Valle Soana: boschi di abeti rossi in sofferenza a Ronco e Valprato a cura di Marino Pasqualone

danneggiati dalle tromba d’aria di 3 anni fa e dal bostrico

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 16 settembre 2021)
RONCO CANAVESE – Chi sale in valle Soana e, giunto a Ronco Canavese, alza gli occhi verso le montagne intorno al paese, non può fare a meno di notare le vistose chiazze di alberi secchi che punteggiano le foreste di abeti che ammantano gli aspri versanti della valle.
Il fenomeno, che sta diventando sempre più preoccupante, interessa in particolare i boschi sul versante opposto alla piazza del capoluogo, ed in forma ancora più marcata le foreste in direzione delle borgate “alte” di Nivolastro e Andorina, quest’ultima già in territorio di Valprato Soana.
Senza poi dimenticare la vistosissima ferita causata dalla breve ma devastante bufera di vento che, a fine ottobre di tre anni fa, (quasi in concomitanza con la tempesta “Vaia” che tra Veneto e Trentino Alto Adige causò l’abbattimento di milioni di alberi), oltre a far volare letteralmente per aria la passerella pedonale presente nel capoluogo (da poco ricostruita), ebbe come conseguenza la completa distruzione di una vasta porzione di bosco d’alto fusto appena a monte del capoluogo di Ronco, compresa grosso modo tra la strada provinciale della Val Soana ed il sentiero che sale alla borgata Nivolastro.
I lavori per asportare l’enorme quantità di legname schiantato e caduto al suolo durante quell’evento atmosferico non sono ancora terminati, ed ora l’intero versante compreso tra il distributore di benzina e le prime case della borgata Chiò si presenta quasi completamente brullo: per ricostituire il bosco andato distrutto, che tra l’altro ne garantiva anche la stabilità idrogeologica, occorreranno decenni.
A tale proposito all’inizio di quest’anno è stato finanziato dalla Regione Piemonte un intervento, promosso a suo tempo dall’Unione Montana Valli Orco e Soana, dell’importo di 92 mila euro, finalizzato all’esbosco ed al ripristino della percorribilità del sentiero comunale che dal capoluogo sale alla borgata Nivolastro, con l’obiettivo, oltre alla riapertura di questa storica via di collegamento, di contribuire a contrastare i focolai di bostrico presenti anche in quest’area.
Intanto però, come detto all’inizio, i boschi e le foreste che ammantano la media valle Soana stanno correndo un ulteriore pericolo, se vogliamo ancora più subdolo perché inizialmente meno evidente, di quanto causato dalla tempesta di vento dell’ottobre 2018: quello portato dal diffondersi, favorito certamente anche dalla presenza di molti alberi caduti al suolo, degli insetti scoliditi, primo fra tutti il bostrico.
Un coleottero che attacca principalmente l’abete rosso, specie presente con notevoli popolamenti nelle foreste della valle Soana, e che cibandosi del legno scava negli alberi colpiti un fitta rete di gallerie subito sotto la corteccia, causando alla fine la morte per disseccamento anche di esemplari secolari, come purtroppo risulta chiaramente visibile in aree sempre più ampie delle foreste valligiane soprattutto tra Ronco e Valprato, anche all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Il problema connesso all’ulteriore diffondersi di questo insetto, presente in valle ormai dall’inizio degli anni duemila e legato anch’esso ai cambiamenti climatici sempre più drammaticamente in atto a livello globale e particolarmente evidenti sull’arco alpino, se lasciato progredire indisturbato potrebbe causare danni sempre meno marginali anche in valle Soana, mettendo così a repentaglio l’integrità di un patrimonio boschivo ed ambientale di assoluto pregio. Marino Pasqualone