Spero che da queste proposte possano nascere delle altre idee propositive, per ritrovarci dopo la pandemia moralmente più forti e migliori.
Con affetto e la speranza nel cuore
Un Vostro concittadino
Favria, 17.11.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno cerchiamo di non privare mai nessuno della speranza, potrebbe essere tutto quello che hanno.

Il cerchio della vita.
Ogni giorno percorro la mia strada, con le mie umane gioie e afflizioni. Certi giorni penso che la strada che percorro si sia consegnata alla vacua abitudine, e allora ogni tanto mi sforzo di lasciare il rettilineo cammino dell’ovvietà e prendo delle leggere deviazioni su un sentiero appena laterale, meno battuto o addirittura ancora da aprire. E allora potrebbe succedermi che, di leggera deviazione, piegandomi più volte nella direzione di ciò che non è scontato, forse arriverò a segnare con la vita un cerchio, in questo nostro tempo votato al culto della effimera novità, orientato all’originalità dello schiamazzo, all’eccezionalità e allo stupore longevo quanto un fuoco d’artificio. Posso prendere un sentiero laterale, intraprenderlo anche fermandomi a riflettere, abbassando i toni, rileggendo e ripensando al già noto e, perciò già facilmente dimenticato, e perché no, facendo anche dei passi indietro.
Favria, 18.11.2020 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno in tutte le cose è meglio sperare che disperare.

L’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore.
Callisto Figlia di Licaone, sovrano dell’ Arcadia, era una delle ninfe del seguito di Diana. Vedendola riposare in un bosco, Giove se ne invaghì; decise quindi di sedurla assumendo le sembianze della dea Diana, la giovane, infatti, rifuggiva gli uomini. Dopo qualche mese Diana, stanca per la caccia, decise di fermarsi con le sue compagne per farsi il bagno presso una fonte. Callisto, che fino a quel momento era riuscita a nascondere l’accaduto, esitava a spogliarsi: le compagne allora le sfilarono la veste scoprendo così la verità; adirata Diana la cacciò. Una volta nato il bambino, Arcade, anche Giunone decise di vendicarsi trasformandola in un orsa. In seguito Arcade, ormai quindicenne, durante una battuta di caccia s’imbatté nell’orsa e proprio quando stava per ucciderla intervenne Giove, che trasformò entrambi in due costellazioni, l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore. Giunone, adirata perché la sua rivale era diventata una dea, chiese al dio Oceano che le nuove costellazioni non tramontassero mai. Quello di Callisto è uno dei pochi miti greci, assieme a quello di Ifi, che presenta il tema dell’amore fra donne. E come era immaginabile, fu ben presto offerta una rilettura patriarcale del mito. Callisto si unisce ad una femmina, la dea Artemide, il cui corpo celava in realtà quello di un maschio, Zeus, al quale fu data la capacità di rendere feconda la ninfa. Nel mito però si cela anche la spiegazione di un fenomeno ben preciso, il fatto che le due costellazioni, l’Orsa Maggiore, Callisto, e l’Orsa Minore, Arcade, siano in realtà circumpolari, astri cioè che, nel moto apparente diurno di rotazione della volta celeste, non tramontano mai. E con questo mito gli antichi furono in grado di spiegare un complesso fenomeno astronomico! Numerose sono le opere d’arte realizzate nel corso dei secoli ispirate al mito di Callisto. Tra gli esempi più significativi vi è l’affresco realizzato nel 1510 circa da Baldassare Peruzzi per Agostino Chigi nella sua Villa Farnesina – come oggi è chiamata – a Roma. Peruzzi rappresenta il momento in cui la ninfa viene resa immortale e innalzata in cielo per volontà di Zeus, trasformata nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Tiziano invece nel 1556 realizzò per Filippo II di Spagna il dipinto “Diana e Callisto” scegliendo di fissare sulla tela il momento in cui Artemide scopre il tradimento della ninfa. Il famoso pittore olandese Rembrandt, nel 1634, nel suo “Bagno di Diana e storie di Atteone e Callisto”, presenta la particolarità di riunire le iconografie di due miti differenti delle Metamorfosi, quello di Callisto e quello di Atteone, che sono strettamente connessi tra loro per un comune riferimento alla trasgressione nei confronti della castità di Diana. Il pittore fiammingo Rubens nel 1616 realizzò “Giove e Callisto” scegliendo di ritrarre il momento esatto in cui il dio, assunte le sembianze di Artemide, seduce la ninfa.
Favria, 19.11.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno possiamo fare grandi cose, l’importante è crederci sempre! Poi se collaboriamo facciamo l’impossibile.

