W i donatori di sangue. – W le ciliegie – l’orto. – l’indomita purezza del fiordaliso. – 18 passi…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

W i donatori di sangue
La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue è stata istituita nel 2005 dall’Organizzazione

Mondiale della Sanità e si celebra in tutto il mondo il 14 giugno, giorno della nascita di Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh. A promuovere la giornata, oltre all’Oms, sono anche l’ISBT,

l’associazione internazionale che riunisce gli specialisti in medicina trasfusionale, la FIODS, la federazione che raccoglie le organizzazioni di volontariato del sangue, e la Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.  Donare il sangue è un grande gesto di solidarietà e chiedo a tutte le persone di compiere questo gesto, di unirsi per salvare delle vite.

Grazie a tutti donatori Avis e Fidas e a quelli di tutto il mondo per la Vostra donazione e solidarietà. Quest’anno l’evento avviene a Città del Messico, il World Blood Donor Day.  Vieni a donare, quello che farai oggi potrà migliorare tutti i tuoi domani

Favria, 14.06.2022 Giorgio Cortese

Buona giornata.

Cerchiamo Persone che Amano la propria Vita pensando spesso a quella degli Altri. Se ancora non sei donatore, pensaci, ma non con la testa, con il cuore. Ti aspettiamo mercoledì 13 Luglio ore 8- 11,20 a Favria, cort.int Comune. Per info e prenotare cell.3331714827

Grazie del Tuo aiuto, anche solo nel diffondere il messaggio

W le  ciliege,

non c’è albero più bello del ciliegio.

Il suo tronco è scuro, i rami simili  a vene piene di sole, ed infine la chioma bella come una sposa.

Mangiare ciliegie è la favola di un’avventura infantile estiva che si ripete ogni anno. Le ciliegie sono irresistibili, come testimoniano intere generazioni di bambine felici di appenderle alle orecchie, primissime emozioni di orecchini; ma anche per noi bambini collezionisti di noccioli, versione povera delle biglie assolutamente indispensabile per giocare a “chi la sputa più lontano”.

E si, la vita è  simile ad un piatto di ciliegie. Alcune sono marce e altre sono buone, ed io getto via quelle marce senza pensarci, e mi godo quelle buone.

Favria, 15.06.2022  Giorgio Cortese

Buona giornata. Il vedere ilo ciliegio pieno di frutti maturi è la migliore fotografia dell’estate che mette il suo vestito a pois rossi. Felice mercoledì.

L’orto.

Oggi sono andato nell’orto a lavorare e il chinarmi costa fatica ma se penso che cresceranno dalla fatica le zucchine ed i pomodori già l’animo si rallegra.

Mi piace l’orto con la sua lezione di spontaneità e le zolle incurvate, un mare increspato dal lavoro quotidiano di noi esseri umani.

L’orto è una grande metafora della mia vita.. La vita di ognuno di noi abbisogna di essere coltivata e lavorata, richiede semine, irrigazioni, cure continue e necessita di essere protetta, difesa da intromissioni indebite.

L’orto, come lo spazio interiore della vita, è luogo di lavoro e di delizia, luogo di semina e di raccolto, luogo di attesa e di soddisfazione. Solo così, nell’attesa paziente e operosa, nella custodia attenta, potrà dare frutti a suo tempo.

Da sempre per me i campi erano una grande tela su cui dipingere, un quadro che dipingo ogni giorno che mi reco nell’orto.

Adesso mi è difficile tradurre sulla carta, con pensieri e parole il mio desiderio di voler dipingere su quella tela. Il campo o meglio l’orto esercita un fascino che non riesco a spiegare.

Disporre a piacimento di un angolino di terreno sul quale seminare e sperimentare, rappresenta un gesto di evasione dagli schemi del quotidiano, uno spazio alternativo in cui ritrovarmi libero e diretto produttore di materie prime.

L’innaffiatura mattutina dell’orto, subito dopo la prima colazione, prima che il sole sia alto, è uno dei momenti più piacevoli della giornata, e non richiede più di un quarto d’ora. L’aria è ancora fresca, il ruscellare dell’acqua dalla pompa lava via il sonno, i sogni confusi, i brutti pensieri: è bello vedere la terra annerirsi mentre si inzuppa d’acqua, rallegrarsi insieme alle foglie.

Nella cura dell’orto non devo mai dimenticare di innaffiare ogni pianta e neanche dimenticare di vedere la bellezza in ogni ombra.

Nel caldo meriggio, sudato mi fermo assorto presso un rovente muro al confine dell’orto, ad ascoltare tra le ortensie i gorgheggi dei merli e i fruscii delle lucertole, e le gocce di sudore sono le lacrime di gioia della nostalgia dell’Eden che nasce.

L’orto è un mondo antico e affascinante, usanze e maniere sono quelle di una professione lontana. Forse le varietà di verdura sono cambiate leggermente. Si sono messe un po’ al passo con i tempi moderni dove spesso, e tristemente, le scelte sono dettate non dal gusto ma dalla ricerca del più grande, del più sano, del più rapidamente e facilmente trasportabile.

L’orto ha bisogno di cure quotidiane continue, ma non assillanti, ha bisogno di frequenti, leggeri diserbi, non quando le erbacce sono “sopra” e con le radici profonde e ben abbarbicate, ma quando sono ancora piccole, “sotto” e con le radici appoggiate. Alla sera, quando ritorno a casa,  nell’orto restano a fare compagnia il cantare gli uccelli. La quiete inonda l’orto nel placido azzurro del cielo alla sera. Questo è il bello dell’orto, la sua continua mutevolezza e diversità.

