3 FEBBRAIO 2020: FOEHN ECCEZIONALMENTE CALDO FINO A 27 °C e POLVERE SAHARIANA in PIEMONTE tratto da NIMBUS

Un episodio di foehn da Ovest eccezionalmente caldo ha interessato il Nord-Ovest italiano lunedì 3 febbraio 2020.
NIMBUS : Daniele Cat Berro, Luca Mercalli, Valentina Acordon, Claudio Castellano

La compressione per effetto favonico di aria subtropicale già particolarmente mite in origine (sulle Alpi occidentali, isoterma +15 °C a 850 hPa, circa 1500 m di quota) nel pomeriggio ha fatto salire le temperature quasi ovunque a livelli da record per febbraio, con diffuse punte superiori a 25 °C soprattutto tra la pianura torinese-cuneese, il Roero e le Langhe, valori 17-18 °C sopra media.
Quanto alle temperature massime osservate, segnaliamo in particolare:

25,7 °C a Moncalieri – Collegio Carlo Alberto
(SMI; capannina su facciata Nord-Ovest della torretta).
Precedente, serie dal 1865: 23,3 °C il 22 febbraio 2001.

25,95 °C a Torino – sede INRIM, Mirafiori – Strada delle Cacce
(termometro tarato e con misure riferibili ai campioni nazionali;
record per febbraio nella serie dal 2009).

26,3 °C a Torino – Consolata (ARPA Piemonte).
Precedente, serie centro-città dal 1753: 24,5 °C il 15 febbraio 1990.

26,3 °C a Caselle-aeroporto (ARPA Piemonte), 26,7 °C alla stazione ENAV.
Precedente, serie dal 1952: 24,8 °C il 15 febbraio 1990.

26,9 °C a Bra – Museo Craveri (ARPA Piemonte).
Precedente, serie dal 1862: 26,0 °C il 15 febbraio 1990.

27,3 °C a Cumiana – Pieve (ARPA Piemonte).
Precedente, serie dal 1988: 25,0 °C il 15 febbraio 1990.

Più localmente, come a Caselle e Moncalieri, sono stati superati i vecchi primati di temperatura massima non solo di febbraio, ma di tutti i mesi invernali, inclusi novembre, dicembre e gennaio, battendo dunque anche il record del 19 gennaio 2007 (24,9 °C a Caselle-ARPA e 25,1 °C a Caselle-AM; 25,3 °C a Moncalieri).
L’episodio del gennaio 2007 è rimasto invece insuperato a Torino-Consolata (26,9 °C) e Cumiana (27,6 °C).

Segnaliamo che temperature straordinariamente elevate si sono registrate anche nelle valli appenniniche emiliane esposte al vento di caduta da Sud-Ovest (Tmax 25,6 °C a Bobbio, Val Trebbia, rete Ass. Emilia Romagna Meteo), mentre la sottostante pianura giaceva ancora nella nebbia, con almeno 15 °C in meno!

Analogamente, foehn molto caldo pure sul versante orientale (sottovento) della Sardegna: nuovo record per febbraio alla stazione AM di Capo Bellavista (27,0 °C).

VENTI IMPETUOSI NELLE VALLI ALPINE

Nelle vallate il vento ha soffiato con impeto, soprattutto (come al solito) in Val Susa, a 100 km/h a Bussoleno e 141 km/h in vetta al Monte Fraiteve, a 2700 m presso Sestriere, abbattendo alberi e linee elettriche, e con immancabile puntualità si sono ripresentati anche gli incendi boschivi (domenica sera, 2 febbraio, nei dintorni di Susa e Bussoleno).
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POLVERE SAHARIANA NELL’ARIA,
FENOMENO RARISSIMO DURANTE IL FOEHN

Di straordinario non c’è stato solo il foehn caldissimo. Si è osservato pure un anomalo trasporto di polvere sahariana, più unico che raro con questo tipo di configurazione atmosferica.

