UNITRE’ di Cuorgnè: “ Storia della scuola”- Le riforme degli anni ‘70 a cura di Giorgio Cortese

Interessante conferenza del docente Reginaldo Palermo mercoledì 29 marzo nel ciclo delle

conferenze UNITRE’ di Cuorgnè presso ex chiesa della SS. Trinità, via Milite Ignoto.
Il docente ha illustrato le riforme della scuola, dalla Riforma del 1962 entrata in vigore dal 1 ottobre del 1963 quando tutte le scuole medie inferiori furono unificate sotto un unico modello, denominato scuola media unificata. Ciò comportò la scomparsa della precedente scuola media, della scuola di avviamento professionale, dei corsi inferiori di istituti d’arte e quelli dei conservatori musicali, nonché del terzo ciclo delle scuole elementari, classi sesta, settima e ottava. Dove durante il secondo anno, per esempio, alla lingua italiana veniva accostato l’insegnamento introduttivo della lingua latina, che poteva essere poi scelta durante il terzo anno, senza la quale non ci poteva iscrivere al liceo classico. Le altre due materie facoltative corrispondevano ad un proseguimento naturale di materie precedentemente studiare. Nel 1977 il programma di studio venne rivisitato eliminando l’insegnamento della lingua latina, applicazione tecniche divennero educazione tecnica e resa obbligatoria e non più differenziata tra maschile e femminile, e anche l’educazione musicale venne estesa a tre anni. Infine nell’anno scolastico 2003/2004 viene introdotto l’insegnamento della seconda lingua comunitaria, francese, spagnolo o tedesco. Il docente ha poi parlato dell’esame di maturità introdotto La maturità è introdotta nel 1923 da Giovanni Gentile. Nel 1969 vengono proposti gli esami facilitati. Questa formula, che sarebbe dovuta essere una sperimentazione dalla durata di soli due anni, ,a come si sa in Italia le sperimentazioni durano una vita. Se in passato, studiare era un lusso che solo in pochi potevano permettersi, oggi la scuola e gratuita e questo ha facilitato i ceti sociali poveri che prima facevano fatica a fare continuare lo studio ai loro figli. La scuola è importante, non solo per il suo valore educativo, ma anche per il suo ruolo nella formazione di ogni essere umano, per l’educazione sociale e individuale, per la possibilità di confrontarsi ogni giorno con altre persone e con argomenti che altrimenti non ascolterei da nessuna altra parte. La scuola per me è il pilastro principale della cultura ed essa, se adeguatamente sfruttata, permetterà ad ognuno di noi di capire, crescere e trovare lavoro. La scuola è fondamentale perché è attraverso di essa che si forma ogni generazione la nuova classe dirigente che guiderà il paese, gli operai specializzati ed i tecnici che sono fondamentali per il nostro comune e quotidiano benessere, i medici che salveranno delle vite, gli avvocati che faranno rispettare le leggi e gli insegnanti che formeranno i giovani di domani. Studiare, sapere, conoscere sono alla base di tutto. Emblematico è stata nella breve vita della repubblica partigiana detta Repubblica dell’Ossola che durò solamente 33 giorni, L’8 settembre al 10 ottobre del 1944 penso subito all’istruzione con la costituzione di apposita commissione. La scuola è, subito dopo la famiglia, la principale agenzia di socializzazione e formazione della personalità dei bambini e preadolescenti. Il suo compito fondamentale è fornire gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente, acquisire un certo grado di responsabilità e autonomia e, infine, formare alla cittadinanza e alla vita democratica. La scuola è studio, conoscenza, cultura, apprendimento dei saperi, ma è anche educazione, teatro di crescita civile e di cittadinanza. Nella scuola nascono e crescono affetti, sentimenti, e si affermano le prime amicizie, che, in molti casi, resteranno per tutta la vita. La scuola deve essere per chi ci governa l’ultima spesa su cui sono disposti a fare economia.
Infine un pensiero agli insegnanti che salvano le menti, come i medici salvano le vite