Sparone, ancora sciopero alla Ims

Preoccupa la situazione dell’azienda metalmeccanica. Domani incontro con i sindacati e le rsu in Confindustria
tratto dalla Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
SPARONE. C’è attesa, ma anche molta apprensione tra i dipendenti per le decisioni del consiglio di amministrazione della Ims, che si riunisce oggi, lunedì. Decisioni che dovrebbero essere comunicate domani, martedì, ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori in un incontro in programma in Confindustria. Sono stati i dipendenti stessi, con gli scioperi dei giorni scorsi, a portare all’attenzione dell’opinine pubblica la situazione dell’Ims, Industria metalmeccanica sparonese (ex Ilcas), azienda di stampaggio di lamiere con 220 dipendenti a Sparone e 75 nello stabilimento di Druento, fondata dai fratelli Aurelio e Emilio Ceresa e poi rilevata nel 2005 dall’imprenditore di Leinì Girolamo Pepe. A preoccupare le maestranze sono state le voci di un deficit di bilancio consistente e del possibile trasferimento di parti di produzione ad altre industrie, di cui hanno chiesto conto alla dirigenza. Non avendo ottenuto risposte, i lavoratori di Sparone hanno manifestato venerdì 5 dicembre e poi nuovamente mercoledì scorso.

«Lo sciopero di venerdì non è stato annunciato, ed anche quello seguente, ma appena ne sono venuta a conoscenza sono andata a parlare con i lavoratori, ascoltando le loro preoccupazioni – dice Anna Bonino, sindaco di Sparone -. È stata una doccia fredda, poiché risultava che l’Ims avesse parecchio lavoro. Da parte mia, ho espresso ai lavoratori solidarietà e disponibilità a partecipare ad un eventuale tavolo di trattativa, se la presenza del sindaco può servire da garanzia nel confronto tra le parti. Nel frattempo, ho chiesto alla proprietà un incontro urgente per capire cosa sta succedendo e quali sono le prospettive per il futuro, dato che in ogni caso le ricadute sul territorio e sulla valle sono notevoli».

Circa la metà di coloro che lavorano nello stabilimento di Sparone, infatti, sono residenti o originari del paese e gran parte degli altri abitano in Valle Orco e in Valle Soana. «Perdere anche l’Ims sarebbe un duro colpo per tutto il nostro territorio, anche per Locana, dato che vi lavorano una cinquantina di nostri concittadini – dichiara il sindaco di Locana Giovanni Bruno Mattiet -. Auspico un 2015 positivo in tutti i campi ed in particolare spero proprio che non inizi con la crisi dell’industria sparonese. Mi sembra che l’azienda abbia diverse commesse, da Iveco e Maserati, dunque, ci auguriamo che il consiglio di amministrazione che si riunisce oggi trovi le soluzioni economiche per far fronte ai problemi e se vi sarà un nuovo assetto societario, non pregiudichi i posti di lavoro. L’Ims, oggi è la più grande industria meccanica legata all’auto rimasta sul nostro territorio e vorremmo che vi rimanesse».

Ornella De Paoli