Burnia!
In piemontese la burnia è un vaso di vetro o anticamente in terracotta per conservare alimenti, marmellate, passate di pomodoro, fagioli o altro. La paroal deriva dall’arabo bornìyyah, vaso di terracotta invetriata, a sua volta dal persiano barni, vaso. Il lemma in ligure si dice brunia, in calabrese burnia. In spagnolo di dice albornia, in catalano alburnia, da questa ultima voce proviene il lemma sardo bùrnia. Questa parola arrivata in Sicilia con gli arabi è rimasta e si è diffusa nel bacino mediterraneo seguendo le vie commerciale e serviva ad indicare contenitori in ceramica o0 nelle burnie prodotti alimentari. In piemontese la parola è arrivata dal ligure lungo le vie commerciali del sale e acciughe e anche dalla influenza spagnola in Lombardia.
Favria, 20.11.2020 Giorgio Cortese

La paura ogni giorno cerca di renderci prigionieri ed è solo la speranza che può renderci liberi.

Un giorno….
Un giorno all’improvviso incontrerò delle persone che vestono il mio animo di letizia anche se il loro trasuda molte volte di mestizia, ma nonostante tutto infondono gioia e speranza nel futuro. Un giorno all’improvviso rimpiangerò di quelle persone che ho incontrato e non ho avuto il coraggio di abbracciare per dirgli quanto sono stati per me preziosi con la loro presenza. Un giorno morirò senza un perché, si fermerà il cuore, succederà come succedono le cose di ogni giorno. Un giorno all’improvviso uno degli ultimi battiti sarà per la prima e unica volta l’ultimo, e io me ne andrò via dalla quotidianità. Un giorno all’improvviso penso che in ogni momento la mia vita può cambiare e le cose che conosco cambieranno. Un giorno all’improvviso mi renderò conto di quante persone ho perso nel mio quotidiano cammino, mentre i giovani cresceranno, chi annoiato con la guancia appoggiata alla mano, chi secchione con la schiena dritta e altri eterni sognatori come me. Un giorno all’improvviso parlerò a dei giovani della gente andata un’ultima volta. Un giorno all’improvviso con la mano rugosa sfiorerò un vecchio libro, ma forse non leggerò più un libro. Un giorno all’improvviso morirò, e magari chi ancora mi conosceva si chiederà del perché e per come. Non vedrò le persone con la faccia stupita e distratta al mio funerale. Adesso all’improvviso penso che nella vita di ogni giorno incontro persone speciali che mi fanno dire che vale la pena vivere, vale la pena di lottare, vale la pena andare avanti, non solo per me ma per tutti e riprendo il mio quotidiano cammino.
Favria, 21.11.2020 Giorgio Cortese

Ogni giorno insieme possiamo trovare la strada migliore da seguire

E’ già mattino…
E’ già mattino, ancora un po’ d’azzurro tinge le ultime ortensie Ecco lo scricchiolio dell’autunno abbinato all’ultimo splendore dell’ortensia, con i fiori, se tagliati e messi in casa, e in vaso, possono rimanere belli e colorati e con il tempo secchi durano tutto l’inverno.
Favria, 22.11.2020 Giorgio Cortese

Ricordiamoci sempre che la speranza vede l’invisibile tocca l’intangibile e raggiunge l’impossibile.

Frassinetto, Frasinei in Francoprovenzale
Sull’etimologia del toponimo i pareri divergono: taluni fanno derivare il nome dall’abbondanza di frassini nella zona, altri da fraxinetum che starebbe a indicare una fortezza di origine saracena, dall’arabo farakhshanit che significa luogo fortificato, caratteristica ben visibile ancora oggi nel centro storico del paese.
Gli abitanti vengono chiamati ij uloch at Frasinej, i gufi, per l’alta posizione del paese e di questo appellativo gli abitanti ne vanno fieri. Del luogo si diceva una volta anche: “a Frasinej a jè l’usel gaja!”
Favria, 23.11.2020 Giorgio Cortese

Il mondo nonostante sia pieno di sofferenza, è anche pieno della possibilità di superarla.
giorgio