Nonostante il vento secco, l’orizzonte non era trasparente come sempre avviene nelle brillanti giornate favoniche, ma torbido e opalescente sia in pianura sia in montagna. La polvere desertica ha percorso un lungo tragitto in senso orario intorno all’anticiclone nordafricano, centrato su Gibilterra con i suoi massimi alla superficie isobarica di 500 hPa (circa 5800 m di quota).
nimbus_20200203h12suolo+500hPaCarta delle isobare al suolo (linee bianche) e dell’altezza di geopotenziale al livello di 500 hPa, circa 5600-5800 m in Europa meridionale (scala di colore). Quest’ultima identifica la vasta area di alta pressione in quota (arancio) centrata presso lo Stretto di Gibilterra, e intorno alla quale ha viaggiato, in senso orario, la nube di polvere che dall’estremità occidentale del Sahara nell’arco di una settimana si è portata fin sulle Alpi (fonte: GFS, via wetterzentrale).
Come indica la carta sottostante, elaborata con il metodo delle retrotraiettorie che evidenzia l’origine delle masse d’aria a determinate altitudini, la nube di polvere è stata sollevata da tempeste avvenute sul Mali e in Mauritania (Sahara occidentale), dopodiché si è trasferita sopra l’Atlantico al largo delle Canarie e del Portogallo, poi sul Golfo di Biscaglia, entrando infine nella regione alpina a quote di circa 3000 m, sospinta dalle fortissime correnti da Ovest in quota.
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A Ceresole Reale, ARPA Piemonte ha rilevato una media giornaliera di 54 microgrammi/m3 di PM10, valore decisamente elevato e anomalo per questa località interna delle Alpi a 1600 m, e pari a quanto rilevato – sempre il 3 febbraio – dalla stazione di Torino-Lingotto.

Siamo più abituati (accade pressoché ogni anno) a veder arrivare l’impalpabile pulviscolo più direttamente da Sud, colorando la pioggia e la neve nelle giornate di scirocco.

All’inizio dell’estate infatti è comune notare la neve tinta di giallo-ocra in alta montagna, via via che con la fusione le impurità si concentrano sulla superficie del manto, situazione che abbassa l’albedo, aumenta l’assorbimento di radiazione solare e determina una più rapida scomparsa della coltre nevosa (si veda questo articolo coordinato da ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, secondo cui la deposizione di polveri desertiche durante le precipitazioni sciroccali può anticipare di oltre un mese la fusione della neve, come avvenuto in particolare nella primavera 2016 nella zona di Torgnon, Val d’Aosta).

In questo caso, tuttavia, mancando le precipitazioni, per lo meno sul versante sudalpino, non è avvenuta significativa deposizione di polvere sulla neve.

L’arrivo della polvere sahariana di per sé non costituisce un pericolo, solo una forte bizzarria meteorologica, che d’altra parte ha sottolineato l’anomala natura subtropicale dell’aria che ha interessato l’Italia Nord-Ovest, aggiungendo peculiarità a una giornata dai toni già epocali e inquietanti per il significato climatologico del record termico.

UNA SERA ESTIVA IN FEBBRAIO,
POI RAPIDO RIFLUSSO DI NEBBIE DALLA VALPADANA

Il foehn estremamente caldo si è mantenuto anche nelle ore serali del 3 febbraio sulla pianura torinese, tuttavia alla periferia Nord di Torino verso la mezzanotte il vento è cessato e, curiosamente, ciò ha permesso un rapido e temporaneo ritorno di nebbie in avanzata da Est, dalla Valpadana, con apporto di aria più fredda e satura di vapore (umidità relativa prossima o pari al 100%) laddove solo poche ore prima c’erano 26 °C e umidità relativa inferiore al 20%!

In tal modo si sono venuti a creare accesi contrasti di condizioni termoigrometriche nel raggio di pochi chilometri: alle h 24 a Moncalieri (SMI) c’erano ancora 21,7 °C e umidità al 23%, a Caselle (ARPA Piemonte) 5,4 °C e umidità al 100% !

Nel prosieguo della notte la nebbia ha poi avvolto tutto il capoluogo, salvo dissolversi nuovamente verso l’alba con il ritorno del foehn, stavolta finalmente meno caldo (16 °C alle h 8 a Torino-Consolata) per la progressiva avvezione di aria più fredda in quota.

Un’analoga alternanza tra foehn e nebbia, non comune, si era osservata sulla pianura torinese l’11 gennaio 2015 (vedi in cronaca meteo acquistando Nimbus 81).
vedere articolo integrale sul sito NIMBUS