Valprato Soana: le riserve di pesca rischiano di fermarsi a cura di Marino Pasqualone

Il consiglio comunale di Valprato approva un odg da inviare al ministero

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 15 luglio 2021)
VALPRATO SOANA – Per le riserve di pesca presenti soprattutto lungo il corso dei torrenti alpini, in alcuni casi private ed in altri, come a Valprato Soana, gestite dal Comune, ai problemi di accesso degli appassionati creati dalle restrizioni agli spostamenti dovute alla pandemia rischiano ora di assommarsi anche quelli legati alle difficoltà di ripopolamento delle trote.
Ad affrontare lo spinoso argomento è stato negli scorsi giorni anche il consiglio comunale di Valprato Soana, che ha approvato all’unanimità dei presenti un ordine del giorno sul tema “Immissioni di fauna ittica alloctona e salvaguardia della trota marmorata”, il quale sarà inoltrato al Ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani.
L’immissione nei nostri corsi d’acqua della trota iridea e della fario data ormai da più di un secolo, ma negli ultimi anni leggi sia nazionali che regionali, dettate dalla necessità di difendere il patrimonio ittico autoctono dei torrenti e fiumi italiani, hanno creato in alcuni casi una confusione normativa che rischia di incidere pesantemente sulla pesca dilettantistica, “un settore – si legge nell’odg approvato dal consiglio comunale di Valprato – di grande rilevanza sociale ed economica, con un indotto di rilevantissima consistenza (filiera di produzione e distribuzione delle attrezzature, stampa specializzata, allevamenti ittici da ripopolamento, riserve di pesca private e comunali, strutture turistiche di accoglienza), che svolge un ruolo particolarmente significativo nell’economia, sovente in difficoltà, delle realtà montane come quella di Valprato Soana”.
Tra gli effetti del Decreto ministeriale del 2 aprile 2020, su cui risulta che l’amministrazione regionale piemontese abbia presentato una richiesta di deroga temporanea per l’immissione di trote fario e iridea, “con l’applicazione del divieto di immissione – si evidenzia ancora nel documento approvato in consiglio a Valprato – ha comportato la sospensione di tutte le operazioni di semina in acque pubbliche, sia verso enti pubblici e relativi obblighi di semina, sia verso le riserve di pesca private o quelle gestite da enti pubblici locali, come quella istituita nel 2013 presso il Comune di Valprato Soana”.
La normativa vigente stabilisce infatti che l’unica trota “autoctona” sul territorio piemontese sia considerata la trota marmorata, che però è andata via via sempre più rarefacendosi nei nostri corsi d’acqua sia per il degrado e l’alterazione degli alvei ed i crescenti prelievi idrici e sia per la progressiva ibridazione con la trota fario, ed inoltre sussisterebbero al momento difficoltà di produzione su larga scala della medesima.
Ma, oltre a segnalare al Ministero competente il problema, si propone anche una possibile via d’uscita, quantomeno temporanea, per non mettere definitivamente un crisi anche questo segmento economico dell’economia montana: “sollecitare il MITE al fine che venga stabilito un periodo limitato di tempo specifico, con normative transitorie, concordato tra le parti coinvolte, che permetta a tutto il comparto di adeguarsi nel rispetto della normativa vigente senza che vi siano ripercussioni sulle relative economie locali”.
“Il settore della pesca turistica creava un indotto turistico che, seppur minimo (500 /700 passaggi stagionali per quanto riguarda il territorio di Valprato) sosteneva l’economia del paese”, sottolinea a tale proposito il vicesindaco di Valprato Soana Diego Gallo Balma, il quale non nasconde la preoccupazione per questo ennesimo ostacolo sul già difficile percorso di una montagna che, nonostante tutto, non intende arrendersi all’ulteriore depauperamento delle sue risorse e della sua già fragile realtà sociale ed economica. Marino Pasqualone