A Ronco chiude Unicredit, la Valsoana resta senza banche di Ornella De Paoli

La settimana inizia con una notizia negativa per tutta la Valle Soana. Unicredit ha chiuso lo sportello bancario di Ronco, l’unico esistente in tutta la valle. L’ultimo giorno di apertura è stato quello di venerdì scorso, 23 giugno.
tratto da La Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
Da oggi, per qualsiasi operazione bancaria, anche solo per un prelievo o per riscuotere la pensione, gli abitanti dovranno scendere a Pont, percorrendo, dall’alta valle, oltre venti chilometri della tortuosa strada provinciale 47.
La chiusura della banca sta suscitando a Ronco e negli altri paesi valligiani un mare di proteste e di lamentele. Per i residenti è la riprova che proclami e promesse riguardo al mantenimento dei servizi nelle zone montane sono solo belle parole e che, in realtà, la montagna è sempre più marginalizzata.
Per il sindaco Danilo Crosasso, che ha subito inviato una lettera all’istituto bancario, è un’altra battaglia da intraprendere, dopo quella per l’ufficio postale, per far sì che sul territorio almeno qualcosa rimanga. Battaglia difficile, poiché il piano industriale di Unicredit prevede la chiusura a livello nazionale di circa 900 filiali e sportelli (con quasi 4 mila esuberi tra il personale) e tra questi un centinaio in Piemonte, anche quelli di Comuni canavesani più grandi di Ronco. Vero è che le banche, oggi, offrono conti correnti e servizi bancari online che, però, non sono molto utilizzati in zone come questa. Inoltre, mancheranno servizi come, appunto, il prelievo di contanti che finora era possibile allo sportello di Ronco, utilizzato molto dai villeggianti, o più precisamente dai discendenti degli emigrati che proprio in questi giorni incominciano ad arrivare per riaprire le case.
Molti di loro, infatti, hanno sempre avuto un conto corrente nella banca locale ed erano abituati ad andarci per prelevare denaro, anche perché sono pochi gli esercizi commerciali del posto provvisti di Pos (apparecchiatura per l’utilizzo di bancomat e carte di credito) e quindi i pagamenti vanno fatti in contanti. Insomma, nonostante tutti gli sforzi e i progetti fatti da vari enti, i disagi sembrano aumentano per chi vive in montagna e così aumentano le proteste.
Vi era già stata un’ondata di lamentele quando, anni or sono, la banca aveva adottato l’apertura ridotta a tre giorni la settimana (martedì, mercoledì e venerdì) ma adesso la gente sembra ancora più infuriata. Lontani i tempi in cui, nel paese valsoanino, la banca Crt era aperta tutta la settimana negli ampi locali dell’immobile
che ora non c’è più: l’alluvione del 2000, infatti, aveva travolto e distrutto l’immobile in cui erano situati gli uffici e il caveau, trascinando e disperdendo nell’acqua tutte le cassette di sicurezza con i loro tesori segreti mai più ritrovati.

Ornella De Paoli