Torre di Lavina, via De Petro: traversata da Forzo a Campiglia Soana a cura di Lorenzo Berruto e Giorgio Colombo

Da casa, guardando verso le Alpi, cattura lo sguardo una montagna isolata, dalla forma

piramidale che al tramonto si colora e ti fa sognare. Domenica 11 settembre 2022 finalmente abbiamo realizzato il nostro sogno di raggiungere la cima della Torre di Lavina salendo la sua via più iconica: quella aperta nel 1917 da Gustavo De Petro. Via antica, d’avventura.

Partenza sabato da Tressi: direzione bivacco Davito dove abbiamo trascorso la notte.

Ore 4:30 partenza dal bivacco direzione colle di Bardoney seguendo i bolli rossi, dopo circa 30 minuti abbiamo lasciato la traccia muovendoci in direzione NE puntando alla pietraia ai piedi della parete sud ovest dove attacca la via Calosso, attraversando con una diagonale il pian Caretun.
Arrivati alla pietraia ci siamo diretti verso le cenge erbose alla base della prima costola a quota 2700 m circa. Via via più ripide ma sempre senza particolari difficoltà, le abbiamo risalite in obliquo verso est, puntando all’attacco della seconda costola che risulta essere più in alto rispetto alla prima ed alla terza.
Dopo un’iniziale tratto in conserva abbiamo preferito alternarci con tiri di corda seguendo a tratti il filo di cresta e a tratti portandoci leggermente alla sua destra. Abbiamo seguito arrampicando lo sviluppo della costola fino ad un’ampia cengia erbosa da cui si può scorgere la croce di vetta. A questo punto siamo saliti dritti lungo la linea finora seguita, leggermente a sinistra della bastionata, senza però attraversare il canalone che separa la prima costola dalla seconda, in quanto ci è sembrato poco sicuro. In breve siamo arrivati alla cresta della cima e, proseguendo in conserva, ci siamo tenuti sul lato nord (versante Azaria) fino a portarci sotto la croce che abbiamo raggiunto seguendo traccia di sentiero su pietrisco.

Discesa
Dalla cima siamo scesi dal lato che affaccia sulla valle di Campiglia per ripida e sdrucciolevole traccia di sentiero, dapprima verso sinistra fino ad arrivare in prossimità del colle che separa la cima nord dalla sud, raggiunto il quale abbiamo piegato verso destra seguendo dei radi ometti e restando a ridosso della parete in direzione Colle della Cadrega. In vista del colle si hanno due possibilità:

  1. Si attraversa il colle portandosi nuovamente sul vallone di Forzo e poi si punta alle evidenti baite Grange Lavina Grossa per poi ricollegarsi al sentiero per il bivacco Davito.
  2. Noi abbiamo optato per la soluzione più veloce ed, anziché raggiungere il Colle della Cadrega, abbiamo girato verso il lago di Lavina intercettando l’evidentissimo sentiero reale che in qualche ora conduce a Campiglia attraversando il piano dell’Azaria.

Giunti in paese un generoso passante ci ha dato un passaggio fino a Forzo dove avevamo lasciato l’auto.

Gita faticosa che richiede attenzione in alcuni punti scivolosi, l’arrampicata ha difficoltà contenute che si aggirano sul terzo grado (secondo noi qualche passo di quarto). Soste e chiodi assenti. Gita sicuramente appagante per i panorami e per l’ambiente selvaggio. Lorenzo Berruto & Giorgio Colombo


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