Favria, 16.06.2022  Giorgio Cortese

Buona giornata. Ogni giorno la speranza è un filo invisibile che lega i sogni alla loro capacità di realizzarsi. Felice giovedì.

L’indomita purezza del fiordaliso.

Il fiordaliso, nome scientifico Centaurea cyanus, è uno dei più bei fiori di campo.

Di colore azzurro, cresce fra le messe e i campi di grano.

Fiorisce da maggio a settembre, ma nel mese di giugno, quando il frumento è presso alla maturazione, è possibile vedere il maggior numero di fiordalisi in fiore.

Questa pianta è dell’Europa meridionale, ma si trova anche nell’America settentrionale e in Asia.

Nonostante abbia origini antichissime, dimostrate da alcuni reperti che risalgono all’era neolitica, al giorno d’oggi in Europa la pianta allo stato spontaneo è rischio estinzione.

Il motivo della sua quasi estinzione è da ricercare nei suoi habitat ideali, ovvero i luoghi erbosi e soprattutto i campi di grano, dove oramai è stata distrutta a causa dei diserbanti chimici usati per la coltivazione.

Il fiordaliso ha le foglie di colore verde brillante e ben risalta tra le messi del biondo grano. Il nome botanico, centaurea, fu attribuito alla pianta da Linneo nel 1737, tale nome trova la genesi nella figura mitologica del centauro Chirone, creatura metà uomo e metà cavallo, caro amico del re degli dei, Zeus, e maestro di molte divinità.

Secondo la mitologia greca Chirone era il centauro a cui Zeus aveva donato l’immortalità, un giorno, però, venne colpito con una freccia avvelenata, ad una zampa, da Ercole. Chirone che non poteva morire, per via della sua immortalità, e non poteva più rimettersi in piedi, a causa del veleno che aveva in corpo, riuscì, dopo una lunghissima sofferenza grazie alle sue sconfinate conoscenze a guarire, sul finire della primavera, preparando un impacco di fiori di fiordaliso appena sbocciati. Esiste anche un’altra legenda, più storica che mitologica, riguardante il fiore di fiordaliso ed è legata allo stemma araldico di un re che fuggendo da una battaglia, giunse in un campo di grano, dove trovò sua madre che, per calmare i bambini che erano con lei, intrecciava piccoli mazzi di fiordalisi. Al suo ritorno a corte adottò, quindi, il fiordaliso come stemma. L’ultima leggenda che arriva dall’Alto Adige, che racconta di una Principessa e di un Cavaliere, i due si innamorarono a primavera e lei con i suoi bellissimi occhi blu, convinse lui a restarle vicina fino all’inizio dell’inverno quando il Cavaliere dovette partire promettendo di tornare.

All’inizio della primavera successiva, non vedendo più il suo amato, la Principessa fu così triste che desiderò la morte ma una Fata la trasformò in Fiordaliso, il fiore dello stesso colore dei suoi occhi.

Secondo la tradizione popolare preparare distillati con i fiori di fiordaliso sarebbe un ottimo rimedio per le malattie degli occhi.

Il fiordaliso è conosciuto in Francia con il nome di fleur de lys, ovvero fiore di giglio, ed è popolarmente detto anche bluet. In Spagna viene chiamato azulejo, aciano o aldinamentre in Germania è chiamato kornblume.

Una sua denominazione comune in diversi stati del mondo è ciano, termine che deriva dalla parola greca che significa azzurro, tale nome deve il suo uso e la sua fama al fatto che fosse in nome con cui lo chiamavano numerosi poeti e letterati.

Nel linguaggio dei fiori il fiordaliso simboleggia la leggerezza e la dolcezza.

Secondo la tradizione donare un fiordaliso vuol dire amicizia sincera, mentre secondo le tradizioni orientali il fiordaliso è il fiore che gli innamorati donano alle loro amate come augurio di felicità. 

Vi saluto con un pensiero personale sul fiordaliso, quando lo contemplo tra i biondi campi di grano mi sento po’ di colore azzurro anche nel mio animo.

Favria,  17.06.2022  Giorgio Cortese

Buona giornata. Il mese di giugno dipinge la natura con mille pennelli colorati. Felice venerdì.

18 passi

Ho voglia di sorridere quando mi sveglio al mattino presto.  Dalla mia finestra osservo il panorama e vengo preso sempre dallo stupore che si rinnova ogni giorno. Svegliandomi questa mattina, sorrido, perche ho a disposizione. 24 ore nuove di zecca  davanti a me. Che bello alzarmi al mattino ed avere qualcosa in cui sperare, qualcosa per cui sorridere, una vita da vivere! Dio ha sempre qualcosa per me, una chiave per ogni problema, una luce per ogni ombra, un sollievo per ogni dolore e un piano per ogni giorno. Ogni giorno è unico. Non devo sprecarlo, non devo pensare a quello che è andato storto ieri ma impiego le mie energie per migliorare il domani. La vita è nelle mie mani, posso fare delle scelte, decidere cosa fare e credendo nei miei sogni posso realizzarli.  Devo aprire sempre ogni giorno alla lieta brezza della gioia che mi solleva da terra e poi dolcemente mi fa ridiscendere, ed io mi auguro che oggi sia un giorno da ricordare. Mi alzo e con 18 passi realizzo che sono in salute e autosufficiente anche questa mattina! E allora buongiorno a chi fa della sua giornata un modo per andare avanti. A chi ogni giorno esce da casa col sorriso anche se dentro non è cosi. Buongiorno! Evviva la vita!

Favria, 18.06.2022

Buona giornata. Nelle nostre vite c’è un solo colore che dona senso all’arter e alla vita stessa, il colore dell’amore. Felice sabato